Due Molotov sono state scagliate contro la principale cattedrale cattolica del Paese, uno è atterrato all’interno ma non è esploso. La polizia ha aperto un’inchiesta, ma al momento è ignota la matrice dell’attentato. L’attacco alla vigilia di un importante incontro con circa 600 fedeli. Allarme tra i fedeli e i residenti che vivono nei dintorni della cattedrale.
Il ministro degli Interni annuncia interventi fermi per prevenire attacchi o scontri, in un clima di “crescenti tensioni globali” per la guerra a Gaza e il conflitto israelo-palestinese. L’incontro con la comunità ebraica alla sinagoga Chesed-El e la conferma del contestato evento “Friends of Israel Annual Aliyah Gala Dinner”. Ma il denaro raccolto non andrà ai coloni.
Dal 20 al 24 ottobre a Iligan City si svolge la 18ma edizione della Mspc, all’insegna del tema “pellegrini di speranza”. Una occasione di preghiera e di riflessione sulle sfide di una regione in cui vi è una nutrita componente musulmana e tribale. Fra i problemi irrisolti vi sono povertà, disoccupazione e terrorismo.
Ultimati i lavori della stazione di Maryam-e Moghaddas, che sorge nei pressi della chiesa armena di Saint Sarkis. Oltre a elementi ornamentali che evocano la simbologia cristiana collegandola alla tradizione musulmana, vi sarà anche una statua di 2,5 metri della Vergine Maria. L'auspicio dell’arcivescovo dei latini: "Tutti possano riconoscere in lei che Dio viene incontro a uomini e donne di tutto il mondo, fratelli e sorelle di una casa comune".
Ridimensionata Neom e altre infrastrutture, le autorità saudite puntano a sviluppare la città santa dell’islam. Nei giorni scorsi presentato il “King Salman Gate”, un piano che interesserà 12 milioni di metri quadrati e garantirà 300mila posti di lavoro in 10 anni. Previsti anche spazi commerciali, culturali e residenziali. Ma non mancano le voci critiche.
Per l’analista e studioso nato nella Striscia e oggi di base negli Stati Uniti il movimento cerca di “tornare al monopolio” delle armi e al controllo del territorio. Per farlo “ricorre a torture ed esecuzioni sommarie” dietro pretesto di “collaborazionismo”. Serve una missione “per far rispettare la legge e il diritto tutelando prima di tutto i palestinesi”. "Le persone con cui parlo a Gaza temono un ritorno al 6 ottobre 2023".
Damasco vuole ottenere il rilascio di concittadini da anni detenuti senza processo in Libano e vicini a livello ideologico ad Hts. Dietro il loro arresto motivazioni ideologiche legate a semplici sospetti. Secondo fonti ministeriali libanesi sono almeno 2.100, di cui il 55% non è mai comparso in aula. Alla base della controversia la guerra civile in Siria e l’egemonia di Hezbollah.
Ad AsiaNews Marwan Sehnaoui, presidente dell’Ordine di Malta in Libano, definisce “significativa” la scelta di un Paese che vuole tornare a essere modello di pluralismo. Nel programma vi sarà anche un incontro sul dialogo islamo-cristiano. Da Aoun (cristiano) allo sciita Berry, la gioia di istituzioni e autorità per l’annuncio, che porta a compimento il “voto” del predecessore Francesco.
A promuovere l’iniziativa il Ccide e Ncjp Pakistan. Presenti fra gli altri studenti, attivisti e personalità musulmane, cristiane, indù, Sikh, Parsi. Il richiamo al fondatore della nazione e ai valori di tolleranza e libertà di culto. Il vero cambiamento è tradurre in atti concreti i valori di comprensione, amore, rispetto e pace.
Un tribunale ha confermato in appello decine di anni di prigione a carico di cinque imputati. La loro “colpa” è aver partecipato a funzioni nelle chiese domestiche, seguito corsi sulla fede online e di formazione all’estero (Turchia). Il 7 ottobre un altro processo per vilipendio. Ad agosto la tv di Stato ha trasmesso un documentario di propaganda con confessioni forzate di convertiti.
