04/09/2015, 00.00
INDIA
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India, i nazionalisti dell’Rss come “i Fratelli musulmani in Egitto”

È in corso il convegno del movimento ultranazionalista e paramilitare indù. Presenti molti esponenti del governo di Narendra Modi. Lenin Raghuvanshi, attivista per i dalit: “I nazionalisti vogliono governare il Paese attraverso l’ideologia”. I temi all’ordine del giorno del meeting sono economia, questioni sociali e religiose, pensioni, zone di confine con Pakistan e Bangladesh. Nazionalisti indù preoccupati per la crescita della comunità islamica.

New Delhi (AsiaNews) - I membri del Rashtriya Swyamsevak Sangh [Rss, gruppo paramilitare ultranazionalista indù - ndr] “influenzano in modo diretto i programmi del Bjp [Bharatiya Janata Party, partito nazionalista indù al governo - ndr]. Molti lavorano nella burocrazia indiana e fanno parte delle caste elevate. Stanno cercando di creare dei collegamenti con le aziende. Vogliono governare il Paese attraverso l’ideologia”. Con queste parole Lenin Raghuvanshi, medico e direttore del People’s Vigilance Committee for Human Rights (Pvchr), commenta ad AsiaNews il convegno dei membri dell’organizzazione Rss con il Bjp del premier Narendra Modi, in corso da mercoledì nella capitale dell’India.

Al convegno stanno partecipando i 15 affiliati del movimento indù, oltre a 93 esponenti di spicco del Sangh Parivar [l’organizzazione-ombrello che raccoglie molte associazioni paramilitari indù, di cui l’Rss è il maggior esponente e il Bjp il braccio politico - ndr], diversi ministri dell’Unione (Interno, Difesa, Sviluppo e Risorse Umane, Rapporti con le tribù), alti ufficiali governativi e il premier Modi (atteso per l’incontro finale di oggi). L'attivista per i diritti dei dalit conferma quanto già denunciato dai partiti d’opposizione (Congress in testa): “Il meeting lancia un chiaro messaggio. Da indiretto, il controllo sul governo è diventato manifesto”.

Presentato in via ufficiale come un semplice incontro di “routine” per fare uno “scambio di note” all’interno del movimento, l’evento sottolinea la crescente “interferenza” dei nazionalisti indù nelle politiche governative dello Stato indiano e conferma il ruolo di “mentore ideologico” dell’Rss nei confronti del Bjp.

Tutti gli analisti concordano nel sostenere che si tratta dell’incontro più importante da quando Modi è stato eletto poco più di un anno fa. L’obiettivo dichiarato del meeting è fare qualche “cambiamento di rotta” nelle riforme politiche ed economiche del Paese, dopo la diffusione dei dati del trimestre aprile-giugno 2015 che riportano una crescita inferiore alle aspettative.

Tra i temi affrontati, il primo giorno (mercoledì) si è discusso di crescita e sviluppo. Ieri invece è stata la volta della sicurezza interna ed esterna, con la questione delle terre ancora contese con il Pakistan (valle del Kashmir) e l’accordo sulla frontiera con il Bangladesh. Per quanto riguarda proprio il Bangladesh, i relatori hanno espresso preoccupazione per i dati diffusi la scorsa settimana dal censimento sulle religioni in India, dove si evidenzia che tra il 2001 e il 2011 la crescita della comunità musulmana è stata superiore a quella degli indù. Secondo i nazionalisti dell’Rss, la responsabilità è da attribuire all’immigrazione illegale degli islamici provenienti da Bangladesh e Nepal, che rischia di modificare la composizione demografica degli Stati indiani confinanti con i due Paesi (Assam e West Bengal in particolare). Secondo Raghuvanshi, invece, “i musulmani in India non sono un problema. Piuttosto i nazionalisti indù possono essere comparati ai Fratelli musulmani in Egitto”.

Manish Tewari, leader del Congress Party, ha scritto sul suo account Twitter: “Modi sarà anche il primo ministro dell’India, ma Mohan Bhagwat (capo dell’Rss) è il vero capo. Il governo del Bjp è solo un burattino nelle mani dei nazionalisti indù”. Randeep Surjewala, segretario generale dell’All India Congress Commettee [Aicc, organo decisionale del Congress - ndr], avverte: “Il fatto che alcuni ministri dell’Unione abbiano reso omaggio ai birbanti non eletti di una presunta organizzazione non governativa e abbiano ricevuto messaggi di stima dall’Rss per il lavoro che stanno facendo, è una grave parodia della democrazia”.

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