25/06/2008, 00.00
TURKMENISTAN
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Trasferimento coatto per intere comunità di turkmeni, colonizzeranno aree desertiche

I media statali esaltano il lavoro dei nuovi pionieri per trasformare aride steppe in campi di grano e cotone. Esperti: è come quando l’Urss voleva popolare la Siberia.

Ashgabat (AsiaNews/Agenzie) – Il Turkmenistan costringe centinaia di famiglie a lasciare le loro case, nella regione Dashoguz distretti di Niyazov, Turkmenbashi, Koneurgench, Gubadag, Gorogly per insediarsi in zone desertiche e creare nuove città e coltivazioni.

Le autorità locali hanno dato tempo fino a settembre per lasciare gli insediamenti “banditi”. Poi taglieranno energia elettrica e gas. Lo Stato spiega che occorre rendere disabitati i territori entro 500 metri dal confine con l’Uzbekistan, ma esperti parlano del tentativo di popolare nuovi territori e commentano che questo trasferimento coattivo è “illegale, una violazione dei diritti umani”. Nel marzo 2007 un decreto del presidente Kurbanguly Berdymukhammedov ha ordinato alla gran parte degli abitanti del Dashoguz di traslocare a Ruhubelent nel nordest e nel marzo 2008 il sito ufficiale del governo ha raccontato di “centinaia di famiglie che vanno a Ruhubelent ogni mese”: oltre 2mila, dalla sua istituzione.

Al di là della retorica governativa, si tratta di una zona di deserti e steppe con un pessimo clima, dove solo lo scorso ottobre sono stati terminati gli uffici dell’amministrazione pubblica e della polizia e un centro commerciale, mentre le scuole sono in costruzione, come pure non finiti sono i servizi per gas, acqua ed elettricità. I nuovi residenti non riceveranno alcun indennizzo per le proprietà dovute lasciare, ma solo la possibilità di un alloggio temporaneo in una vecchia scuola o in un centro culturale; dovranno costruirsi a proprie spese la nuova casa, senza aiuti pubblici ma con solo un prestito bancario di circa 50 milioni di manat (3.300 dollari). Intanto i media statali esaltano questa nuova regione e “il lavoro degli infaticabili coltivatori locali per avere raccolti copiosi” di grano e cotone.

Esperti osservano che questa iniziativa ricorda la politica sovietica di inviare intere comunità su “territori vergini”, spesso inospitali come la Siberia, per popolarli, magari scegliendo dissidenti. Come ha fatto nel 2002 l’allora presidente Saparmurat Niyazov, trasferendo molta gente “colpevole” di “scarso rispetto per la Nazione e minaccia per l’ordine pubblico e la pace” in zone deserte, come le regioni Dashoguz e Lebap.

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