12/06/2021, 12.38
MYANMAR
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Appello dei vescovi birmani: corridoi umanitari, chiese-rifugio, la fine delle violenze

di Bernardo Cervellera

Sono le richieste urgenti dopo i bombardamenti alle chiese della diocesi di Loikaw, i morti e la fuga nelle foreste di migliaia di sfollati, che ora rischiano di morire di fame. La pace è ancora possibile. Momenti liturgici e di preghiera in tutte le diocesi perché “il nostro destino è nelle mani di Dio”.

Roma – Corridoi umanitari per raggiungere migliaia di persone scappate nella giungla per sfuggire agli assalti e ai bombardamenti dei militari della giunta; rispettare le regole internazionali in tempo di conflitto, lasciando che chiese, templi, monasteri, pagode, scuole, ospedali siano luoghi di rifugio per la popolazione, sottratti alle violenze; una serie di appuntamenti liturgici e preghiere per far maturare il Paese nella pace. Sono le richieste pressanti che vengono dai vescovi del Myanmar, che ieri hanno lanciato un nuovo appello - “come leader di comunità di fede” e non come “politici” - dopo i recenti bombardamenti dell’esercito nella diocesi di Loikaw (Stato Kayah), che hanno colpito quattro chiese, fatto diversi morti, e spinto migliaia a trovare rifugio nelle foreste, dove ora non hanno da mangiare o da bere.

Da diverse settimane nello Stato Kayah vi sono scontri fra l’esercito e i gruppi armati etnici dei karen, la popolazione locale. Per sfuggire agli attacchi, alle perquisizioni e alle uccisioni dei militari, la gente lascia le case e i villaggi e si rifugia nelle chiese o in altri luoghi di culto. Sebbene i capi dell’esercito abbiano promesso di risparmiare i luoghi di culto, nelle scorse settimane sono state colpite quattro chiese: quella di Maria Regina della Pace, a Daw Ngan Kha; la chiesa di Kayan Thaya; quella di san Giuseppe a Demoso; quella del sacro Cuore a Kayantharyar. Negli stessi giorni, capi della giunta si sono incontrati con gruppi buddisti fondamentalisti, rigettati dalle autorità buddiste ufficiali. Osservatori pensano che la giunta voglia scatenare una specie di “guerra religiosa”, un metodo che i militari hanno usato già in passato per esercitare il loro dominio.

I vescovi esigono che si rispetti la “dignità umana” della popolazione e si lavori “per una pace duratura”.

L’appello è rivolto al “caro popolo del Myanmar” e “alle altre parti interessate”, che comprende la giunta militare – non definita come “leader” o come “governo” – e il governo di unità nazionale, formato da parlamentari deposti dall’esercito e da personalità in esilio. Il documento termina con una frase già usata molte volte dal card. Charles Bo: la pace è possibile, la pace è l’unica via (B.C.)

 

11 giugno 2021

A tutto il nostro caro popolo del Myanmar e alle altre parti interessate

Saluti dai vescovi cattolici del Myanmar

Mentre il nostro Paese attraversa momenti di sfide, questo appello è fatto su basi umanitarie. Noi non siamo politici, siamo leader di comunità di fede, accompagniamo la nostra gente nel loro cammino verso la dignità umana.

1. Chiediamo corridoi umanitari per le zone di conflitto: Migliaia di gente nostra, specie i vecchi e i bambini stanno morendo di fame nella jungla. La fame di persone innocenti è l’esperienza più straziante per il cuore. Noi supplichiamo con tutta la gentilezza di permettere corridoi umanitari per raggiungere le masse di affamati ovunque esse siano. Essi sono nostri cittadini e hanno diritti essenziali al cibo e alla sicurezza.

2. Rispettare il diritto di asilo e la santità dei luoghi di preghiera: Nel recente conflitto migliaia hanno cercato sicurezza nelle chiese. Quattro chiese a Loikaw sono state attaccate e migliaia sono fuggiti nella giungla. Per favore, rispettate le norme internazionali di asilo nei tempi di guerra: chiese, pagode, monasteri, moschee, templi, comprese scuole e ospedali sono riconosciuti come luoghi neutrali di rifugio durante i conflitti. Noi ci appelliamo perché questi luoghi non siano attaccati e il popolo che vi cerca rifugio sia protetto.

3. Ci appelliamo a tutte le diocesi cattoliche: Il nostro destino è nelle mani di Dio. Dio deve cambiare i cuori di tutti, portando pace a questa nazione. Come nazione abbiamo sofferto molto e ciò deve terminare. Ogni diocesi apra un periodo di intensa preghiera, cercando la compassione nel cuore di tutti e la pace per questa nazione. Chiediamo a tutte le diocesi:

a. di offrire la messa quotidiana per la pace e la riconciliazione del Paese;

b. dopo la funzione, di pregare con la preghiera messa a disposizione dalla Conferenza episcopale;

c. di fare un’ora di adorazione ogni giorno, da soli o in gruppi;

d. di pregare il Rosario e chiedere la materna protezione di Maria, Madre del perpetuo soccorso.

4. Lavorare per una pace durevole: Questo Paese è stato in conflitto per gli ultimi 70 anni. Ciò che resta sono solo lacrime e ferite di persone innocenti. Nonostante gli eventi recenti, come nazione abbiamo bisogno di investire sulla pace. Nessuno ha mai vinto una guerra in questo Paese.  È nostro dovere lavorare verso la pace. Questo Paese merita di essere unito alla comunità delle nazioni, lasciando il suo passato alla storia, investendo nella pace. La dignità umana è data da Dio e nessuna violenza può negare le aspirazioni del popolo per la dignità umana. Tutto ciò può essere conquistato con mezzi pacifici, come ci mostra la lezione della storia. La pace è ancora possibile. La pace è la strada.

In solidarietà con il popolo del Myanmar.

Il Presidente e i vescovi della Conferenza episcopale del Myanmar

 

Seguono i nomi e le firme di:

Card. Charles Bo,

presidente, Arcidiocesi di Yangon

Mons. John Mahn Hsane Hgyi

Vicepresidente, Diocesi di Pathein

Mons. John Saw Yaw Han

Segretario generale, Vescovo ausiliare di Yangon

Mons. John Saw Gawdy

Sostituto Diocesi di Taungngu

Mons. Basilio Athai

Arcidiocesi di Taunggyi

Mons. Marco Tin Win

Arcidiocesi di Mandalay

Mons. Raymond Saw Po Ray

Diocesi di Mawlamyaing

Mons. Justine Saw Min Thide

Diocesi di Hpa-an

Mons. Alexander Pyone Cho

Diocesi di Pyay

Mons. Lucius Hre Kung

Diocesi di Hakha

Mons. Raymond Sumlut Gam

Diocesi di Bamaw

Mons. Lucas Dau Ze

Diocesi di Lashio

Mons. Noel Saw Naw Aye

Vescovo ausiliare di Yangon

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