06/02/2009, 00.00
NEPAL
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Due ospedali indiani chiudono per lo sciopero dei sindacati maoisti nepalesi

di Kalpit Parajuli
I lavoratori chiedono l’aumento degli stipendi. Le due cliniche garantiscono solo i servizi di emergenza, centinaia di persone rimangono senza cure mediche . Il primo ministro maoista chiede la fine della “cultura degli scioperi”, che ha messo in crisi l’economia ed i rapporti commerciali con i partner stranieri.
Kathmandu (AsiaNews) - Due ospedali di proprietà indiana chiudono per gli scioperi dei sindacati maoisti che chiedono un aumento degli stipendi. Il Manipal Hospital di Pokhara e il B.P. Koirala Institute of Health Science di Dharan hanno sospeso le attività dopo che il personale ha incrociato le braccia in segno di protesta per i salari troppo bassi.
 
A guidare le proteste, iniziate il 2 febbraio, la Nepal Health Workers Union (Anhwu), e la Non-Teaching Staff Union, sindacati legati al partito maoista al governo. I manifestanti chiedono contratti fissati in 240 giorni lavorativi e un aumento degli stipendi secondo quanto stabilito dalle tabelle retributive annunciate dal governo. L’amministratore del Manipal Hospital dichiara che il suo ospedale “sta assicurando stipendi e facilitazioni molto più alti di quelle offerte da altri nel Paese e che gli operatori sanitari guadagnano molto più di quanto previsto dalle tabelle del governo”.
 
Con i suoi 700 posti letti il Manipal Hospital è una delle più grandi cliniche universitarie del Nepal; il B.P. Koirala Institute of Health Science (Bpkihs), collegato all’ospedale di Pokhara, garantisce 1500 posti di degenza. Le due strutture hanno un personale sanitario complessivo di 1750 persone.
 
Gli scioperi costringono entrambe le strutture a assicurare solo il servizio di emergenza, garantito da medici indiani, e mettono in crisi il sistema sanitario dei due distretti di Kaski e Sunsari dove operano i due ospedali: i pazienti rimasti senza cure sono centinaia.
 
Shiva K.C., tesoriera dell’Anhwu afferma: “Non abbiamo chiuso gli ospedali, li abbiamo soli messi fuori servizio con le nostre domande”. Devi Bahadur Rai, coordinatore degli scioperi al Bpkihs di Dharan, assicura che le manifestazioni continueranno sino a che “la direzione [degli ospedali] non provvederà all’aumento del 10% dei salari”
 
Le proteste sono iniziate due giorni dopo l’appello del primo ministro e presidente del partito maoista,  Pushpa Kamal Dahal “Prachanda”, a porre fine alla “cultura dei bandha”, il nome degli scioperi in Nepal. Da diversi mesi i sindacati maoisti stanno mettendo a dura prova l’economia del Paese con scioperi in tutti gli ambiti lavorativi che colpiscono soprattutto le aziende straniere, su tutte quelle indiane.
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