27/07/2017, 11.20
TERRA SANTA
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Gerusalemme, una conferenza interreligiosa per la pace e il perdono

Hanno partecipato all’evento rappresentanti di tutte e tre le religioni monoteistiche di Terra Santa. In un mondo dove ferire l’altro è un “passatempo”, serve intraprendere un cammino per un futuro non segnato dall’odio. Chi serba rancore ne è la prima vittima. Fondamentale, educare i bambini destinati a portare questi valori nel futuro. Per il Cardinal Tagle bisogna seguire l’esempio di Cristo sulla croce nella testimonianza del perdono.

Gerusalemme (AsiaNews/Lpj) – Diverse personalità delle tre religioni monoteistiche di Terra Santa si sono incontrate a Gerusalemme per una conferenza interreligiosa per la Pace. Al centro dell’evento l’esperienza del perdono. A riferirlo è il Patriarcato latino di Gerusalemme sul proprio sito. La conferenza si è tenuta al Centro di Nostra Signora di Gerusalemme il 12 e 13 luglio. Di seguito, riportiamo il comunicato pubblicato ieri. (Traduzione a cura di AsiaNews)

Lo scorso 12 e 13 luglio, il Centro di Nostra Signora di Gerusalemme ha ospitato una conferenza di due giorni sul tema del perdono dal titolo “Vedere più in là della tempesta”.

Fra i partecipanti si trovavano in particolare alcuni rappresentanti e leader di fama mondiale delle tre religioni abramitiche come il cardinal Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, il dottor Adamou Ndam Njoya, professore all’università di Yaoundé, il rabbino Jonathan Henry Sacks, gran rabbino emerito d’Inghilterra, mons. William Shomali, vicario episcopale del Patriarcato latino di Gerusalemme per la Giordania, il ministro degli affari religiosi dell’Autorità palestinese, M. Mahmoud al-Habbash, ma anche altre persone desiderose di prendere parte a questa iniziativa interreligiosa con l’obbiettivo di approfondire il significato della nozione di perdono.

Di fronte all’implacabile costanza della violenza in un mondo dove, come ha sottolineato il cardinal Tagle, “ferire gli altri è diventato un passatempo giornaliero”, e in particolare nella Gerusalemme delle tre religioni monoteiste, i partecipanti hanno convenuto sull’assoluta necessità di intraprendere un cammino verso un’autentica riflessione su come costruire per l’avvenire una società meno segnata da conflitti e odio, trasmessi di generazione in generazione. Il prof. Enright, che ha avuto l’intuizione della conferenza e che insegna il perdono come una scienza all’università del Wisconsin (Usa), ha affermato che non c’è contraddizione fra il perdonare e il cercare giustizia senza attaccarsi all’odio.

Mons. Shomali ha parlato degli effetti negativi dell’odio e del fatto che chi serba rancore ne è la prima vittima per via del legame fra fisico e psiche. Il perdono diventa quindi una liberazione e una guarigione. L’accento è stato posto sul ruolo cruciale dell’educazione e della trasmissione dei valori, come la migliore conoscenza dell’altro e il dialogo, che contribuiranno a creare in modo progressivo un clima di fiducia e un cammino verso il perdono. Mons. Shomali ha anche sottolineato “che è veramente fondamentale educare i bambini al perdono, altrimenti non faremo che perdere tempo” perché “quando diventeranno adulti, trasmetteranno questi valori”.

Il cardinal Tagle ha invitato i partecipati a vivere ed essere testimoni del perdono, seguendo l’esempio di Cristo sulla croce, che ha perdonato quanti l’avevano condannato: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”.

Alla fine della conferenza, tutti i partecipanti hanno sottolineato l’aspetto positivo di una simile iniziativa, insistendo sul fatto che non è obbligatorio andare tutti d’accordo ma che è invece indispensabile continuare a dialogare per mantenere l’obbiettivo comune che è la pace.

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