17/05/2011, 00.00
COREA DEL SUD - GIAPPONE
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Vescovi coreani in Giappone: “Lo tsunami sia una nuova alba per il Sol Levante”

di Joseph Yun Li-sun
Mons. Pietro Kang U-il, presidente della Conferenza episcopale coreana, ha visitato insieme a mons. Pietro Lee Ki-heon la diocesi di Sendai distrutta da terremoto e tsunami. I due hanno portato la colletta dei fedeli coreani per i loro fratelli giapponesi e hanno sottolineato: “La furia della natura non è la furia di Dio, che prepara invece grandi grazie per l’umanità”.
Seoul (AsiaNews) - I disastri naturali “pongono un grave interrogativo a tutti i credenti, che si chiedono perché Dio li permetta. Ma attraverso questi disastri, il Signore prepara grandi grazie all’umanità. Ed è su questo che ci si deve concentrare”. Sono le parole con cui mons. Pietro Kang U-il, presidente della Conferenza episcopale coreana, ha commentato la sua visita alla diocesi giapponese di Sendai, una delle più colpite dal disastroso terremoto e dal conseguente tsunami dello scorso marzo.

Il presule ha compiuto la visita insieme a mons. Pietro Lee Ki-heon, che guida il Forum di riconciliazione fra i vescovi coreani e giapponesi: i due hanno portato ai loro confratelli la somma ricavata dalla colletta speciale che si è tenuta per tutto aprile nelle diocesi cattoliche della Corea del Sud. Una fonte di AsiaNews, che ha fatto parte della delegazione, spiega: “Più che i soldi ha contato la vicinanza e l’amicizia fra i cattolici dei due Paesi”.

Corea e Giappone non hanno buoni rapporti da più di un secolo: l’aggressiva politica coloniale del Sol Levante, interrotta dopo la sconfitta nella Seconda Guerra mondiale, ha causato molto dolore alle popolazioni coreana e cinese che da allora hanno raffreddato i rapporti con Tokyo. Dopo il disastro dell’11 maggio, tuttavia, sia Pechino che Seoul si sono dette “vicine” al Paese.

La Chiesa cattolica, in particolare, ha guidato la riconciliazione. I vescovi di Corea e Giappone cercano da anni di riavvicinare i fedeli delle due nazionalità e hanno messo in piedi persino uno “scambio” di sacerdoti, che passano lunghi periodi nelle parrocchie ospiti per riaprire un canale fra i Paesi. Questa visita e il dono dei cattolici coreani, spiega ancora la fonte, “corona anni di duro lavoro”.

I due vescovi hanno visitato la cattedrale di Sendai, molto danneggiata dalle scosse, accompagnate dal vescovo locale mons. Tetsuo Hiraga. Subito dopo si sono recati nel Centro di sostegno messo in piedi dalla diocesi dopo il disastro, dove hanno incontrato il personale e i fedeli. Qui mons. Kang ha trovato un messaggio di benvenuto (nella foto) scritto dai bambini della zona. Per il presule “spezza il cuore vedere le condizioni in cui vivono i sopravvissuti. Ma si sente la presenza della Divina provvidenza”.

Questi due disastri, ha concluso il presidente, “forniscono una nuova occasione per tutti noi. I fedeli si interrogano sul perché Dio li abbia permessi, ma ci dobbiamo invece concentrare sulle grandi grazie che, tramite questi, prepara per l’uomo. In Giappone è rinata la preoccupazione per il prossimo e la compassione e l’aiuto reciproco: questo cambiamento è un seme che sta germogliando, un nuovo orizzonte per la società nipponica”. 

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