08/10/2025, 16.34
NEPAL-ISRAELE
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Un video (del 2023) dell’ostaggio nepalese a Gaza: l’ultima speranza della sua famiglia

Mentre a Sharm-el-Sheikh continuano i negoziati per il rilascio di quanti sono ancora in vita, la famiglia di Bipin Joshi - l’unico ostaggio asiatico rimasto di cui non si hanno notizie certe - ha autorizzato la diffusione di alcune immagini che provano che due mesi dopo il sequestro era ancora vivo. “Ci aggrappiamo a questo”.

Tel Aviv (AsiaNews/Agenzie) - La famiglia di Bipin Joshi - il giovane nepalese che è l’ultimo asiatico di cui non si conosce con precisione la sorte tra gli ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre 2023 e tuttora a Gaza - ha deciso di rendere pubblico un video di 30 secondi che lo mostra in stato di prigionia a Gaza, presumibilmente registrato nel novembre 2023. “È l’ultimo suo segno di vita trovato a Gaza. Lo condividiamo perché per noi è l’ancora su cui poggia la nostra convinzione che sia ancora vivo”, ha dichiarato la famiglia in un comunicato.

Finora, l’ultimo “segno di vita” di Bipin era un filmato delle telecamere di sicurezza dell’ospedale al Shifa, registrato il giorno del massacro, in cui lo si vede condotto via da uomini armati di Hamas insieme a un altro ostaggio thailandese rapito insieme a Bipin. Degli altri ostaggi asiatici tenuti a lungo in prigionia cinque thailandesi (Pongsak Thaenna, Sathian Suwannakham, Watchara Sriaoun, Bannawat Seathao e Surasak Lamnao) sono stati rilasciati durante il cessate il fuoco di gennaio, mentre di un sesto (Nattapong Pinta) l’esercito israeliano ha recuperato il cadavere a giugno. Bipin Joshi è l’ultimo che manca all’appello, ma non ci sono prove recenti del fatto che sia ancora in vita.

Due mesi fa, la madre e la sorella di Bipin erano giunte in Israele per la prima volta. Appena atterrate all’aeroporto Ben Gurino la madre Padma Joshi era scoppiata in lacrime dicendo: “Vi prego, salvate mio figlio. Hamas, rimandalo a casa ora".  Bipin, 23 anni, è stato rapito il 7 ottobre 2023 nel kibbutz di Alumim dove partecipava a un progetto di formazione agricola insieme ad altri 16 studenti. “Bipin era venuto in Israele solo per studiare, come parte del suo programma accademico - aveva raccontato la sorella Pushpa - e sfortunatamente si è trovato coinvolto in una guerra a cui non appartiene. Vogliamo solo lui. È troppo per me e la mia famiglia. Sono passati due anni. Non possiamo smettere di pensare alla sua situazione: cosa sta facendo lì, se ha cibo, se riceve medicine”.

La sorella di Bipin aveva anche parlato tra le lacrime a una manifestazione nella “piazza degli ostaggi” a Tel Aviv: “Gli ultimi video degli ostaggi ci hanno distrutti - aveva detto -. Mia madre e mio padre sono spezzati, a malapena riescono a reggersi. Sentono la mancanza del loro unico figlio. A me manca il mio migliore amico — quello che sognava di coltivare banane per fare chips di banana. Il ragazzo creativo, divertente. Quasi due anni senza un segno di vita. È morto di fame? È ferito? È vivo? Come si può sopravvivere a 680 giorni all’inferno?”. “Mi manchi tantissimo, fratello mio – aveva concluso -. Ricordo costantemente la tua voce e il tuo abbraccio. Mi manca sentirti cantare e ridere. Non perdere la speranza, sii forte, continua a vivere! Ti voglio bene”.

Nel frattempo secondo fonti coinvolte nel negoziato a Sharm-el-Sheikh sarebbero stati fatti progressi significativi nella parte logistica e tecnica dello scambio ostaggi-prigionieri a Gaza. Hamas avrebbe però detto ai mediatori di aver bisogno di una decina di giorni per localizzare e riesumare i corpi degli ostaggi deceduti, poiché non conosce con precisione i luoghi di sepoltura. Dei 48 ostaggi ancora detenuti da Hamas, si ritiene che 20 siano vivi. Più complessa è invece la trattativa sul resto dell’accordo: Hamas mantiene le sue posizioni storiche: ritiro totale di Israele (eccetto una striscia di confine per motivi di sicurezza), cessate il fuoco a lungo termine e il controllo del territorio affidato ai palestinesi. Da parte sua ancora oggi il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ancora oggi ha ostentato ottimismo rivolgendo anche un invito a Donald Trump a recarsi in Egitto per la firma dell’accordo una volta che sarà stato raggiunto.

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