12/03/2019, 08.46
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Usa contro Cina: il mondo si divide sul Boeing 737 Max 8, precipitato in Etiopia

Pechino, insieme ad altri Paesi – quali: Indonesia, Singapore, Corea del Sud, Mongolia, Etiopia, Sudafrica, Cayman, Messico, Brasile, India – hanno fermato a terra i velivoli del modello Boeing, sospettato di avere difetti di costruzione. Gli Usa attendono verifiche, insieme ad altre nazioni: Russia, Italia, Turchia, Islanda, Norvegia, Dubai, Oman, Fiji. Il telegramma di papa Francesco per le vittime del disastro.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Alla notizia del disastro aereo avvenuto due giorni fa in Etiopia, la Cina ha subito reagito bloccando a terra tutti gli aerei Boeing 737 Max 8, del tipo precipitato ad Addis Abeba, facendo 157 morti. Un aereo dello stesso modello si era inabissato in mare in Indonesia lo scorso ottobre, uccidendo 189 passeggeri più l’equipaggio.

Dopo la Cina, diversi Paesi hanno preso la stessa decisione: Indonesia, Singapore, Corea del Sud, Mongolia, Etiopia, Sudafrica (Comair), Cayman (Cayman Airlines), Messico (Aeromexico), Brasile (Gol Airlines), India (Jet Airways).

Ma l’amministrazione federale Usa per l’aviazione ha detto che avrebbe preso provvedimenti “immediati” se ci fossero problemi di sicurezza. E le molte compagnie aeree Usa che usano il Boeing 737, fra cui la Southwest Airlines e l’American Airlines, hanno deciso di continuare a far volare le centinaia di velivoli Boeing in loro dotazione.

Intanto, ieri le azioni Boeing in Borsa sono crollate fino al 12%, per il timore che i due disastri mostrino difetti nella costruzione del nuovo aereo, varato nel 2017. La compagnia non ha espresso nessun commento.

Il Boeing 737 Max è la versione più nuova di un jet la cui struttura è stata approntata con successo 50 anni fa e considerato uno degli aerei più solidi. Il Max ha un motore più grande e più efficiente, con meno consumo di carburante. Quando è stato messo sul mercato ha ricevuto ordini per 5011 aerei, dei quali sono stati già consegnati 350.

Altri Paesi seguono l’atteggiamento di cautela degli Usa. Fra questi: Russia, Italia, Turchia, Islanda, Norvegia, Dubai, Oman, Fiji.

Ieri, attraverso il Segretario di Stato card. Pietro Parolin, papa Francesco ha inviato un telegramma di cordoglio per le vittime dell’incidente in Etiopia. In esso il pontefice “offre preghiere per i morti delle diverse nazioni e raccomanda le loro anime alla misericordia del Dio onnipotente” e invia “condoglianze di cuore alle loro famiglie”, invocando “divine benedizioni di consolazione e forza”.

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