25/11/2013, 00.00
INDIA
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Vescovo del Karnataka: I nostri cattolici 'testimoni viventi' dell'Anno della fede

di Nirmala Carvalho
La diocesi di Mangalore ha organizzato un raduno di tre giorni per celebrare la chiusura dell'Anno indetto da Benedetto XVI. Più di 20mila laici, 186 sacerdoti e migliaia di suore hanno partecipato. Per mons. Aloysius Paul D'Souza è stato emozionante "l'entusiasmo delle persone, segno della loro fede e del loro metterla in pratica". Nel 2008 24 chiese del Karnataka vennero distrutte dagli estremisti indù.

Mangalore (AsiaNews) - "Essere testimoni viventi della fede, seguire il cammino tracciato da Gesù Cristo e proclamare il Vangelo nella quotidianità": per mons. Aloysius Paul D'Souza, vescovo di Mangalore (Karnataka), sono questi gli insegnamenti che i fedeli della sua diocesi devono trarre dall'Anno della fede concluso ieri. Più di 20mila laici, 186 sacerdoti e migliaia di suore hanno partecipato alle celebrazioni organizzate dalla Chiesa di Mangalore per salutare la fine dell'Anno aperto da Benedetto XVI l'11 ottobre 2012, nel giorno del 50mo anniversario del Concilio Vaticano II e a 20 anni dalla promulgazione del Catechismo della Chiesa cattolica.

Per l'occasione, mons. D'Souza ha organizzato un raduno di tre giorni (22-24 novembre), durante i quali si sono alternati momenti di preghiera, di confronto e di adorazione eucaristica. Tutto si è concluso con una messa speciale, concelebrata con mons. Geevarghese Mar Divannasios, vescovo dei siro-malankaresi della diocesi di Puttur.

"Ogni angolo della diocesi - racconta mons. D'Souza ad AsiaNews - è stato coinvolto in questo raduno. Ci sono due decanati che si trovano in zone remote, ma anche lì è stato organizzato un seminario speciale dedicato all'Anno della fede. Tutti i fedeli, di ogni età ed estrazione sociale, hanno partecipato".

L'aspetto più emozionante delle celebrazioni, sottolinea il vescovo, "è stato l'entusiasmo con cui il popolo di Mangalore ha risposto a questo evento. È un segno della fede di queste persone, del loro metterla in pratica e della loro disponibilità a imparare gli insegnamenti e il catechismo della Chiesa".

Nel settembre del 2008 gli ultranazionalisti indù hanno attaccato 24 chiese del  Karnataka, molte delle quali appartenevano proprio alla diocesi di Mangalore. Gli estremisti accusavano i cristiani di operare conversioni forzate nello Stato. Quanto accaduto però, nota il vescovo, "ha ravvivato e rafforzato la fede della gente, dando valore al loro credere in Cristo e nella Chiesa". 

 

 

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