15/10/2015, 00.00
INDONESIA
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Aceh, attacchi alle chiese: migliaia di persone in fuga dalle violenze religiose

di Mathias Hariyadi
Circa 7mila persone fuggono dal distretto di Singkil: due giorni fa un gruppo di musulmani ha dato fuoco a due chiese. Almeno 2mila profughi hanno raggiunto la diocesi di Sibolga, al sud. Singkil non era stata teatro di scontri religiosi prima: dal 1979 vige un accordo tra musulmani e cristiani.

Jakarta (AsiaNews) – Migliaia di persone hanno abbandonato le loro case e fuggono dal distretto di Singkil, nella provincia di Aceh, dopo gli episodi di violenza confessionale di due giorni fa. Centinaia di musulmani appartenenti all’Islamic Youth Movement (Ppi) hanno incendiato due chiese cristiane e ingaggiato una sorta di guerriglia contro i cristiani. Il bilancio aggiornato è di due morti tra gli assalitori e alcuni feriti. Centinaia di famiglie, quasi 7mila persone, abbandonano la zona per timore di recrudescenza del conflitto.

Il distretto di Singkil è collocato all’estremo sud della provincia di Aceh, a pochi chilometri dal confine con il Sumatra del Nord, dove stanno affluendo i fuggitivi. Ad Aceh vige la sharia islamica. In una lettera indirizzata a Kelompok Bakti Kasih Kemanusiaan (Kbkk), gruppo umanitario cattolico con sede a Jakarta, il sacerdote crocigero Ipung Purwosuranto afferma che centinaia di persone stanno cercando rifugio nel Sumatra del Nord: “A decine sono arrivati chiedendo asilo alla parrocchia di San Michele a Tumajae, nella diocesi di Sibolga. Sono ospitati temporaneamente nella canonica e nella casa delle suore”.

Secondo p. Dominikus Sibagariang Ofm, il flusso di rifugiati avrebbe raggiunto le 2mila unità: “Diversi sacerdoti cappuccini li aiutano portando loro generi alimentari insieme alle suore locali. È una missione umanitaria. La presenza dei sacerdoti dà alla gente un senso di speranza e sicurezza”.

Gli incidenti di Singkil si sono verificati a causa della rabbia dei gruppi musulmani nei confronti della costruzione di troppe chiese “illegali” (perché privi dell’Izin Mendirikan Bangunan, il permesso di costruzione). La regione non aveva mai registrato episodi di odio confessionale prima. Secondo Safriadi, capo del distretto, le comunità musulmana e cristiane hanno firmato un trattato di pace nel 1979, poi confermato nel 2001, in cui si impegnano a mantenere un coesistenza pacifica.

L’accordo prevede il diritto per i cristiani di costruire chiese, ma solo una su quattro permanente; le altre, “mobili”, vengono chiamate “undung-undung”. “Al giorno d’oggi – spiega Safriadi – il numero di undung-undung è più alto di quello pattuito. I cristiani ne hanno almeno 24, e questo ha scatenato la protesta dei leader musulmani”.

Il 6 ottobre la comunità islamica ha manifestato in modo pacifico chiedendo lo smantellamento delle chiese temporanee illegali, ottenendo la promessa del capo distretto. Un ulteriore accordo del 10 ottobre ha stabilito la distruzione di 10 luoghi di culto cristiani. L’inizio delle demolizioni era programmato per il 19 ottobre e si sarebbe concluso nel giro di due settimane. La comunità islamica, spazientita dall’attesa, ha deciso di farsi giustizia da sé appiccando il fuoco a due chiese.

La provincia di Aceh ha introdotto la legge islamica (shari'a), in seguito a un accordo di pace fra Jakarta e Movimento per la liberazione di Aceh (Gam), e in molte altre aree (come Bekasi e Bogor nel West Java) si fa sempre più radicale ed estrema la visione dell’islam. 

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