10/05/2007, 00.00
PAKISTAN
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Un cristiano di 84 anni accusato di blasfemia per costringerlo a vendere i suoi terreni

di Qaiser Felix
Walter Fazal Khan, 84enne di Lahore, è in carcere con l’accusa di aver bruciato alcune pagine del Corano. La famiglia denuncia una cospirazione orchestrata da alcuni uomini di affari che non hanno accettato il rifiuto dell’uomo a vendere i suoi terreni al loro prezzo.
Lahore (AsiaNews) – Vittima di una cospirazione tesa ad appropriarsi dei suoi terreni, un cristiano di 84 anni è stato accusato di blasfemia e poi arrestato ieri a Lahore. L’uomo, Walter Fazal Khan, è al momento in carcere, anche se la polizia non ha neanche iniziato le indagini.
 
Gli agenti hanno accettato la denuncia di Raja Riaz, l’autista di Khan, che ha dichiarato di aver visto il suo padrone mentre bruciava pagine del Corano. L’accusa rientra nei parametri dell’art. 295-b del codice penale pakistano, la famigerata legge sulla blasfemia, che punisce con il carcere o con la pena di morte chi dissacra Maometto o i testi sacri dell’Islam.
 
La famiglia dell’uomo e diversi gruppi civili che lo conoscono definiscono invece l’accaduto “una cospirazione” orchestrata da alcuni uomini d’affari musulmani che vogliono ottenere i terreni di Khan. Questi, infatti, avevano comprato circa cento metri quadri di terreno dal “blasfemo”, pagati 2,5 milioni di rupie [circa 30mila euro]. In un secondo momento, il cristiano aveva messo in vendita il resto dell’appezzamento per 12,4 milioni di rupie. Gli acquirenti precedenti, interessati all’acquisto, ne avevano offerti 8, ma Khan aveva rifiutato.
 
Per questo, dicono i familiari, questi affaristi hanno contattato l’autista ed insieme a lui hanno progettato l’accusa di blasfemia. Gli imam locali hanno preso al volo l’occasione ed hanno lanciato dalla moschea l’invito a recarsi davanti la casa del “blasfemo”, dove si è radunata una folla che ha urlato slogan minacciosi.
 
Aniqa, avvocato cattolico che lavora al Centro per l’assistenza legale di Lahore, dice ad AsiaNews: “E’ un chiaro tentativo di furto, organizzato da uomini senza scrupoli”. Shahbaz Bhatti, presidente dell’All Pakistan Minorities Alliance, aggiunge: “Perché un anziano cristiano dovrebbe tenersi un Corano in casa e poi decidere di bruciarlo, proprio davanti al suo autista?”. Questo, conclude, “è l’ennesimo utilizzo deviato di una legge che dovrebbe essere rimossa del tutto dal nostro sistema penale, perché viene usata sempre per colpire le minoranze innocenti”. Al momento, il caso di Khan è il quinto episodio di blasfemia contro i cristiani avvenuto nel 2007.
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