14/10/2006, 00.00
NEPAL
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Cattolici, buddisti ed indù: "araldo di pace" l'incontro fra il Papa ed il Dalai Lama

di Prakash Dubey

I due leader religiosi hanno "un messaggio di pace che può fermare la scia di sangue versato da peccatori affamati di potere".

Lumbini (AsiaNews) – L'incontro fra Benedetto XVI ed il Dalai Lama rappresenta "un momento unico, un araldo di pace, che ha visto i discepoli di Cristo e Buddha insieme. Solo loro possono fermare questa ondata di violenza e terrorismo che viene da chi usa la religione con scopi politici". E' questo il commento raccolto da AsiaNews fra i cattolici ed i buddisti di Lumbini, la "culla di Buddha", a proposito dell'udienza privata concessa ieri dal pontefice al leader dei buddisti tibetani.

Bhante Satyabrata, monaco buddista, dice: "L'incontro fra i 2 rappresenta per me un momento storico, forse deciso da un ordine divino che vuole fermare il sangue che sta scorrendo in questi tempi in nome della religione. Per chiunque ami la pace, queste 2 figure hanno un messaggio: il loro incontro ha un valore simbolico importantissimo".

Il monaco sottolinea che "questa ondata di violenza non ha alcun tipo di contenuto religioso: è solo un tremendo strumento politico nelle mani di assetati di dominazione, che cercano di usare la fede di molte persone per giustificare la loro sete di potere".

"Il Papa ed il Dalai Lama – conclude – non hanno armi potenti ma sono padroni del cuore di milioni di persone in tutto il mondo. Il loro colloquio è stato incentrato sulla pace, non sulla violenza. Questo evento testimonia che Dio non è miope alle nostre richieste ed agisce per far trionfare l'amore sull'odio".

Per suor Celestina, religiosa cattolica, "i 2 leader religiosi hanno sottolineato quanto sia importante in questo periodo il dialogo fra le religioni. Il cristianesimo ed il buddismo hanno riti e tradizioni diverse, ma promuovono la stessa teologia di pace".

La religiosa aggiunge che questo "non è certo una coincidenza, se ricordiamo che Cristo è il principe della pace ed il Buddha viene chiamato l'apostolo della pace. L'incontro vuole dare un chiaro messaggio, che viene da Dio: chi usa la violenza in nome della religione commette un atto sacrilego e va considerato un peccatore per cui pregare".

Devendra Nath Nepali, attivista indù, dice ad AsiaNews che "ciò che è stato fatto ieri dai vertici del buddismo e del cristianesimo va imitato da tutti gli altri leader religiosi. Un incontro fra cristiani, buddisti, indù, musulmani, ebrei e tutte le altre religioni, convocato per discutere un freno alla violenza, potrebbe cambiare il mondo".

"Io – conclude – non credo che le armi delle Nazioni Unite possano vincere la violenza. Solo le armi dei nostri leader religiosi, l'amore ed il dialogo, possono fermare veramente questo sangue innocente che bagna il mondo intero".

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