29/09/2025, 15.58
BANGLADESH
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'Uccisi perché chiedevamo giustizia': la protesta dei Marma a Khagrachhari

In un nuovo grave episodio di violenza contro le minoranze in Bangladesh vi sono state tre vittime nel gruppo tribale a maggioranza buddhista che vive sulle colline sud-occidentali del Paese. L'esercito ha sparato contro un blocco stradale in cui attivisti locali protestavano contro il mancato arresto dei responsabili di uno stupro. Ma il Consigliere per gli Affari Interni del governo ad interim di Dhaka soffia sul fuoco: "Scontri alimentati da gruppi fascisti".

Dhaka (AsiaNews/Agenzie) – Gravi violenze hanno provocato la morte di tre persone ieri in Bangladesh nel villaggio di Guimara, sulle colline del distretto di Khagrachhari nella parte sud-occidentale del Paese sopra Chittagong. La locale comunità indigena Marma, in maggioranza buddhista, punta il dito contro l’esercito che sarebbe intervenuto con violenza per reprimere le proteste della popolazione locale che chiedeva giustizia dopo lo stupro di una ragazzina.

“Una studentessa Marma dell’ottava classe è stata brutalmente violentata da tre coloni bengalesi - scrve un leader locale in una denuncia inviata anche ad AsiaNews -. Studenti e abitanti del luogo hanno chiesto insieme giustizia all’amministrazione. Ma invece di arrestare gli stupratori, le autorità sono rimaste in silenzio. Di conseguenza, i popoli indigeni delle colline si sono uniti e hanno chiamato a un movimento più ampio. Durante un pacifico blocco stradale, la richiesta è stata nuovamente sollevata: arrestare gli stupratori. Invece di portare i criminali davanti alla giustizia, però, l’amministrazione ha dispiegato l’esercito, che ha aperto il fuoco indiscriminatamente contro i manifestanti disarmati. Ci sono stati morti e anche feriti”.

Le vittime sono state identificate come Tayiching, Athwipru e Akhrau, tra ragazzi Marma residenti a Guimara, tutti di un’età compresa tra i 20 e i 22 anni. Dopo duri scontri, le forze di sicurezza hanno rimosso il blocco stradale e imposto il divieto di assembramenti, riportando nel distretto di Khagrachhari una calma carica di tensione. Lo Jumma Chhatra Janata - l’organismo locale che promuove la protesta - ha detto che il blocco stradale è stradale è stato rimosso per consentire i soccorsi ai feriti e i funerali delle vittime; ma le azioni di protesta “continueranno finché non sarà fatta giustizia”. Ma il Consigliere per gli Affari Interni del governo ad interim del Bangladesh, l'ex generale Jahangir Alam Chowdhury, ha gettato oggi ulteriore benzina sul fuoco dichiarando che i disordini a Khagrachhari sono alimentati “dal Paese vicino (l’India ndr) e da gruppi fascisti”. Il tutto mentre nel Paese è già altissima la tensione in queste ore per la festività indù del Durga Puja, con numerose denunce di atti di intolleranza da parte degli islamisti nei confronti delle minoranze.

Da parte loro i Marma non sembrano intenzionati a desistere nella loro protesta. “Perché l’esercito ha sparato al petto di mio fratello? Perché hanno fatto fuoco sul corpo di mia sorella? Perché i nostri bambini innocenti sono stati marchiati come “terroristi” e arrestati? – scrivono -. Sembra esserci una sola risposta: perché abbiamo alzato la voce contro lo stupro, perché abbiamo protestato. Quando finiranno questa oppressione e brutalità senza fine contro di noi? Restiamo tutti uniti – conclude l’appello -. Attraverso l’organizzazione e la lotta disciplinata, combatteremo e conquisteremo i nostri diritti”.

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