05/12/2016, 12.02
SIRIA - UE
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Gran Muftì di Damasco: L’Europa aiuti la Siria a domare l’incendio del fondamentalismo

A Dublino incontro interreligioso di leader musulmani e cristiani. Lo sceicco Ahmad Badr El Din Hassun contro le nazioni arabe e le monarchie del Golfo che vogliono distruggere l’anima multi-etnica e culturale del Paese. Gregorio III Laham: operare per la pace, non per accusare. in una guerra “siamo tutti colpevoli”.

 

Dublino (AsiaNews) - Dopo cinque anni “sono potuto andare [ad Aleppo] e ho riportato con me 2200 combattenti pentiti”, che hanno ottenuto “l’amnistia del governo”; una iniziativa che ha sconfessato le posizioni del passato, in cui si chiedeva che i combattenti responsabili “della uccisione di civili” fossero puniti “con la pena capitale”. È quanto ha sottolineato il Gran Muftì della Repubblica Siriana, lo sceicco Ahmad Badr El Din Hassun, invitato a Dublino (Irlanda) insieme al patriarca siro-ortodosso Ignatius Aphrem II e il patriarca greco-melchita Gregorio III Laham. I leader religiosi islamo-cristiani siriani hanno parlato il primo dicembre scorso davanti al Comitato congiunto per gli Affari, il commercio e la difesa irlandese; in particolare, il Gran Muftì ha approfondito la situazione della Siria e della città natia, Aleppo, nella quale dall’inizio della guerra non aveva più potuto rientrare.

Musulmano sunnita, lo sceicco Ahmad Badr El Din Hassun si è sempre distinto per la posizione contraria a qualsiasi prospettiva di divisione inter-confessionale o religiosa fra le varie anime del Paese. Strenuo sostenitore di un’anima multiculturale, multi-etnica e multi-religiosa della Siria, egli si è attirato per questo nel tempo le inimicizie di molti religiosi islamici e di vertici di governo, soprattutto fra le diverse monarchie dei Paesi del Golfo.

All’inizio della guerra, ha raccontato nel suo intervento il Muftì, un principe arabo “mi ha proposto una ingente somma di denaro e una villa, se avessi deciso di fuggire della Siria e dichiararmi contrario al governo”. Al rifiuto opposto, alcuni mercenari inviati a combattere in Siria hanno assassinato suo figlio “gettando la salma davanti all’ingresso della moschea”. Non contenti, la tomba del figlio assassinato è stata in seguito profanata e il corpo trasportato da ignoti in un luogo sconosciuto.

Il Gran Mufti Hassun ha invitato “gli europei che vogliono la pace in Siria, a recarsi a Damasco e discuterne col presidente Bashar al Assad”; egli ha quindi esortato l’opinione pubblica europea a “non credere a quanto viene diffuso dalla stampa in Occidente”, che ha come scopo di denigrare il suo Paese e deformare la realtà. È necessario, ha aggiunto, “sempre sentire le due campane”. “La Siria - ha proseguito Hassun - ha bisogno degli europei per domare l’incendio in corso, che rischia di diffondersi al mondo intero”.

Sulla guerra che imperversa da cinque anni nella terra degli Omeyadi, il Mufti ha detto che “l’Iran e la Russia difendono la Siria, mentre 180 nazioni del mondo sono venute per distruggerla”. Il prezzo pagato dalla Siria è stato elevatissimo dovendo affrontare oltre “300mila combattenti venuti da tutto il pianeta” sotto forma di volontari e mercenari. Egli ha quindi accusato in modo diretto l’Arabia Saudita e Qatar di aver “minacciato i miliziani islamici di morte nel caso si fossero rifiutati di continuare a combattere”. Senza menzionare i nomi, il Mufti ha parlato di “centri islamici” presenti in Europa, che hanno inneggiato “alla creazione di un Califfato islamico in Siria”.

Rispondendo ad una domanda sulle armi chimiche usate in Siria, il Gran Mufti ha detto che “sono stati i combattenti illegali e non il governo ad aver ucciso i civili con armi chimiche”. Egli ha quindi chiarito il motivo per cui, sebbene invitato, non era potuto venire già nel 2008 in Europa per parlare di Siria. Il motivo, aggiunge il leader musulmano sunnita, è che “due Paesi arabi avevano chiesto in via ufficiale che non potessi parlare, accusandomi di essere un laico”.

In seguito ai timori espressi dal patriarca siro-ortodosso sul futuro dei cristiani in Siria “minacciati nella loro propria esistenza”, il Gran Mufti Hassun ha risposto che non vi sarebbe alcun pericolo se i siriani venissero lasciati a decidere da soli. “La Siria - ha spiegato - è un Paese unito ed unico, senza distinzioni alcune fra confessione, religioni ed etnie, cosa rara se non impossibile in qualsiasi altra nazione al mondo”. Egli ha poi espresso il dolore per i “bambini cristiani che sono stati uccisi dai jihadisti durante le feste cristiane”, riferendosi all’uccisione lo scorso anno ad Aleppo di alcuni bambini per mano di cecchini della parte est della città, durante le feste di Natale. All’incontro di Dublino il Patriarca Gregorio III Laham ha infine sottolineato che “siamo qui per operare per la pace, non per accusare; si tratta di una guerra e in una guerra sono tutti colpevoli”.

Tuttavia, la visita del Gran Mufti Hassun - insieme ad una delegazione di religiosi siriani - è stata duramente criticata da Ali Salim, responsabile del Centro culturale islamico in Irlanda [entità finanziata dall’Arabia Saudita]. Egli ha sottolineato che il Muftì quest’anno “aveva chiesto in una predica al governo siriano di pulire il paese dai combattenti criminali islamici”, che operano usando in modo deviato la religione. Da qui l’accusa mossa al Gran Muftì di “avere le mani macchiate di sangue” e di essere corresponsabile “dell’uccisione dei siriani”. La Issm, Movimento di solidarietà irlandese per la Siria, ha rivolto un appello alle forze dell’ordine chiedendo l’arresto del Gran Muftì, con l’accusa di “istigazione all’odio”; una richiesta basata sulla legge irlandese numero 2014 relativa ai crimini di terrorismo. Il ministero degli Interni di Dublino non ha volto commentare la vicenda, facendo sapere che non è abitudine del dicastero esprimersi su singoli casi.

Il Gran Mufti ha solennemente smentito, denunciandola come falsa e tendenziosa, la notizia filtrata in ambienti islamici irlandesi secondo cui egli aveva, in passato, minacciato di inviare terroristi in Europa. “Non so perché si spingano a mentire fino a questo punto” ha detto, con l’aiuto dell’interprete, il Gran Mufti davanti alla commissione parlamentare irlandese. Egli ha precisato di aver soltanto parlato del fatto che continuare “a bombardare la Siria e il Libano non farebbe altro che far svegliare delle cellule dormienti in Europa”. La predica, del 2011 e che in questi anni si è diffusa su YouTube, ha dato adito a varie interpretazioni. (PB)

 

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