28/02/2017, 11.49
INDIA
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Il digiuno dell’anidride carbonica: la sfida per la Quaresima dell’arcidiocesi di Mumbai

di Nirmala Carvalho

Da due anni la Chiesa locale propone iniziative per ridurre il surriscaldamento del pianeta. Vescovo ausiliare: “Il digiuno riscuote apprezzamento e viene praticato anche dopo la Quaresima”. Papa Francesco ha creato “una nuova beatitudine: Beati coloro che proteggono e hanno cura della nostra casa comune”.

Mumbai (AsiaNews) – Il digiuno dell’anidride carbonica, cioè ridurre l’uso di carburanti, elettricità e lo spreco di plastica, carta e acqua, è la proposta dell’arcidiocesi di Mumbai (nel Maharashtra) per il periodo della Quaresima, che inizia domani. In un comunicato diffuso sul sito dell’arcidiocesi, la Chiesa locale afferma che “il digiuno sfida le persone a considerare come le loro azioni quotidiane possono avere un impatto sull’ambiente”. Perciò da domani, mercoledì delle Ceneri, fino all’8 aprile i cattolici sono invitati a “ridurre le azioni che danneggiano il creato di Dio”. Ad AsiaNews mons. Allwyn D’Silva, vescovo ausiliare e segretario dell’Ufficio per il cambiamento climatico della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (Fabc), riferisce che “da due anni la diocesi organizza il digiuno dell’anidride carbonica. Anche quest’anno portiamo avanti l’iniziativa che ha riscosso molto apprezzamento, e continua ad essere praticata anche dopo la Quaresima”.

Mons. D’Silvia, nominato di recente e noto per il suo impegno a livello sociale e ambientale, continua: “Nel racconto della Creazione [Libro della Genesi, ndr], leggiamo che Dio ha creato un mondo meraviglioso e vide che quanto aveva fatto era cosa molto buona. Purtroppo però noi abbiamo rovinato il mondo con le nostre azioni”.

Per fare in modo che il pianeta si avvicini ad un’esistenza sostenibile, suggeriscono i vescovi nel comunicato, “tutti possono fare piccoli passi per ridurre le emissioni di anidride carbonica. E poi i gesti che mettiamo in pratica durante la Quaresima possono continuare anche dopo, in modo da garantire un cambiamento duraturo”.

Secondo mons. D’Silva, “il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change, Ipcc) stabilisce in modo chiaro che le attività dell’uomo sono la causa principale del cambiamento climatico. Quindi noi in quanto Chiesa, e per rispondere all’appello di papa Francesco [con l’enciclica “Laudato si’”, ndr], dobbiamo difendere e proteggere il creato. Non c’è periodo migliore della Quaresima per attuare il digiuno dell’anidride carbonica”.

Il vescovo ritiene che papa Francesco, nel sostenere la cura dell’ambiente, abbia “creato una nuova beatitudine: Beati coloro che proteggono e hanno cura della nostra casa comune”. Il tema del cambiamento climatico, sottolinea, “è radicato nella fede, perché prendersi cura della creazione vuol dire manifestare il proprio amore per il creatore. Più ci interessiamo alla cura del creato, più diventiamo spirituali”.

Un ripensamento del proprio comportamento “deve avvenire non solo in India, ma in tutto il mondo. L’incertezza riguarda il clima, le inondazioni e l’aumento delle temperature, che già hanno provocato numerosi danni”. Da parte nostra, conclude mons. D’Silva, “possiamo iniziare riducendo il consumo dei carburanti, camminando per le strade, tagliando l’uso di energia elettrica, usando meno carta, riducendo lo spreco di cibo, acqua e altro”.

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