Tokyo, l'ascesa di Sanseito che sfida da destra Ishiba con slogan imperiali e xenofobia
Alle elezioni per la Camera alta, previste il 20 luglio, il partito ultranazionalista fondato da Kamiya Sohei nei sondaggi è dato subito dietro ai liberaldemocratici, che rischiano di non raggiungere la maggioranza. Anti-globalisti, contrari ai diritti LGBTQ+ e all'immigrazione, e a favore dell'autosufficienza alimentare, i suoi membri accusano gli stranieri di impoverire il Giappone. Negli ultimi anni il consenso è cresciuto soprattutto tra gli uomini tra i 30 e i 50 anni disillusi dai partiti tradizionali.
Tokyo (AsiaNews) - L’estrema destra ultranazionalista è in crescita anche in Giappone. I sondaggi in previsione delle elezioni alla Camera dei Consiglieri del 20 luglio danno Sanseito come secondo partito dietro al Partito liberaldemocratico (Pld), che da tempo guida il Paese, superando tutte le formazioni d’opposizione.
Già alle elezioni municipali di Tokyo di fine giugno il partito “del fai da te!!”, - questa la traduzione -, ha ottenuto 117mila voti, pari al 2,22%. Anche se le elezioni sono poi state vinte dalla governatrice Yuriko Koike (candidata come indipendente ma vicina al partito da lei stessa fondato, il Tomin First no Kai, “prima i cittadini di Tokyo”), si tratta di uno sviluppo preoccupante per i liberaldemocratici, i cui membri negli ultimi anni sono stati al centro di svariati scandali. Ora, seppur facendo parte dell’ala conservatrice, rischiano di vedere erosa la propria maggioranza, complicando il quadro politico nazionale.
Sanseito è stato fondato con la pubblicazione da parte del leader Kamiya Sohei di un video su YouTube nel 2020 durante il periodo delle restrizioni dovute alla pandemia da covid-19, con lo slogan “Se non c'è un partito per cui vuoi votare, creiamone uno da zero”. Accusati di diffondere disinformazione, erano contrari all’utilizzo delle mascherine e alla vaccinazione obbligatoria. Ritengono necessario preservare la cultura giapponese tradizionale e resuscitare il “vero spirito giapponese”, chiamato “Hakko Ichiu”. Si oppongono alla globalizzazione, ai diritti LGBTQ, al diritto al lavoro delle donne (Kamiya durante un comizio elettorale ha detto che dovrebbero stare a casa a occuparsi dei figli invece di ricorrere la carriera, definendo "fuorvianti" le politiche a favore della parità di genere), all’immigrazione e all’energia nucleare e chiedono di raggiungere l’autosufficienza agricola. Alcuni membri hanno chiesto la riscrittura della Costituzione, adottata nel 1947, e sono stati riproposti gli slogan utilizzati dall’impero giapponese durante la Seconda guerra mondiale, come quello di “unificare gli otto angoli del mondo”, diffuso per giustificare il dominio nipponico sul resto dell’Asia.
Al momento Sanseito conta cinque legislatori in Parlamento, dopo aver ottenuto un seggio alla Camera dei Consiglieri (Camera alta) della Dieta nel 2022, a cui se ne sono aggiunti tre lo scorso anno alla Camera dei Rappresentanti (Camera bassa). Il partito, che afferma di contare oltre 80mila membri, sta guadagnando terreno soprattutto tra gli uomini tra i 30 e i 50 anni delusi e disinnamorati dal Partito liberaldemocratico. Le analisi mostrano che Sanseito trae gran parte del suo sostegno a livello nazionale da una coorte di giovani stanchi di una classe politica inefficace, corrotta e nepotista, e disgustati da una serie di leader poco stimolanti.
A un incontro tra membri di estrema destra ad Hashimoto, nella prefettura di Wakayama, che si è tenuto a febbraio i partecipanti hanno proposto di inserire una nuova legge fondamentale nella Costituzione che stabilisca che “il Giappone appartiene al popolo giapponese e la proprietà straniera di terre giapponesi non è permessa”, racconta l’agenzia di stampa locale Kyodo. Secondo una donna, “la Costituzione non è stata scritta dal popolo giapponese. Voglio che alla gente venga insegnata la storia corretta”.
“Per prima cosa gli stranieri devono adempiere ai propri obblighi in quanto esseri umani e poi potremo insegnare loro i loro diritti”, ha dichiarato un’altra partecipante. “È vero. Il Giappone è un paradiso per gli stranieri”, ha aggiunto un altro. I membri di Sanseito sostengono infatti che il Giappone spenda più soldi per gli stranieri che per il sostentamento dei cittadini, impoveriti a causa della stagnazione economica.
Durante un comizio del 3 luglio a Tokyo, il leader di Sanseito, Kamiya Sohei, ha ribadito l’opposizione del partito all’immigrazione straniera utilizzata per compensare il calo della forza lavoro giapponese. Il partito non solo sostiene una regolamentazione più severa, ma ritiene necessario l’impiego della robotica, dell’intelligenza artificiale in settori come l’assistenza agli anziani, la sanità e l’agricoltura.
L’autosufficienza alimentare riveste un ruolo di primaria importanza nella politica di Sanseito e ora gode di rinnovata importanza a causa dei colloqui con gli Stati Uniti per la definizione dei dazi. Il presidente americano Donald Trump ha imposto a Tokyo una tariffa del 25% se entro la fine del mese non si sarà raggiunto un accordo. Il Giappone è il Paese OCSE con il più alto tasso di dipendenza dalle importazioni straniere. Sanseito vorrebbe riclassificare gli agricoltori come dipendenti pubblici, espandere l’agricoltura biologica e inserire la cucina tradizionale nei programmi di mensa scolastica, proposte che ancora una volta si richiamano all’essenza stessa dell'essere giapponesi. Gli Stati Uniti, invece, hanno posto un maggiore accesso al mercato giapponese del riso come condizione per qualsiasi accordo commerciale. Un ultimatum a cui Tokyo continua a resistere, insistendo che il riso rimanga fuori dal tavolo delle trattative.
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