Questa settimana il Telegraph ha scritto di aver scoperto un racket di compravendita di reni che coinvolge cittadini del Myanmar come donatori e una struttura sanitaria privata di Delhi, in cui sarebbero avvenuti i trapianti. Il fenomeno in realtà non è nuovo: nonostante decenni di sensibilizzazione (partita dal Tamil Nadu) in India continua a esserci una carenza di donatori e un numero troppo alto di persone che avrebbero bisogno di almeno un rene. Sono soprattutto i poveri che hanno bisogno di saldare i debiti a finire vittima dei traffici illeciti, ma negli ultimi anni sono aumentate anche le truffe online.
Si è conclusa ieri nella capitale indiana la conferenza #we4resilience, una due giorni per capire come affrontare i disastri provocati dai cambiamenti climatici. All’evento - tenutosi proprio mentre si apre a Dubai la COP28 - hanno partecipato decine di cooperanti, sacerdoti e beneficiari dei progetti attuati dalla Caritas insieme ad altri partner. L’attenzione è stata posta su un approccio globale che tenga in considerazione le esperienze delle comunità vulnerabili.
Con la campgna dei ribelli in corso contro l'esercito birmano stanno esplodendo nuove tensioni alla frontiera anche tra i Meitei e le milizie Chin, che appartengono allo stesso gruppo etnico dei Kuki. Un birmano in cura presso un ospedale di Imphal ucciso in un assalto contro "l'invasore". Intanto la Commissione di inchiesta sulle violenze voluta da Delhi da giugno a oggi non ha ancora effettuato alcuna audizione.
Il crollo di un tratto di strada che attraversa l'Himalaya e che vede tuttora intrappolati 40 lavoratori racchiude molti volti dello sviluppo propugnato da Modi. La struttura fa parte di un'autostrada per sviluppare il turismo indù nella regione, ma può anche dispiegare velocemente le truppe dell'esercito in caso di scontro con Pechino. I problemi ambientali, però, spesso ignorati, rischiano di aggravarsi.
A inizio mese il vice presidente dell'Associazione dei costruttori edili israeliani aveva dichiarato di essere in attesa di una decisione del governo dello Stato ebraico per "importare" dai 50 ai 100mila indiani. Le affermazioni al momento non sono state confermate da Delhi, però accordi di questo tipo sono stati negoziati in diversi mesi e in anni recenti hanno convolto anche i cinesi. Nel frattempo però il settore continua a essere il più pericoloso, mentre l'India, stringendo sempre più i legami con Israele, ha vietato le proteste pro-Palestina in Kashmir.
Ieri l'attivista Manoj Jarange Patil ha messo fine a uno dei suoi recenti scioperi della fame, ma ha annunciato che continuerà l'agitazione politica finché tutta la comunità Maratha non otterrà i benefici previsti dal governo. Il problema riguarda i minori rendimenti agricoli di una parte della popolazione e le percentuali che la legislazione riserva alle caste sfavorite.
Dopo lo scandalo legato agli sciroppi, sospetti sull'utilizzo di sostanze tossiche per la salute anche nell'industria dei cosmetici. Ma il mercato, e soprattutto le vendite online, sono in costante crescita. Nonostante l'India abbia vietato le pubblicità fuorvianti e imposto la presentazione di prescrizione per alcune creme utilizzate a scopi di bellezza, poco è cambiato. Al contrario, la domanda per prodotti che schiariscono la pelle continua ad aumentare nonostante diverse indagini sottolineino gli effetti collaterali a lungo termine.
Dati e previsioni sottolineano una robusta crescita, anche se è difficile prevedere come evolverà il mercato nel lungo periodo. A favorirlo la crescita del benessere tra la popolazione e una serie di politiche economiche varate dal primo ministro Narendra Modi. Anche gli investitori stranieri stanno abbandonando Pechino per New Delhi.
Il primo ministro indiano ha subito condannato le azioni terroristiche di Hamas (che non gode di simpatie tra i musulmani indiani), segnalando apertamente un cambio di rotta nei rapporti diplomatici. Secondo il professor P.R. Kumaraswamy, docente all'Università Jawaharlal Nehru, le premesse per il cambiamento c'erano già decine di anni fa: "L'India aveva un'importante comunità ebraica ma non c'è mai stato antismeitismo". Tra Delhi e Tel Aviv molti gli accordi commerciali su armi e hi-tech, ma il primo settore di cooperazione bilaterale resta l'agricoltura.
