08/04/2016, 09.04
BANGLADESH
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Dhaka, gli studenti protestano per l’uccisione del blogger Nazimuddin Samad

Il blogger è stato ucciso per le sue idee laiche e democratiche. I compagni di studio hanno bloccato le strade intorno all’università dove il ragazzo studiava e hanno protestato contro l’inazione del governo. Secondo gli studenti, l’incapacità della polizia nel perseguire i colpevoli degli omicidi di altri quattro blogger, avrebbe “contribuito” alla morte di Nazimuddin.

Dhaka (AsiaNews/Agenzie) – Gli studenti della Jagannath University, l’ateneo dove studiava Nazimuddin Samad, il blogger ucciso a colpi di machete, sono scesi per le strade di Dhaka per protestare contro l’inazione del governo di fronte al crescente estremismo islamico. Anche se nessuno ha ancora rivendicato l’omicidio del giovane di 28 anni, gli inquirenti hanno dichiarato che la dinamica dell’aggressione somiglia a quella utilizzata dal gruppo islamico Ansarullah Bangla Team, bandito dallo Stato e già accusato degli omicidi premeditati di altri pensatori accusati di essere “atei”.

Nazimuddin è stato assassinato a Dhaka la sera del 6 aprile sotto gli occhi di decine di testimoni, mentre rincasava dopo le lezioni all’università. È stato prima colpito a colpi di machete e poi ucciso con uno sparo in testa. Secondo i testimoni, mentre lo uccidevano, gli assassini avrebbero gridato “Allahu Akbar” (Allah è grande).

Il ragazzo si era espresso più volte contro la deriva estremista nel Paese e sul suo profilo Facebook aveva scritto di “non appartenere a nessuna religione”. Era originario di Sylhet e faceva parte del movimento Ganajagaran Mancha, che opera per la difesa del libero pensiero in Bangladesh e chiede la punizione per i criminali di guerra della lotta di liberazione del 1971.

Il corpo di Nazimuddin è stato riconsegnato ieri ai familiari, dopo che era stato trasportato al Sir Salimullah Medical College della capitale. I suoi compagni di università hanno bloccato le strade intorno alla facoltà. Secondo loro, l’inazione della polizia nei precedenti omicidi di quattro blogger avrebbe “contribuito” alla morte dello studente.

Kabir Chowdhury Tanmoy, presidente di Online Activist Forum, ha dichiarato: “Giovani di talento sono uccisi uno dopo l’altro, ma non c’è traccia di misure visibili contro questi atti brutali”.

Da diverso tempo estremisti islamici prendono di mira liberi pensatori e attivisti democratici. Ahmed Rajib Haider è stato il primo blogger a essere ucciso nel 2013. Dall’inizio del 2015, altri quattro blogger hanno perso la vita: a febbraio Avijt Roy; a fine marzo, Oyasiqur Rahman; due mesi più tardi è stato il turno di Ananta Bijoy Das; l’ultimo, Niloy Chakrabarti, è stato giustiziato ad agosto, sotto gli occhi della madre e della sorella. Il 31 ottobre Faisal Arefin Dipan, un editore dalle idee progressiste, è stato ucciso a coltellate.

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