10/05/2023, 12.14
GIAPPONE
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Tokyo: Parlamento approva utilizzo del GPS per controllare i sospetti

La misura è volta a impedire il "salto su cauzione", la pratica per cui gli imputati lasciano il Paese per sfuggire al processo. Il caso più noto riguarda l'ex amministratore delegato di Nissan, Carlos Ghosn, che fuggì in Libano per evitare di finire alla sbarra per illeciti finanziari. Secondo i cirtici il disegno di legge violerebbe la privacy ma potrebbe anche permettere di concedere a più persone la libertà su cauzione.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) - Il Parlamento giapponese ha oggi approvato un disegno di legge che permetterà ai tribunali di consentire il monitoraggio dei sospetti via GPS per impedire il "salto su cauzione", l’attività con cui quanti ottengono la libertà provvisoria tentano di sfuggire al processo con la fuga. La decisione arriva per evitare che si verifichino casi simili a quello dell’ex amministratore delegato della Nissan, Carlos Ghosn, imprenditore brasiliano di origine libanese che, in libertà vigilata a Tokyo, è riuscito ad evitare un processo per illeciti finanziari rifugiandosi a Beirut.

Nell’ambito delle riforme del codice penale la Dieta nazionale del Giappone (composta dalla Camera dei consiglieri e dalla Camera dei rappresentanti) ha anche approvato una serie di misure volte a tutelare l’anonimato delle presunte vittime di reati sessuali e di altro tipo per proteggerle dai loro aggressori.

L’approvazione sull’utilizzo dei GPS, attuabile non prima di cinque anni, è stata varata nonostante le opposizioni sostengano che sia una violazione della privacy. Altri invece ritengono che la misura potrebbe portare alla concessione della libertà su cauzione a più sospetti, dopo che in passato il Giappone ha ricevuto diverse critiche per i lunghi periodi di detenzione. 

I dispositivi GPS verranno utilizzati nei casi in cui si teme che i sospetti possano recarsi all’estero. Chi li rimuove senza permesso o è registrato in aree vietate designate dai tribunali (come porti e aeroporti) verrà incarcerato fino a un anno. Allo stesso modo verranno stabilite sanzioni penali per gli indagati che non si presentano agli appelli in tribunale o che lasciano la residenza senza permesso: in questo caso i sospetti saranno soggetti alla reclusione fino a due anni. 

Per garantire la comparsa a processo verrà istituito un nuovo “sistema di supervisione”, secondo cui i supervisori degli imputati dovranno accompagnarli e rendere conto della loro condotta.

Il Giappone è noto per i lunghi tempi di detenzione a cui sono sottoposti i sospetti criminali prima di mettere piede in un’aula di tribunale. Ciò accade perché, scaduto il termine dei primi 23 giorni di detenzione, le persone possono essere nuovamente arrestate. È una pratica che in giapponese viene chiamata “saitaiho” e indica uno strumento sistematico utilizzato dalla polizia per prolungare la detenzione.

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