L’omicidio è avvenuto ieri nel villaggio di Anaz, periferia occidentale di Homs. Gli assalitori, in moto, hanno esploso almeno 30 proiettili per poi far perdere le loro tracce. Ignota la matrice del gesto. Secondo l'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani una delle vittime era stata citata in giudizio, ma scagionata per mancanza di prove, da persone del villaggio di Al-Hosn dove si sono rifugiati gli autori dell’omicidio.
Per l'esponente ebraico, figura di spicco nelle relazioni con cristiani e musulmani, la “Casa della famiglia abramitica” ad Abu Dhabi è un “luogo ideale” per sviluppare il punto 18 del piano Usa per la fine della guerra nella Striscia. "Quella clausola era già presente negli Accordi di Abramo, ma non è stata attuata”. L’importanza di un “patriarca latino molto saggio e profondamente spirituale come Pizzaballa, che comprende le paure e le aspirazioni delle diverse parti”.
L'esponente cattolico palestinese guarda con favore alla proposta in 20 punti su Gaza: "Imperativo fermare morte e distruzione". Il nodo di Hamas (con le sue diverse anime) che deve ancora rispondere. L’auspicio di un “primo passo” verso la fine del conflitto, e una ricostruzione che esclude sfollamenti o la trasformazione della Striscia in una riviera. L’importanza di una forza internazionale e il ruolo di Paesi musulmani come l’Indonesia.
Domani ricorre il primo anniversario dell’uccisione in un raid israeliano del leader storico del “Partito di Dio” e del suo delfino Hachem Safieddine. Sfidando il premier e le direttive del governo, il movimento ha proiettato i loro volti sulla roccia di Raouché davanti a migliaia di sostenitori. I rischi di una crisi di governo e di un ritorno all’impunità.
In due occasioni decine di estremisti hanno interrotto le preghiere domenicali di una comunità protestante. Per gli assalitori l’abitazione-negozio non avrebbe i permessi necessari per essere usata anche come chiesa domestica. Polemiche in rete e appelli alla libertà di culto. Ancora una volta le pratiche urbanistiche usate come pretesto per impedire ai cristiani di pregare.
Dietro la controversia la richiesta di capi e movimenti musulmani di cancellare la circolare governativa per l’assunzione nelle primarie pubbliche di insegnanti di musica. La definiscono una scelta “islamofoba”. Insorge la società civile che difende la laicità degli istituti. Lo scontro specchio delle tensioni profonde fra chi sostiene la sharia e chi difende la Costituzione.
Per una settimana il prefetto del Dicastero per il dialogo interreligioso in visita nel Bangladesh per incontri con capi religiosi, funzionari governativi e membri di comunità. Il presidente della Corte Suprema invita a superare divisioni religiose, di genere e razziali per una società pacifica e inclusiva. L’omelia del porporato incentrata sull’umiltà e sui pericoli dell’orgoglio.
Prelevati la croce d’oro, chiavi, telefono e altri effetti personali al vicario generale Naaman. Due uomini hanno detto di appartenere alla “sicurezza” e lo hanno colpito, ferendolo. Attivisti contro i nuovi leader del Paese, incapaci di tutelare le minoranze. A Idlib dopo 14 anni riapre la chiesa di Sant’Anna.
Il 14enne Shamraiz Masih è stato circuito e rapito da alcune persone. La madre Rehana Imran ha cercato di denunciare alla polizia, ma gli agenti hanno mostrato solo “apatia e disinteresse”. In tribunale i giudici hanno confermato l’affido a lontani parenti musulmani da tempo. Attivisti confermano: “Questo non è un caso isolato”.
Pechino continua a violare i diritti e ad abusare degli uiguri e di altre minoranze musulmane nella regione occidentale. Famiglie delle vittime messe a tacere e minacciate. I racconti di quanti aspettano il ritorno di un familiare dai centri di detenzione. Brooks: “Distrutte vite, famiglie separate e comunità smantellate dalla continua crudeltà delle autorità cinesi”.