Lo Stato nord-orientale indiano considera i Chin in fuga parte della stessa famiglia, ma la questione ha anche una rilevanza politica perché entro la fine dell'anno si terranno le elezioni locali, e il premier Zoramthanga è alla ricerca di un altro mandato. Si stima che almeno 30mila rifugiati birmani siano presenti in Mizoram, il gruppo più consistente in Italia. Un atteggiamento opposto rispetto a quello del Manipur e agli ordini del governo centrale di Delhi.
Nonostante siano in vigore diversi accordi, a causa delle scarse precipitazione monsoniche gli agricoltori del Karnataka stanno chiedendo al governo locale di non rilasciare le acque al Tamil Nadu. Quest'ultimo, però, dipende fortemente dal corso d'acqua per la sua produzione agricola cresciuta negli ultimi anni. Oggi le proteste hanno portato a scioperi e sospensione di diversi voli a Bengaluru. Chiesto un intervento del governo centrale.
La nuova legge, chiamata Nari Shakti Vandan Adhiniyam, riserva alle donne un terzo dei seggi della Camera bassa ma resta difficile prevedere se migliorerà davvero la partecipazioni femminile ai "piani alti" della politica. I posti riservati sono in conflitto con quelli dedicati alle persone provenienti dai gruppi svantaggiati. Le rappresentanti politiche sono un punto di riferimento sul piano locale, ma spesso per arrivare ai seggi parlamentari servono tempo, soldi e legami familiari.
Un ministro del governo Modi in un comizio minaccia di "strappare la lingua e cavare gli occhi" a chi minaccia l'ordine indù, dopo che un esponente dell'opposizione invitata a "sradicarlo come la dengue" per superare le distinzioni di casta. P. Joseph ad AsiaNews: "Bancarotta politica, la vera tradizione dell'India è il pluralismo". Intanto da lunedì una sessione speciale del parlamento che potrebbe accorpare il voto nazionale a quello locale.
Proprio mentri gli occhi del mondo saranno su New Delhi per il G20 domani si tengono anche le cruciali presidenziali nell'arcipelago dalle acque cristalline. Da sempre nazione filo-indiana, i rapporti diplomatici hanno cominciato a incrinarsi nel 2013 con l'annuncio della Belt and Road Initiative e l'elezione dell'ex presidente autoritario Abdulla Yameen. L'attuale capo di governo Ibrahim Solih è fiducioso di vincere al primo turno, ma per gli esperti non è da escludere un ballottaggio.
La notizia, circolata ieri, mette ancora una volta in evidenza la competizione tra Delhi e Pechino a guida del Sud globale. Nonostante le dichiarazioni di distensione all'incontro dei BRICS della settimana scorsa, restano irrisolte le continue tensioni lungo il confine che attraversa la regione del Ladakh orientale. Un fallimento per la diplomazia indiana che sperava di riunire i maggiori leader globali allo stesso tavolo.
Proprio mentre il Paese celebrava il successo della missione Chandraayan-3 23 operai del West-Bengal hanno perso la vita nel crollo di un viadotto di una linea in costruzione nello Stato del Mizoram. Nei cantieri edili indiani una media di 38 incidenti mortali al giorno. Vittime il più delle volte migranti internI.
Ultimatum del delegato pontificio mons. Vasil per domenica prossima nello scontro che da due anni contrappone il clero dell'arcieparchia di Ernakulam-Angamaly al resto di questa antica Chiesa di rito orientale del Kerala. Ma intanto un gruppo di fedeli ha chiesto alle autorità indiane la sua espulsione gridando pericolosamente all'"ingerenza straniera".
Il ministero dello Sviluppo rurale ha comunicato che oltre 11 milioni conti bancari di popolazioni svantaggiate devono ancora essere collegati al più grande sistema di identificazione al mondo. Una sentenza della Corte suprema ha chiarito che le società private non possono elargire i propri servizi attraverso il codice univoco. Gli osservatori sottolineano le questioni legate alla privacy e gli stretti legami con la giunta golpista birmana, che potrebbe attuare il programma anche in Myanmar.
Negli scontri in corso nello Stato nord-orientale dell'India si intrecciano diversi elementi legati anche alla storia travagliata della regione: l’identità etnica, la disponibilità di armi, l’afflusso di profughi dal Myanmar, il commercio di droga e il ruolo delle donne. Il giornalista Samrat Choudhury, autore di un recente libro sul Manipur, ad AsiaNews : non si tratta di un conflitto religioso ed è difficile prevedere una stabile risoluzione pacifica ora.
A marzo il governo guidato dal Bjp ha indetto un bando per favorire la collaborazione tra MyGov, una piattaforma per il coinvolgimento politico dei cittadini, e le aziende di marketing per influencer. Ma a volte la promozione dei contenuti non viene resa nota, creando un conflitto di interessi. Anche le altre formazioni politiche stanno coinvolgendo i volti più noti di Internet per raggiugnere soprattutto i giovani, ma non solo.
