05/05/2018, 09.20
INDIA
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Uttar Pradesh, radicali indù attaccano una prestigiosa università islamica

L’assalto è avvenuto il 2 maggio alla Aligarh Muslim University. L’origine della diatriba è il dipinto di Ali Jinnah, fondatore del Pakistan. Decine di studenti sono rimasti feriti per i colpi di manganello sferrati dalla polizia. Sospeso l’accesso a internet per evitare l’incitamento alla violenza.

Aligarh (AsiaNews/Agenzie) – Non solo i cristiani, ma anche i musulmani sono bersaglio del fondamentalismo indù. L’ultimo episodio di violenza è l’assalto compiuto da gruppi di estrema destra radicale contro la Aligarh Muslim University (AMU), in Uttar Pradesh, tra le più prestigiose università pubbliche islamiche fondata nel 1875. L’incidente sta suscitando un ampio dibattito in India. All’origine della diatriba vi è un quadro appeso all’ingresso della salone studentesco, che ritrae il fondatore del Pakistan Mohammad Ali Jinnah.

Sul sito dell’ateneo è apparso un commento di condanna del grave episodio d’intolleranza religiosa: “L’università ha subito un attacco terroristico compiuto da alcuni elementi anti-sociali appartenenti alle formazioni di estrema destra”. Secondo l’istituto, a sferrare l’attacco sono stati i membri del Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss), Bharatiya Janata Party (Bjp) e Hindu Yuva Vahini, brigata nazionalista giovanile creata nel 2002 da Yogi Adityanath, chief minister dell’Uttar Pradesh, un santone famoso per le sue critiche ai cristiani in India e a Madre Teresa

L’incidente è avvenuto il 2 maggio, in occasione di un evento organizzato nel campus universitario, cui partecipava anche l’ex vice presidente Hamid Ansari. I fondamentalisti hanno fatto irruzione, intonando slogan anti-Pakistan e provocando l’intervento della polizia. Gli agenti hanno preso a manganellate i presenti e lanciato gas lacrimogeni. Alla fine degli scontri si sono registrati 41 feriti, tra cui 28 studenti.

Ieri le autorità hanno sospeso l’accesso a internet, per evitare il proliferarsi di notizie false e che istigano alla violenza. Poi Adityanath ha rotto il silenzio affermando che “Jinnah non può essere celebrato in India”. L’episodio rischia di riaccendere lo scontro tra indù e musulmani, in un distretto già in passato teatro di contrasti tra le due comunità religiose. Faizul Hasan, ex presidente dell’unione studentesca, lamenta che “i gruppi che sostengono l’Hindutva ci provocano in maniera costante. Essi dichiarano ai media locali che tutti gli studenti della AMU sono sostenitori del Pakistan o del terrorismo”.

Secondo gli insegnanti, è la prima volta che si verifica un fatto così grave. In passato i radicali indù avevano minacciato davanti alle telecamere che avrebbero convocato una “sabha” (incontro) all’interno del campus. Ma, lamentano, “questa è la prima volta che fanno irruzione nel campus”. La stessa pretesa è stata formulata qualche mese fa nei confronti di un’istituzione cattolica del Madhya Pradesh, dove gli indù pretendevano di entrare e celebrare un rituale votivo in onore della “Madre India”.

Gli alunni musulmani lamentano che, invece di bloccare i facinorosi, la “polizia non ha fatto niente”. Poi tengono a far notare che il ritratto del fondatore del Pakistan è appeso nell’edificio studentesco fin dal 1938, cioè da quando gli è stato conferito lo status di socio a vita, onorificenza assegnata anche al Mahatma Gandhi. Lo stesso conferimento doveva essere consegnato all’ex vice presidente Ansari, che avrebbe dovuto tenere una lezione sull’India e il pluralismo. L’evento è stato cancellato a causa delle violenze.

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