È quanto emerge da uno studio pubblicato dall’Institute of Policy Studies (Ips). Vi è un “aumento significativo” del valore della religione rispetto a indagini analoghe del 2013 e 2018, ma assume connotazioni “individualizzate e digitali”. Perdono centralità i luoghi di culto, mentre si rafforza l’uso delle piattaforme online per raggiungere i fedeli.
Il patriarca maronita ha detto che il pontefice è atteso “entro dicembre”. Una visita che potrebbe rientrare nel viaggio a Nicea, nel solco di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. Dalla Santa Sede non vi sono informazioni ufficiali. Prevale un approccio improntato alla prudenza per le tensioni nel sud - un morto oggi - e la controversia sulla resa delle armi di Hezbollah.
Islamabad ha ripreso i rimpatri forzati, fissando al primo settembre la scadenza per la partenza di 1,4 milioni di afghani. La decisione è stata presa nonostante il disastro umanitario in patria, dove, secondo un recente rapporto del Dipartimento di Stato Usa, i talebani impongono un “sistema istituzionalizzato di repressione”.
Sandra Awad, già responsabile Caritas oggi collaboratrice dell’Unicef, ha raccontato in questi anni le devastazioni della guerra. Oggi ricorda che, pur fra violenze e criticità, la comunità riveste un “ruolo fondamentale” nel diffondere “lo spirito del perdono” e “sanare le divisioni settarie”. E lancia un appello: “Liberatevi dalle catene della paura”.
Di questi solo 11 sono stati rilasciati dietro cauzione. Gli altri restano in prigione e si sommano agli oltre 60 già in cella prima del conflitto per motivi di fede. Secondo il ministero dell’Intelligence sono “mercenari del Mossad” addestrati all’estero da chiese negli Stati Uniti e in Israele. Article18: la loro “colpa” aver partecipato “a un raduno” di fedeli “in un Paese vicino”.
Il primate caldeo ricorda il carico di morte e distruzione legato all’ascesa dello Stato islamico, ancora oggi attuali. Mancanza di diritti e sicurezza spingono alla fuga. A questo si aggiungono le persecuzioni di “milizie” che praticano “estorsioni, vessazioni, intimidazioni e sequestro di quote parlamentari”.
L’obiettivo è di correggere rappresentazioni errate o distorte in materia di sessualità o di sieropositività. La vicenda di un incontro promosso da medici e professionisti in materia e scambiato per “festa gay”, con la polizia che ha compiuto venti arresti. Gruppi pro diritti avvertono: il rischio è di alimentare lo stigma, scoraggiare le cure e mettere in pericolo comunità vulnerabili.
Le forze armate siriane sono schierate da ieri ad Al-Suwayda e hanno imposto il coprifuoco. Negli scontri innescati da un incidente isolato sono morte un centinaio di persone, fra le quali 60 drusi. In gioco la nuova fase di “integrazione” della provincia con la Siria islamista di Ahmed al-Sharaa ma anche le relazioni con Israele. Sventato un attentato a una chiesa a Tartus.
Un orafo è stato assassinato da una banda di criminali per essersi rifiutato di pagare il pizzo. Una vicenda che conferma il clima di impunità e illegalità in ampie zone del Paese. E a poco servono le rassicurazioni di al-Sharaa in una Siria che si “islamizza”. A Beirut il Comitato esecutivo del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente ricorda e prega per i “martiri” di Damasco.
In un filmato diffuso su TikTok incoraggiava il passaggio all’islam in segreto di bambini non musulmani. I giudici hanno dichiarato la pratica contraria alla Costituzione e imposto la cancellazione dei video al controverso leader islamico Firdaus Wong Wai Hung. Il caso si aggiunge ai dibattiti in corso in Malaysia su libertà religiosa, autorità dei genitori e ruolo della fede nelle istituzioni pubbliche.