07/11/2018, 12.25
VIETNAM
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Thiên An, la terra del monastero occupata e venduta ai ‘capitalisti rossi’

di Paul Nguyen Hung

Da settembre, l’amministrazione locale ha venduto molti lotti della foresta. Teppisti assoldati dalle autorità attaccano i cattolici per convincerli ad abbandonare l’area. “Per il regime la terra appartiene al popolo ma i veri padroni sono il Partito ed i ‘capitalisti rossi’”.

Hanoi (AsiaNews) – Dal 1° novembre, sacerdoti e religiosi del monastero benedettino di Thiên An Huế sono impegnati in marce pacifiche e momenti di preghiera per la giustizia e la pace in Vietnam. Oggetto delle loro proteste sono le autorità di Huế, capoluogo della provincia centro settentrionale di Thừa Thiên-Huế: al fine di vendere lotti di terra a “capitalisti rossi” e quadri del Partito in pensione, dallo scorso settembre funzionari del governo locale occupano l’area adiacente la struttura, situata a Thủy Bằng, comune della cittadina di Hương Thủy.

Seppur riconosciuto dalla legge del Vietnam, il monastero è al centro di una dolorosa disputa con il regime comunista, che da tempo mira ad impossessarsi degli oltre 110 ettari di foresta protetta che la circonda e sradicare la pratica religiosa. La struttura ospita sacerdoti, suore, religiosi e seminaristi che, nonostante minacce e pressioni, svolgono attività pastorale (al servizio di cattolici e fedeli di altre religioni), in tre diverse chiese della città. L’arcidiocesi di Huế, che copre due province, conta circa 70mila fedeli e 78 parrocchie. Fratel Vincent racconta che “nel corso degli anni, la comunità religiosa ha inviato documenti, lettere e preso parte a diversi incontri con le autorità”. “Tuttavia – prosegue – non siamo riusciti a risolvere nulla. Inoltre, negli ultimi anni il monastero è stato più volte teatro di aggressioni e azioni di disturbo”.

Fondato il 10 giugno 1940 da alcuni missionari francesi, il monastero è spesso oggetto degli attacchi di teppisti assoldati dalle autorità locali per impaurire i cattolici e convincerli ad abbandonare l’area. A questi si aggiungono i raid di poliziotti che, a più riprese, fanno irruzione nella struttura e minacciato di occuparla. La croce e la statua di Gesù Cristo, dissacrate il 28 giugno 2017 (foto), erano già state distrutte nel 2015, nel 2016 e prontamente ricostruite da monaci e fedeli. Dal marzo 2018, più di cinque ettari di foresta sono stati incendiati.

Joseph Hùng, un fedele dell’arcidiocesi, dichiara ad AsiaNews: “Secondo la Repubblica socialista del Vietnam, la terra appartiene al popolo. In realtà, i veri padroni sono il Partito ed i suoi ‘capitalisti rossi’. Al popolo, le classi degli allevatori, agricoltori e lavoratori, non è riconosciuto il diritto alla terra”. “In ogni parte del Paese – prosegue Joseph – i governi locali usano la violenza per occupare i terreni e venderli alle compagnie e ai gruppi d’interesse della loro cerchia. Per i loro interessi e in nome dello sviluppo economico, sono disposti persino a causare un devastante inquinamento.

Da settembre, l’amministrazione ha venduto molti lotti della foresta che circonda il monastero di Thiên An Huế, creando un vasto giro di affari. Le autorità si sono servite dei cosiddetti “cò đất”, intermediari per la compravendita. In cerca di guadagni immediati, gli acquirenti sono soliti rivendere i terreni ad ulteriori compratori, che a loro volta cedono la proprietà ad altre persone. Molti parrocchiani affermano sconsolati che “i monaci non possono denunciare i funzionari al governo centrale”. “Questi – affermano – hanno già rilasciato i permessi per la costruzione di case. Per nascondere la corruzione e l’illegalità delle vendite, ai nuovi propriatari è stato consentito anche di costruire altari per il culto degli antenati e strutture per la pratica del buddismo”.

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