18/02/2016, 08.53
SIRIA - TURCHIA
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Centinaia di miliziani superano il confine turco per unirsi a ribelli e jihadisti in Siria

Fonti locali riferiscono che “almeno 500 guerriglieri” hanno “varcato la frontiera a Bab al-Salam” e si dirigono verso il campo di battaglia. Fra questi vi sono sia combattenti dell’opposizione, che miliziani estremisti. Arrivati a destinazione i convogli carichi di aiuti per le cittadine sotto assedio. 

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Centinaia di miliziani hanno attraversato nelle ultime ore il confine fra Turchia e Siria, per dirigersi verso la città di Azaz, nella provincia settentrionale di Aleppo, e unirsi alle fila dei gruppi ribelli e le forze di opposizione. Secondo quanto riferisce Rami Abdel, dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, gruppo con base a Londra e una fitta rete di informatori sul territorio, “almeno 500 ribelli hanno varcato la frontiera a Bab al-Salam”. Essi si dirigono verso il campo di battaglia, per aiutare “gli insorti” che di recente hanno subito pesanti perdite “in seguito all’avanzata delle forze curde”. 

Fra le centinaia di cosiddetti miliziani che hanno varcato il confine vi sono sia combattenti dell’opposizione, che jihadisti vicini ad al Nusra e allo Stato islamico. Fonti locali riferiscono che è la seconda volta in pochi giorni che un gruppo consistente di ribelli supera la frontiera; altri 350 erano passati attraverso il punto di controllo di Atme lo scorso 14 febbraio, muniti di armi leggere e pesanti. 

Negli ultimi tempi le forze di opposizione hanno perso terreno davanti all’avanzata delle truppe governative (sostenute dai raid aerei russi) e dai peshmerga curdi nella provincia di Aleppo. Questi ultimi hanno ripreso il controllo di Tal Rifaat e continuano a perseguire l’obiettivo di uno Stato autonomo nella regione. Oggi nelle mani dei ribelli sono rimaste solo la città di Azaz, nei pressi del confine con la Turchia e Marea, quasi per intero accerchiata dalle forze curde a ovest e dallo Stato islamico a est. 

Ieri intanto alcuni convogli Onu carichi di aiuti hanno raggiunto le città di Muadhamiya e Madaya, nei pressi di Damasco, nelle mani dei ribelli e i villaggi pro-governativi di Foah e Kefraya, a nord. Altri aiuti sono attesi nelle prossime ore a Zabadani. Fonti delle Nazioni Unite riferiscono che vi sono almeno 500mila siriani che vivono in zone sotto assedio; la consegna di cibo e generi di prima necessità è parte dell’accordo che dovrebbe portare, entro domani, alla “cessazione delle ostilità”. 

La guerra in Siria, divampata nel marzo 2011 come moto di protesta popolare contro il presidente Bashar al-Assad e divenuta un conflitto diffuso con derive estremiste islamiche e movimenti jihadisti, ha causato oltre 260mila morti.

Essa ha inoltre originato una delle più gravi crisi umanitarie della storia, costringendo 4,6 milioni di siriani a cercare riparo all’esterno, soprattutto in Giordania, Libano, Turchia, Iraq ed Egitto. Altre centinaia di migliaia hanno provato a raggiungere l’Europa, pagando a volte al prezzo della vita la traversata del Mediterraneo.

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