In tutto il Kazakistan si è intrapresa l’opera della nuova onomastica stradale, considerata fondamentale per “la rinascita delle tradizioni popolari e il rafforzamento dell’unità della società". Emblematico il caso della città settentrionale, che già nel nome esprime lo stretto legame storico con gli zar, in cui sono statio redifiniti i nomi di 28 vie nel quartiere di Birlik con l'obiettivo di armonizzare lo spirito russo con quello kazako.
Il Forum economico internazionale di San Pietroburgo, ideato personalmente da Vladimir Putin, è stato la consueta arena per la proclamazione del “luminoso futuro” dell’economia russa. Accanto a quella dei burocrati del Cremlino, quest’anno spiccava la presenza di figlie e parenti dello stesso Putin e di altri gerarchi. Più che eredi ai ruoli apicali, sono apparsi come degli influencer per il pubblico più giovane.
La storia e il profilo del "nuovo monastero" nato in Polonia nel 1885 e insediatosi in Normandia nel 1950 dopo un lungo peregrinare, lo rendono oggi ancora più popolare tra i tanti russi all’estero, che intendono conservare la propria tradizione senza partecipare alle iniziative bellico-patriottiche di Kirill e degli altri gerarchi russi attuali.
Alcune parole ostili verso l'islam dell’igumeno Gavriil sembrano aver dato voce a un malcontento molto diffuso tra gli ortodossi più intransigenti, che vedono come un pericolo “l’armata musulmana”. Polemiche che mostrano una crepa nel corso “eurasiatico” della politica statale e religiosa della Russia di oggi
Le autorità dell’Estonia hanno più volte ribadito che “la Russia rimane la più grande minaccia per la nostra sicurezza” e hanno comunicato l’intenzione di aprire una nuova base militare a Narva, la città divisa a metà dal fiume omonimo, uno dei punti più sensibili. Ma tra la popolazione europea è sempre più diffusa la convinzione sulla “inopportunità di una difesa della Nato ai confini con la Russia”, tesi di fatto sostenuta anche dall'amministrazione di Donald Trump.
La Pentecoste e il "Giorno della Russia" caduti a pochi giorni di distanza l'uno dall'altro. "Dove sei, mia Chiesa?" si è chiesto amaramente p. Andrej Misjuk invocando il ritorno a una fede che "non sopporti la menzogna, non benedica quelli che è impossibile benedire, e di nuovo s’incammini sulla via che da Gerusalemme conduce verso l’Eterno”. Mentre nella sua nuova "Favola" Vladimir Sorokin racconta il mondo post-apocalittico.