21/04/2021, 11.35
HONG KONG
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Hong Kong: sotto attacco Apple Daily di Jimmy Lai e gli altri media pro-democrazia

Il capo della polizia li accusa di pubblicare “fake-news”. L’esecutivo di Hong Kong vuole varare una legge sul controllo delle notizie. Indice libertà di stampa: la città è 80ma al mondo. I giornali di Stato chiedono la chiusura delle pubblicazioni non allineate. Si infrange il sogno di “giustizia” di Wen Jiabao.

Hong Kong (AsiaNews) – Il quotidiano anti-establishment Apple Daily è sempre più nel mirino delle autorità pro-Pechino. Ieri, durante una trasmissione televisiva, il capo della polizia cittadina ha difeso la proposta dell’esecutivo di varare una legge contro le “fake-news”. L’uscita di Chris Tang è arrivata dopo le sue critiche al tabloid del magnate filo-democratico Jimmy Lai, che egli accusa di voler “dividere” gli abitanti di Hong Kong e di “incitare l’odio” fra loro.

Secondo Tang, il 16 aprile Apple Daily ha pubblicato una foto per mettere in cattiva luce le Forze dell’ordine. Essa ritrae bambini delle elementari che maneggiano pistole giocattolo all’Accademia di polizia. Il fatto è avvenuto il 15 aprile, giornata dedicata all’educazione sulla sicurezza nazionale. Egli ha sottolineato che chi infrange la legge sulla sicurezza nazionale pubblicando fake-news finirà sotto indagine.

Diversi osservatori hanno espresso riserve riguardo all’adozione di una legge sul controllo delle notizie, vista più che altro come uno strumento per limitare la libertà dei media. L’interrogativo principale è su quali basi il governo stabilirà se una notizia è falsa o meno.

L’entrata in vigore della legge sulla sicurezza nazionale ha già ridotto lo spazio di manovra della stampa. Nel suo indice annuale sulla libertà d’informazione, Reporter senza frontiere classifica Hong Kong all’80° posto su 180 Paesi e regioni: la Cina si posiziona 177ma, seguita solo da  Turkmenistan, Corea del Nord ed Eritrea. La censura di Pechino è così pervasiva che anche un recente articolo sulla propria madre dell’ex premier Wen Jiabao è stato “armonizzato”, e in alcuni casi persino bandito dal web.

Dopo l’arresto di Lai per aver violato la sicurezza nazionale, seguito da due condanne per aver partecipato a manifestazioni anti-governative nel 2019, molti analisti si aspettano che l’esecutivo di Carrie Lam intervenga per chiudere Apple Daily.

I media di Stato stanno preparando già il campo. In un articolo a tutta pagina del 19 aprile, il Ta Kung Pao ha accusato Apple Daily e altre testate “scandalistiche” pro-democrazia di produrre false notizie, confondere il pubblico e danneggiare in modo serio la credibilità della stampa. Un editoriale pubblicato dallo stesso giornale governativo chiede che Apple Daily sia considerato fuorilegge per fomentare la “violenza” e invocare l’indipendenza dell’ex colonia britannica.

La stretta contro i media è di vasta portata. Essa ha colpito anche la televisione pubblica Rthk, in passato la voce più credibile dell’informazione cittadina, vincitrice di numerosi premi internazionali. La Hong Kong Journalist Association ha manifestato più volte preoccupazione per l’accanimento contro i media indipendenti. Ieri il suo presidente Chris Yeung ha dichiarato alla Hong Kong Free Press che i commenti di Tang accrescono i timori che la legge sulla sicurezza nazionale sarà usata “come un’arma” per silenziare i giornalisti. Uno scenario ben lontano da quello di “equità e giustizia” immaginato da Wen Jiabao per la Cina.

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