12/05/2014, 00.00
VIETNAM - CINA
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Vescovi vietnamiti: Le provocazioni di Pechino, fonte di guerra nel mar Cinese meridionale

di Paul Bui Van Doc*
Centinaia di vietnamiti hanno manifestato ieri contro l’imperialismo di Pechino nei mari. Le nazioni Asean confermano la “grande preoccupazione” per la situazione di forte tensione. La Conferenza episcopale contro i gesti provocatori della Cina, in violazione alle leggi e ai trattati nazionali. Pur auspicando la pace, la Chiesa invita a tutelare l’interesse nazionale.

Ho Chi Minh City (AsiaNews) - Centinaia di persone hanno manifestato ieri in tutto il Vietnam, per protestare contro quello che definiscono "imperialismo" di Pechino nel mar Cinese meridionale. Si è trattata di una delle più imponenti dimostrazioni di piazza della storia recente del Paese comunista; ad Hanoi veterani di guerra, studenti e semplici cittadini hanno intonato canti patriottici e mostrato cartelli di fronte all'ambasciata cinese della capitale. Analoghe manifestazioni si sono tenute anche in passato e sono state represse con la forza dalle autorità comuniste vietnamite, le quali sfruttano al contempo l'ira popolare per mostrare - per quanto possibile - il proprio malcontento verso l'ingombrante alleato cinese. 

Nei giorni scorsi il livello di tensione fra Pechino e Hanoi si è inasprito in seguito alla decisione della Cina di piazzare una piattaforma per l'estrazione petrolifera in un'area contesa, che sarebbe però di competenza esclusiva del Vietnam. La controversia fra i due Paesi asiatici ha tenuto banco anche all'ultimo vertice Asean, che si è tenuto nel fine settimana in Myanmar. I leader dell'associazione che riunisce 10 Paesi del Sud-est asiatico hanno manifestato "grande preoccupazione" per le dispute territoriali e invitando le parti in causa (pur senza citare in modo diretto Pechino) a esercitare "contegno" ed evitare "l'uso della forza", risolvendo le dispute "basandosi sui principi del diritto internazionale".  

Dal 2 maggio 2014 la Cina ha piazzato in modo arbitrario una piattaforma petrolifera, conosciuta col nome di HD-981, e un numero di navi da pattuglia, fra cui imbarcazioni della marina militare, per occupare e portare avanti attività [estrattive] ben all'interno della Zona economica esclusiva del Vietnam e della sua placca continentale. Il 3 maggio, e ancora il giorno successivo, imbarcazioni della marina cinese, con l'aiuto di aerei da guerra, hanno sferrato un attacco contro navi della Guardia costiera del Vietnam e altre preposte al Controllo della pesca. Si tratta di un gesto provocatorio, che conferma l'escalation della tensione e che mostra la chiara intenzione del governo cinese di portare a compimento, passo dopo passo, il suo piano di invasione del Vietnam, in spregio ai Codici di condotta internazionali siglati da Cina e Vietnam, in particolare le direttive tracciate dalla Convenzione Onu sui mari (Unclos) e la bozza del Codice di condotta nel mar Cinese meridionale (Doc). Questa situazione [di tensione] rischia sempre più di sfociare una una vera e propria guerra. 

Preoccupata per questa situazione di tensione e pericolo, la Conferenza episcopale vietnamita - assumendosi le proprie responsabilità - definisce la propria posizione come segue: 

1) La Chiesa cattolica in Vietnam è sempre stata perseverante nel promuovere la pace e mantenendo posizioni forti contro la guerra. La Pace non ci farà perdere nulla, mentre la guerra è in grado di distruggere ogni cosa. Per questo, tutte le attuali dispute devono essere risorte con fiducia sulla via del dialogo, mettendo al bando ogni comportamento provocatorio, combattivo, di guerra o di odio da qualunque dei due fronti esso provenga. Il governo cinese deve inoltre interrompere tutti i comportamenti aggressivi di questa natura. Facciamo in modo di far risuonare le parole del compianto Papa Paolo VI: "Non più gli uni contro gli altri, non più, mai..." (dal Discorso del 1965 alla Conferenza delle Nazioni Unite). E ancora, le sue parole in occasione del messaggio per la Giornata mondiale della pace del 1975: "La pace si afferma solo con la pace, quella non disgiunta dai doveri della giustizia, ma alimentata dal sacrificio proprio, dalla clemenza, dalla misericordia, dalla carità". 

2) Il governo vietnamita, pur continuando la propria opera diplomatica, mantenendo una politica del dialogo nella risoluzione dei conflitti, deve assumere una posizione decisa basata sul principio dei nostri valori tradizionali, che guardano all'interesse del nostro popolo e del nostro Paese. Ad oggi, tutti i trattati e gli accordi che avrebbero dovuto testimoniare l'amicizia e il rispetto reciproco fra le due nazioni vicine, fra due partiti comunisti, in realtà non hanno mai soddisfatto il nostro interesse nazionale, al contrario hanno messo in pericolo il nostro Paese. 

3) Per i cattolici vietnamiti, questo è il tempo per esprimere con tutto il cuore il nostro patriottismo come indicato dagli insegnamenti del Papa emerito Benedetto XVI: "Essere un buon cattolico, significa essere anche un buon cittadino". Possiamo mostrare il nostro patriottismo evitando di voltare le spalle alla situazione attuale del nostro Paese e al suo futuro, compiendo in modo diligente sacrifici e preghiere per la nostra nazione, e per il nostro popolo. E in piena coscienza, pronti a rispondere alla chiamata per salvare la nostra Madrepatria dal pericolo. 

4) La Conferenza episcopale vietnamita chiede a ogni diocesi di dedicare una Giornata di preghiera nazionale per la nostra patria, durante la quale tutti i fedeli sono invitati a fare penitenza, ridurre il consumo di cibo e bevande, limitare gli acquisti al fine di condividere con i pescatori e con i marinai e le guardie costiere rimaste ferite nell'adempimento del proprio lavoro, a tutte le vittime delle navi della marina cinese e in risposta all'appello lanciato da Papa Francesco il 7 settembre 2013. 

Facendosi promotrice degli insegnamenti della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, la Conferenza episcopale vietnamita mostra sempre il proposito di promuovere la pace nel contesto della propria missione, augurandosi che pace e giustizia siano i criteri utilizzati per dirimere gli attuali conflitti in corso. 

* Arcivescovo di Ho Chi Minh City e presidente della Conferenza episcopale vietnamita

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