25/08/2006, 00.00
BANGLADESH
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Il Bangladesh non ha le carte per partecipare a missioni di pace

Secondo gruppi per i diritti umani, i militari di Dhaka, colpevoli di omicidi e ogni sorta di abusi in patria, rappresentano solo una minaccia per i civili all'estero. Tra i paesi musulmani, il Bangladesh è quello che ha promesso il maggior numero di uomini per la forza Onu in Libano.

Dhaka (AsiaNews/Agenzie) – Il Bangladesh, il paese musulmano che ha offerto il maggior numero di uomini per la forza Onu di peacekeeping in Libano, non ha i requisiti giusti per partecipare alla missione: i suoi militari violano sistematicamente i diritti umani, macchiandosi di omicidi e torture.

La denuncia è dell'Asian Human Rights Commission, con sede ad Hong Kong, e dell'organizzazione a lei legata Asian Legal Resource Centre, che ieri hanno presentato un rapporto sulle violenze commesse dall'esercito di Dhaka. I due gruppi chiedono alle Nazioni Unite il ritiro degli oltre 10 mila uomini del Bangladesh già impegnati in operazioni di peacekeeping, di fermare nuove missioni ed espellere il paese dal nuovo Consiglio Onu per i diritti umani.

Il Bangladesh, che ha promesso l'invio di 2mila uomini in Libano, respinge ogni accusa. Il console generale ad Hong Kong ha definito "infondato" il rapporto delle due organizzazioni per i diritti umani.

In 140 pagine - dal titolo "L'applicazione illegale della legge e la parodia del sistema giudiziario in Bangladesh" - sono documentati in modo dettagliato 33 casi di uccisioni, torture, stupri, intimidazioni e ogni sorta di abuso commesso dalla polizia e dai membri del Rab (battaglione per azioni rapide, formato da uomini di diversi reparti di polizia ed esercito). Gli uomini del battaglione, costituito nel 2004 per far fronte all'emergenza terrorismo, sono nelle prime fila delle truppe inviate in missioni di pace all'estero.

Il Segretario generale Onu, Kofi Annan, ha lodato il Bangladesh per il suo ruolo di peacekeeping a livello internazionale. Nick Cheesman, tra i responsabili dell'Asian Human Rights Commission, sottolinea, invece, che il Rab opera "nella più completa illegalità" e avverte che i suoi membri impiegati in missioni estere rappresentano solo una minaccia per la popolazione civile. "Gli uomini del Rab agiscono nella certezza dell'impunità, con licenza di uccidere", denuncia Cheesman.

Secondo Dhaka, dal 2004 il Rab ha già ucciso 289 presunti terroristi; il Rapporto dell'Asian Human Rights Commission ritiene che tra le vittime vi siano anche numerosi civili e che il bilancio si molto più alto. Il console generale Gousal Azam Sarker spiega che il suo paese è minacciato dal terrorismo, che mira a destabilizzarlo con bombe, omicidi e minacce a sicurezza pubblica e diritti umani. Ma fonti di AsiaNews hanno già in passato denunciato l'interesse del governo a dare del Bangladesh un'immagine di stabilità e fermezza a livello internazionale per incoraggiare, ad esempio, gli investimenti esteri.

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