28/11/2025, 08.34
RUSSIA
Invia ad un amico

La letteratura ‘arma’ contro la dittatura in Russia

di Vladimir Rozanskij

Libri e saggi sono fra gli strumenti tradizionalmente opposti ai regimi. In aumento la vendita di libri sulle “pagine difficili” del passato. Spopolano le ricerche di storie relative a dittature e vita della gente comune sotto di essi. Crescono del 70% le vendite di racconti relativi ai crimini degli autocrati. Tuttavia, storici e scrittori di romanzi utopici sono ormai messi al bando. 

Mosca (AsiaNews) - In Russia la letteratura è tradizionalmente uno degli strumenti principali di contrapposizione alle dittature, da quelle zarista a quella sovietica, e ora anche nella Russia putiniana, che non a caso sta stringendo sempre di più le maglie della censura su ogni tipo di pubblicazione “non patriottica”, sia su carta che nelle versioni digitali. Dalla primavera del 2022 i russi si sono messi a rileggere le storie che raccontano dei crimini della Germania nazista, della vita durante il Terzo Reich e di come poi il Paese si era ricostruito dopo le devastazioni della seconda guerra mondiale, lo scenario più vicino a quanto avviene nella Russia di oggi.

Perfino questa letteratura storica, e apparentemente pienamente in linea con la retorica della Vittoria contro i “nazisti” occidentali di oggi, è diventata una forma di critica al regime autoritario e aggressore del Cremlino, e la sua diffusione viene pure guardata con sospetto, imponendo di leggere soltanto le versioni ufficiali approvate dagli organi dello Stato. Uno dei testi più ricercati a cominciare dalla mobilitazione dell’autunno del 2022 è stato la “Nazione mobilitata” di Nicholas Stargardt, storico australiano dell’università di Oxford, che aveva studiato le corrispondenze private dei tedeschi al tempo della mobilitazione nazista, cercando di capire come si potesse giustificare la guerra, e di come molti reagissero considerando la guerra un’ingiustizia, un atto di ferocia e un genocidio. E infatti questo libro è stato presto proibito in tutte le librerie e biblioteche di Russia.

Come osserva il critico Boris Grozovskij sul suo canale Telegram, uno dei fondamenti per la comprensione degli eventi è proprio l’analogia a livello storico, che permette di superare la carenza d’informazioni. Questo approccio è appunto favorito dalla letteratura, che nel contesto dell’indecisione e della confusione, e della crescente censura, permette di confrontare diverse situazioni senza entrare nei dettagli dell’attualità, assumendo significati ulteriori a quelli ufficiali o apparenti, senza subire troppi rischi di repressione. Il meccanismo dell’analogia, del resto, è la base di qualunque interesse e curiosità nei confronti della storia, cercando di capire il presente attraverso il passato.

Siccome non esistono situazioni identiche e perfettamente coincidenti, il lavoro degli storici professionali consiste “nell’individuare tutte le questioni aperte, aprendo la mente del lettore a nuove considerazioni”, come scrive il politologo Ivan Krastev su Foreign Policy. Le analogie storiche possono essere “rischiose o casuali”, ma sottolineano “non soltanto le somiglianze, ma anche le differenze, diventando mezzi molto utili per l’analisi” e per immaginare le prospettive politiche e sociali del futuro.

Secondo le ricerche di Natalia Vasilenok, dell’università di Stanford, le principali reti librarie della Russia di oggi come Čitaj-Gorod e LiveLib mostrano una continua crescita della vendita di libri sulle “pagine difficili” del passato, impossibili da censurare integralmente. Si cercano le storie dei tanti regimi dittatoriali, sulla vita della gente comune sotto di essi, e i crimini degli autocrati sono una delle condizioni più lette, il 70% in più delle vendite. Le limitazioni anche a questo settore letterario sono cominciate negli ultimi mesi, con valutazioni per cui “discutere delle guerre può diventare un discredito delle forze armate della Russia”.

Gli storici e gli scrittori di romanzi utopici sono ormai messi al bando, come Vladimir Sorokin, il principale autore della Russia di oggi, ma anche quelli stranieri come Michael Cunningham e James Baldwin, facilmente accusati di “propaganda Lgbt” per i racconti su settori “non tradizionali” della vita delle società di oggi e di ieri. Da aprile di quest’anno l’Unione russa degli scrittori ha cominciato a far funzionare un “centro di esperti” di rievocazione molto sovietica, a proposito di analogie della storia, per verificare la “corrispondenza di ogni libro alla legislazione russa”, con la rinascita ufficiale della censura sulle parole e sui pensieri. Il simbolo di questa nuova/vecchia fase di silenzio forzato è stato il divieto di pubblicare il libro di Konstantin Pakhaljuk, “Alla ricerca dell’antichità russa”, per evitare che lo sguardo nel passato possa rivelare la realtà della Russia di oggi.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
P. Georgij Edelstein: Naval’nyj va liberato. Il suo processo, uno spettacolo politico
19/02/2021 08:55
Hanoi contro internet: fuorilegge parlare di politica e cronaca sul web
02/09/2013
Xinhua: La Cina potrebbe crollare come l’Urss e peggio. Arrestate i blogger!
06/08/2013
Hanoi, nuovo giro di vite sul web. Cronaca e politica vietate sui social
02/08/2013
Pechino, la Corte Suprema cerca di mettere il bavaglio agli avvocati difensori
30/08/2012


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”