09/08/2006, 00.00
INDONESIA
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Tre cattolici indonesiani davanti al plotone di esecuzione il 12 agosto

di Benteng Reges

Dopo molti rimandi, le autorità delle Sulawesi centrali hanno fissato data e luogo per l'esecuzione di Tibo e i suoi due amici. Le famiglie ribadiscono il loro no ad una condanna "ingiusta" e denunciano i giudici "ciechi e sordi" davanti alle nuove prove a favore dei tre.

Palu (AsiaNews) – Mancano solo 3 giorni all'esecuzione dei tre cattolici condannati a morte in Indonesia. Fabianus Tibo, Dominggus da Silva e Marinus Riwa si presenteranno davanti al plotone che li fucilerà, il prossimo 12 agosto alle 00.15 p.m. (ora locale) a Palu. Dopo mesi di rimandi, ripensamenti delle autorità e appelli internazionali, tra cui anche quello del Papa, l'Ufficio del pubblico ministero di Sulawesi centrali ha emesso l'ordine e dato l'annuncio ufficiale per l'esecuzione dei tre, condannati a morte come responsabili del massacro di 200 musulmani a Poso durante gli scontri interreligiosi del 2000.

A confermarlo è il figlio maggiore di Fabianus Tibo, Robert, 29 anni, che ieri ha ricevuto una lettera dall'Ufficio del procuratore di Palu. "Mio padre e i suoi due amici – riferisce – saranno giustiziati sabato prossimo". Il giovane racconta poi che la lettera non gli è stata recapitata direttamente, ma tramite un rappresentante di spicco della comunità cristiana locale, il reverendo Rinaldy Damanik, presidente delle Chiese del Sinodo di Sulawesi centrali. "Il sacerdote - dice Robert – ha inviato la lettera a un prete cattolico a Tentena, dove mi sono recato per ritirarla".

Secondo quanto dichiara Robert Tibo, il rev. Damanik avrebbe ricevuto la lettera da un impiegato dell'Ufficio del procuratore locale, che chiedeva di recapitarla a lui direttamente. Il ragazzo riferisce che la lettera è firmata dal Procuratore capo di Palu e da quello di Poso. Stando alle dichiarazioni del rev. Damanik, le autorità hanno chiesto a lui di riferire il messaggio "per motivi psicologici". Sempre Damanik dice che nella lettera si chiedeva di comunicarne l'importante contenuto alle famiglie dei tre.

La legge indonesiana prevede che l'Ufficio del pubblico ministero locale comunichi data e ora dell'esecuzione solo alla famiglia del condannato o ai suoi avvocati. Risulta quanto meno fuori norma la modalità con cui la notizia è stata riferita ai famigliari dei tre cattolici.

Dal canto loro, Robert e le famiglie da Silva e Riwa, continuano ad opporsi a quella che ritengono una "condanna ingiusta" e rifiutano di firmare la lettera di avvenuta consegna. "Le nostre tre famiglie – spiega Robert – hanno qualcosa in comune: respingono l'esecuzione visto che dal processo non emerge in modo chiaro il presunto coinvolgimento dei nostri padri nel conflitto di Poso". "Non è giusto – continua – e siamo addolorati di apprendere che tutte le nuove prove legali, fornite dal gruppo di avvocati del Padma, non siano state prese in seria considerazione da giudici e governo".

Anche Damanik ha ribadito il suo no alla morte dei tre cattolici: "Le autorità devono cancellare questa fucilazione". Poi aggiunge un particolare: negli ultimi mesi si è pensato seriamente alla possibilità di un'amnistia per chi è coinvolto nelle violenze tra cristiani e musulmani a Poso dal 1998 al 2001, ma i nomi di Fabianus Tibo, Dominggus da Silva e Marinus Riwa sono sempre rimasti fuori dalla lista di chi avrebbe goduto del provvedimento.

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