01/09/2015, 00.00
INDIA
Invia ad un amico

Pechino trascina New Delhi: la crescita economica dell’India si ferma al 7%

Il dato si riferisce all’ultimo trimestre. La crisi del mercato cinese offre nuove possibilità di espansione per l’India. Esperta afferma: “La Cina non scomparirà dai radar degli investitori”. Assenza degli investimenti privati in India, si dovrebbe accrescere la spesa pubblica. Infusione di capitale annunciata da New Delhi non colma la differenza di moneta richiesta dalle banche statali.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) - La crescita economica dell’India si attesta al 7% nel trimestre di aprile-giugno 2015, ed è inferiore alle aspettative che prevedevano un aumento di 7,5 punti percentuali. Il mercato indiano segue a ruota la crisi di quello cinese, che ad agosto ha registrato un crollo sia nel settore manifatturiero che in quello industriale. Secondo alcuni, il rallentamento della Cina potrebbe favorire maggiori investimenti stranieri in India, ma altri esperti avvertono che New Delhi non sostituirà nel breve periodo Pechino come motore trainante dell’economia mondiale.

La battuta d’arresto dell’economia indiana è uno smacco per il primo ministro Narendra Modi, eletto lo scorso anno con la promessa di accelerare la crescita e creare nuovi posti di lavoro. Pubblicati oggi, i dati riportano che nello scorso trimestre l’India è cresciuta “solo” del 7%, eguagliando così in tasso di crescita della Cina.

Secondo alcuni commentatori, i timori sulla crisi perdurante del mercato cinese potrebbero portare gli investitori a rivolgere i propri capitali verso il sub-continente indiano. Ma il Times of India cita oggi un economista della HDFC Bank [quinto maggiore istituto di credito del Paese - ndr] che riferisce: “C’è una grande enfasi sulle opportunità che l’India ha davanti a sé, ma non si concentra l’attenzione sulle sfide attuali”. Prima tra tutte, l’assenza degli investimenti da parte dei privati. Per questo, il quotidiano riporta la proposta di alcuni burocrati di tagliare i tassi di interesse fino a 50 punti base, in modo da favorire la spesa del settore privato.

In alternativa, per controbilanciare la penuria del settore privato, il Firstpost sottolinea che l’unica alternativa sarebbe aumentare la spesa pubblica, come già il governo ha annunciato. “Ma le banche statali - continua il sito -, che di solito prestano soldi per progetti di lungo termine ad alto rischio, sono a capitale vincolato. Le agenzie di rating hanno notato che anche l’infusione di capitale di 70mila crore [700 miliardi di euro - ndr], di recente annunciata dal governo, non sarà sufficiente a colmare la differenza di capitale richieste dalle banche statali”.

Per questo motivo, Karishma Vaswani, corrispondente per la Bbc dall’Asia ed esperta in economia, afferma: “La realtà è che l’india non sostituirà la Cina come guida della crescita globale. La sua economia è solo un quinto di quella cinese. Nonostante tutti i problemi che oggi affliggono il Dragone, esso non scomparirà del tutto dai radar degli investitori. Non c’è alcun dubbio che il rallentamento della Cina offrirà all’India possibilità di espansione, ma questo vuol dire che l’India deve agire in fretta per poter sfruttare il vantaggio”.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Cina, in settembre gli investimenti esteri aumentati del 18,9 %
15/10/2009
Investire in Cina? Non conviene più (tanto)
07/09/2012
Si indebolisce l’economia cinese. Ma Trump non lo deve dire
16/05/2019 08:52
Rallenta l’economia cinese, sotto la minaccia dei dazi Usa e del debito
16/07/2018 08:55
Ilo, aumentano i disoccupati nel mondo. La crisi colpisce anche l’Asia
22/01/2013


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”