11/03/2021, 13.10
VATICANO
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​Colletta di Terra Santa: il 2020 è stato particolarmente difficile per Gerusalemme

La Congregazione per le Chiesa orientali ricorda che i cristiani della regione hanno patito la perdita del lavoro, dovuta all’assenza di pellegrini, e la conseguente difficoltà a vivere dignitosamente e a provvedere alle proprie famiglie e ai propri figli.

Città del Vaticano (AsiaNews) – La pandemia ha reso particolarmente difficile il 2020 per Gerusalemme, la Terra Santa e i cristiani che vi risiedono e che hanno più che mai bisogno del sostegno della comunità cattolica per affrontare il 2021. Lo sottolinea la lettera della Congregazione per le Chiesa orientali che ricorda la Colletta “Pro Terra Sancta” del Venerdì Santo, pubblicata oggi.

Nel documento, a firma del card. Leonardo Card. Sandri e di mons. Giorgio Demetrio Gallaro, prefetto e segretario del dicastero, si evidenzia che “nel 2020 i cristiani di quelle terre hanno sofferto un isolamento che li ha fatti sentire ancora più lontani, tagliati fuori dal contatto vitale con i fratelli provenienti dai vari Paesi del mondo. Hanno patito la perdita del lavoro, dovuta all’assenza di pellegrini, e la conseguente difficoltà a vivere dignitosamente e a provvedere alle proprie famiglie e ai propri figli. In molti Paesi il persistere della guerra e delle sanzioni hanno aggravato gli effetti stessi della pandemia. Inoltre è venuto meno anche parte dell’aiuto economico che la colletta pro Terra Sancta, ogni anno garantiva, a motivo delle difficoltà di poterla svolgere in molti Paesi nel 2020”.

“La colletta pro Terra Sancta 2021 sia per tutti – prosegue la lettera - l’occasione per non girare lo sguardo, per non passare oltre, per non ignorare le situazioni di bisogno e di difficoltà dei nostri fratelli e delle nostre sorelle che vivono nei Luoghi Santi. Se verrà meno questo piccolo gesto di solidarietà e di condivisione (san Paolo e san Francesco d’Assisi lo chiamerebbero di ‘restituzione’) sarà ancora più difficile per tanti cristiani di quelle terre resistere alla tentazione di lasciare il proprio paese, sarà faticoso sostenere le parrocchie nella loro missione pastorale, e continuare l’opera educativa attraverso le scuole cristiane e l’impegno sociale a favore dei poveri e dei sofferenti”.

“Le sofferenze dei tanti sfollati e rifugiati che hanno dovuto lasciare le loro case a causa della guerra necessitano di una mano tesa ed amica per versare sulle loro ferite il balsamo della consolazione. Non si può infine rinunciare a prendersi cura dei Luoghi Santi che sono la testimonianza concreta del mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio e dell’offerta della sua vita fatta per amore nostro e per la nostra salvezza. In tale difficile scenario, segnato dall’assenza di pellegrini, sento il dovere di fare mie ancora una volta le parole che l’Apostolo delle genti rivolgeva ai Corinti duemila anni fa, invitandovi alla solidarietà che non si basa su motivazioni filantropiche ma cristologiche: ‘Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà’ (2 Cor 8,9). E dopo aver ricordato il principio di uguaglianza, di solidarietà e di scambio dei beni materiali e spirituali, l’Apostolo aggiunge parole eloquenti oggi come allora e che non hanno bisogno di alcun commento: ‘Tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene’ (2 Cor 9,6-8)”.

La Congregazione ricorda poi che la “Colletta per la Terra Santa” nasce dalla volontà dei Papi di mantenere forte il legame tra tutti i Cristiani del mondo e i Luoghi Santi. È la fonte principale per il sostentamento della vita che si svolge intorno ai Luoghi Santi e lo strumento che la Chiesa si è data per mettersi a fianco delle comunità ecclesiali del Medio Oriente. Nei tempi più recenti, Papa Paolo VI, attraverso l’Esortazione Apostolica ‘Nobis in Animo’ (25 marzo 1974), diede una spinta decisiva in favore della Terra Santa”.

“La Custodia Francescana attraverso la Colletta può sostenere e portare avanti l’importante missione a cui è chiamata: custodire i Luoghi Santi, le pietre della memoria, e favorire la presenza cristiana, le pietre vive di Terra Santa, attraverso tante attività di solidarietà, come ad esempio il mantenimento delle strutture pastorali, educative, assistenziali, sanitarie e sociali. I territori che beneficiano sotto diverse forme di un sostegno proveniente dalla Colletta sono i seguenti: Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq.

Di norma, la Custodia di Terra Santa riceve il 65% della Colletta, mentre il restante 35% va alla Congregazione per le Chiese Orientali, che lo utilizza per la formazione dei candidati al sacerdozio, il sostentamento del clero, l’attività scolastica, la formazione culturale e i sussidi alle diverse circoscrizioni ecclesiastiche in Medio Oriente. Nel 2020, la Colletta ha ricevuto 7.165.603,58 dollari.

Tra le utilizzazioni dei fondi, lo scorso anno, c’è stata anche la creazione di un Fondo emergenza per il Covid, Grazie anche alla collaborazione di varie agenzie della ROACO (Riunione Opere Aiuto Chiese Orientali) sono stati finanziati 303 progetti in 24 Paesi di competenza del Dicastero, senza contare i progetti di sostentamento dei sacerdoti e religiosi, per un totale di 9.574.907,74 US$”.

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