A conclusione dell’udienza del mercoledì il pontefice ha ricordato “l’ottantesimo anniversario del bombardamento atomico”. Al “mondo contemporaneo” segnato da “tensioni e sanguinosi conflitti” l’invito a usare gli strumenti di “giustizia, dialogo, fraternità”. Nella catechesi ha sottolineato come l’amore non è frutto del caso, ma di una scelta consapevole. E l’Eucaristia non si celebra “soltanto sull’altare, ma anche nella quotidianità”.
Una jirga per la pace, composta da capi villaggio e rappresentati dei talebani, ha dato il via a un dialogo tra Islamabad e i Tehreek-i-Taliban Pakistan, che però chiedono il controllo delle aree tribali al confine con l'Afghanistan senza abbandonare il Paese. L’accordo di cessate il fuoco raggiunto finora è limitato e privo di garanzie ufficiali, ma soprattutto resta alta la sfiducia della popolazione locale nei confronti del governo.
Durante un incontro ospitato dalla Conferenza episcopale indonesiana, i rappresentanti delle principali fedi del Paese hanno espresso forte preoccupazione per le violenze e le restrizioni subite dalle minoranze religiose e hanno chiesto la revisione del decreto del 2006 sui luoghi di culto e un intervento deciso delle autorità da parte del governo.
Nell’anno giubilare un gruppo di 12 cattolici promuove la pastorale nelle carceri. “Mission in Prison” vuole dare ai detenuti “speranza e fede che Dio li ama anche nei momenti più bui”. Il progetto guidato da Manuben, egli stesso ex detenuto che vuole “rendere la prigione un luogo di preghiera”.
Le notizie di oggi: il Giappone ricorda gli 80 anni dalla bomba atomica su Hiroshima in un mondo a rischio escalation nucleare. Tensioni nel gabinetto di guerra israeliano sul piano di occupazione totale di Gaza, che l’Onu definisce “profondamente allarmante”. In Pakistan oltre 240 arresti fra i sostenitori dell’ex premier incarcerato Imran Khan. In Vietnam esportazioni a livelli record.
Il Parlamento discute una proposta normativa che vuole regolare il diritto a manifestare ed esprimere il dissenso. I timori di attivisti e ong secondo i quali il testo - che non è stato resto ancora pubblico - rischia di affossare le libertà personali e civili in una nazione che si avvia al voto. Fra gennaio e giugno almeno 20 persone incriminate per esercizio pacifico “di libertà di espressione”.