24/01/2005, 00.00
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Tsunami, la ricostruzione tra speranze e ritardi

Gli aiuti internazionali via per dialoghi fra ribelli e governo in Sri Lanka e Indonesia.

Roma (AsiaNews/Agenzie) – Nei paesi asiatici colpiti dallo tsunami prende lentamente il via la ricostruzione e il ritorno alla vita normale mentre il numero delle vittime del terremoto del 26 dicembre è salito a 234 mila. Intanto gli aiuti della comunità internazionale per i sopravvissuti sono al centro di tentativi di dialogo fra le fazioni ribelli e i governi centrali in Indonesia e Sri Lanka.

In Indonesia, il governo ha dichiarato ieri che la situazione di emergenza è "quasi finita". Sono stati ripristinati i contatti terrestri fra la regione di Aceh e il resto del paese, le forze militari straniere intervenute nei soccorsi stanno per essere sostituite con soggetti civili. "L'emergenza è quasi dietro di noi" ha detto Alwi Shiha, ministro del Walfare. "Stiamo raggiungendo le zone isolate con trasporti via terra, per cui non c'è più bisogno degli elicotteri militari".

Sempre ieri l'ex primo ministro finlandese Martti Ahtisaari ha confermato che il governo di Jakarta e i ribelli separatisti di Aceh hanno accettato di incontrarsi in questa settimana per discutere una tregua nella regione in modo da favorire la ricostruzione della regione.

Anche in Sri Lanka gli aiuti internazionali per le persone colpite dal terremoto creano nuove occasioni di contatti fra gli indipendentisti delle Tigri del Tamil e le autorità centrali di Colombo. Velupillai Prabhakaran, capo dei ribelli tamil (dato per morto all'indomani del terremoto) ha espresso la sua volontà di essere incluso in un programma di aiuti in accordo con il governo.

Nel paese prende intanto forma il "Piano per la ricostruzione della nazione" lanciato dal presidente Chandrika Kumaratunga. La scorsa settimana la stessa Chandrika ha simbolicamente posato la prima pietra di un progetto di abitazioni nella località di Hambantota, nel sudest del paese. Il Piano prevede la riedificazione di strade, linee ferroviarie e di telecomunicazione, porti, strutture sanitarie ed educative. Ciascuna famiglia colpita dal terremoto riceverà immediatamente 5 mila rupie (50 dollari), insieme e a libri e divise scolastiche per i ragazzi. A chi ha perso la casa a causa del maremoto sono state annullate le bollette dell'elettricità, del telefono e dell'acqua. Le industrie edili hanno aumentano la produzioni di cemento e mattoni per venire incontro alle esigenze della ricostruzione. Il governo cingalese vuole intervenire anche nel settore del turismo per favorire la ripresa economica; per questo è prevista la riduzione delle tasse sugli hotel. La scorsa settimana è attraccata in Sri Lanka una nave da crociera con 626 turisti tedeschi, i primi a visitare il paese dopo lo tsunami.

Anche la crisi degli sfollati migliora pian piano: nei giorni successivi al terremoto le persone registrate nei campi di soccorso erano 800 mila, senza contare quanti avevano trovato rifugio da amici e parenti. Ora il loro numero è sceso a 437 mila, e molti sono impegnati nel ricostruirsi una casa.

In Thailandia l'agenzia turistica nazionale ha lanciato la campagna "Andaman Smiles Again ("Il mar delle Andamane sorride di nuovo"), un piano per la ripresa del turismo balneare nelle zone colpite dal sisma. Dalla scorsa settimana alcune delle spiagge meno colpite dalle onde sono già state riaperte. Anche gruppi privati offrono finanziamenti ai proprietari degli hotel perché ricomincino i loro affari. 

Più lenta la ricostruzione in India, dove il governo ha rifiutato tutti gli aiuti statali provenienti dall'estero. Il Giappone, ad esempio, si è visto rifiutare l'offerta di 10 mila barche da pesca destinate ai pescatori del sud del paese, che nel maremoto hanno perso tutto. Il governo indiano si è nascosto dietro la scusa che tra le 40 mila barche andate per colpa dello tsunami "25 mila erano malandate, vecchie e senza motore". Il quotidiano The Indian Express afferma che Sharad Pawar, ministro per la riabilitazione, ha assicurato che i pescatori che vorranno comprare una barca più moderna riceveranno 50 mila rupie ( 860 euro) in regalo e godranno di un prestito di 100 mila rupie (1720 euro). Il governo di New Delhi si è inoltre impegnato a costruire case moderne, con 3 stanze ciascuna, per quanti hanno perso la loro abitazione nel maremoto. (LF)
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