02/02/2017, 08.51
STATI UNITI - IRAN
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Test missilistico iraniano: Washington accusa Teheran di comportamenti destabilizzanti

Primo fronte di scontro fra la neo amministrazione Usa e la Repubblica islamica. Il consigliere per la Sicurezza nazionale in “allerta” per le “azioni maligne” dell’Iran. Critiche anche ad Obama che ha “fallito” nel rispondere alle provocazioni di Teheran. Replica il ministro iraniano degli Esteri: Washington non cerchi un “pretesto” per “nuove tensioni”. 

 

Washington (AsiaNews/Agenzie) - In queste ore si è aperto il primo fronte di scontro fra la nuova amministrazione statunitense di Donald Trump, e l’Iran. A innescare la controversia il test missilistico promosso da Teheran lo scorso 29 gennaio. Un esperimento che, secondo i vertici della Repubblica islamica, rientra nel programma di difesa e non costituisce in alcun modo una violazione della risoluzione Onu 2231 relativa all’accordo sul nucleare iraniano. 

Nelle ore successive Washington era intervenuta definendo il test “inaccettabile”. 

In relazione al test missilistico, il consigliere per la Sicurezza nazionale ha parlato di “azioni maligne” da parte del governo di Teheran. Da qui la decisione di Washington di inviare “un allerta ufficiale” e di rafforzare i controlli sulle azioni della Repubblica islamica. 

Nel suo primo intervento dalla nomina, Michael Flynn non ha risparmiato critiche alla precedente amministrazione Usa di Barack Obama, che avrebbe “fallito” nel compito di “fornire risposte adeguate” alle “malvagità” commesse da Teheran. Citando il recente test missilistico e le azioni di guerra compiute dai ribelli sciiti Houthi in Yemen - sostenuti da Teheran secondo Washington e Paesi arabi - Flynn ritiene che “l’Iran si è sentito incoraggiato” in queste sue azioni. 

Il consigliere per la Sicurezza nazionale, così come il presidente Trump, hanno più volte criticato con durezza l’accordo sul nucleare. Dopo anni di embargo, nel 2015 l’Iran ha ottenuto un parziale alleggerimento delle sanzioni economiche occidentali, in cambio di un accordo sul controverso programma nucleare 

Un’intesa accolta in maniera positiva dalla maggioranza della comunità internazionale. Tuttavia, in campagna elettorale il neo presidente Trump aveva più volte criticato tale accordo, definendolo fra i peggiori mai conclusi. Una posizione apprezzata e condivisa da Israele e da gran parte Congresso americano (a maggioranza repubblicano). 

Analisti ed esperti sottolineano che, nel suo intervento, Flynn non ha accusato in modo diretto Teheran di aver violato l’accordo nucleare. Tuttavia, egli ne ha rinnovato le critiche definendolo “debole e inefficace”. 

Dal fronte iraniano, il ministro della Difesa Hossein Dehghan ha confermato ieri la legittimità del test missilistico, che era già stato “annunciato in precedenza”. Un esperimento che rientra nei “programmi” attuati in relazione “agli interessi e agli obiettivi nazionali”. “Nessuno - ha concluso - può influenzare la nostra decisione. Non permetteremo a stranieri di interferire nelle questioni relative alla difesa”. 

In precedenza il ministro iraniano degli Esteri Mohammad Javad Zarif aveva lanciato un avvertimento agli Stati Uniti. Washington, aveva dichiarato, non cerchi un “pretesto” per creare “nuove tensioni” fra i due Paesi [che hanno interrotto le relazioni diplomatiche ufficiali nel 1980, in seguito alla rivoluzione islamica del 1979 e alla crisi dell’ambasciata]. 

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