Le persone svantaggiate potrebbero essere 34 milioni o 373 milioni in base ai diversi studi. Nonostante si siano registrati diversi miglioramenti, una vera valutazione del tasso di povertà non è possibile in mancanza del censimento nazionale, ufficialmente rimandato a causa della pandemia. Secondo gli esperti lo scopo dei programmi di assistenza dovrebbe essere quello di ridistribuire la ricchezza accumulata.
Il governo indiano ha di recente approvato un emendamento per consentire lo sfruttamento delle riserve minerarie anche alle aziende private. Nella regione a maggioranza musulmana è stato trovato un giacimento che potrebbe ridurre le importazioni dalla Cina. La scoperta ha alimentato l'entusiasmo riguardo le ambizioni di produzione di veicoli elettrici, ma, oltre ai possibili danni ambientali, il mese prossimo la Corte suprema comincerà a valutare se la revoca dell'autonomia del Kashmir da parte di Delhi sia stata un'azione legittima o meno.
Il problema riguarda le colture kharif, quelle coltivate nel periodo dei monsoni. Al momento le precipitazioni sono carenti, ma chi l'anno scorso ha sofferto per gli scarsi raccolti non è stato assistito dal governo, a differenza del passato. La causa risiede nelle modifiche al Manuale nazionale per la gestione della siccità, che hanno reso più complicato dichiarare lo stato di emergenza.
Il governo indiano ha vietato l'importazione per quelli a basso costo (in prevalenza cinesi) per salvaguardare un'attività economica essenziale nell'arido Tamil Nadu. Nelle aziende locali sono impiegate oltre 100mila persone, di cui il 90% donne. Ma a gioire per il divieto sono anche gli appassionati di fillumenistica secondo cui i design sulle etichette esterne fanno parte della cultura popolare indiana.
Durante il viaggio di Modi approvati una serie di piani e investimenti per il collaudo e l'assemblaggio di semiconduttori in India, anche se per la produzione ci sarà ancora da aspettare. Siglate anche alcune intese sulla difesa, non solo per contrastare Pechino, ma anche per sganciare Delhi dalla dipendenza da Mosca. Per il premier indiano, criticato per il deterioramento dei diritti umani, un grande successo anche in vista delle elezioni dell'anno prossimo.
Il premier indiano visiterà New York e Washington dal 21 al 24 giugno. Un viaggio che gli stessi funzionari americani hanno definito "storico". In realtà Delhi coltiva da tempo questo rapporto, che non ha solo una funzione anti-cinese e che è favorito anche dalla diaspora indiana negli Usa. Ne parla ad AsiaNews l'esperta Farwa Aamer, direttrice delle attività per l'Asia meridionale all’Asia Society Policy Institute.
L'inaugurazione della nuova sede voluta da Modi per voltare pagina rispetto all'era coloniale ha aperto un contenzioso con i Paesi vicini per una mappa dell'impero di Ashoka in cui vengono rappresentati entro i confini anche territori di Nepal, Pakistan, Bangladesh, Afghanistan, Myanmar, Sri Lanka e Maldive. La difesa di Delhi: "È storia, non politica". Ma in Nepal è polemica sulle mire espansionistiche dei nazionalisti indù.
La denuncia di un'eurodeputata portoghese per fatti che sarebbero avvenuti nelle scorse settimane nel distretto di Bastar. Nell'area è forte la presenza dei naxaliti, la guerriglia maoista che si oppone al governo di Delhi. Dal 2017 l’esercito ha lanciato l'operazione Samadahn-Prahar per sradicare l'insurrezione che frena le attività estrattive. Ma negli ultimi tre anni parecchi giovani rimasti senza lavoro si sono uniti ai miliziani, in un ciclo senza fine di violenza.
Come sull'Ucraina, anche in Oceania Delhi cerca di mantenere un delicato equlibrio tra Washington e Pechino. Il primo ministro della Papua Nuova Guinea, James Marape, l'ha definita il "leader del Sud del mondo". Dalla sua parte, l'India può vendere tecnologia a basso costo e sfruttare la presenza della diaspora, ma l'impegno militare (per ora) è lasciato all'Occidente.
Da tempo è polemica sull'uso di Bollywood a fini propagandistici. Gli ultranazionalisti indù continuano a promuovere la teoria cospirazionista del "love jihad" contro la minoranza musulmana. Anche la Corte suprema è intervenuta, ordinando ai produttori di specificare che la storia raccontata nella pellicola "è fittizia". Nel frattempo, però, le violenze scoppiate a inizio mese hanno portato nel Maharashtra all'arresto di almeno 100 persone.