30/05/2019, 08.57
IRAN - STATI UNITI
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Khamenei stoppa le aperture di Rouhani al dialogo con gli Stati Uniti

Il presidente iraniano si era detto possibilista a nuove trattative con la leadership Usa. La strada “non è sbarrata” se mettono da parte “le loro crudeli sanzioni”. Ma il leader supremo chiude a ogni trattativa: “Il negoziato non porta benefici ed è causa di danni”, mai in discussione i valori della rivoluzione e le capacità militari. 

Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Ieri il presidente iraniano Hassan Rouhani ha “aperto” a possibili dialoghi con gli Stati Uniti, a condizione che Washington cancelli tutte le sanzioni contro la Repubblica islamica. Un possibile svolta nelle relazioni fra i due Paesi, archiviata nel giro di poche ore dalla guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, il quale ha smentito ogni possibile negoziato con gli americani. 

Nei giorni scorsi il presidente Usa Donald Trump si era detto “speranzoso” sulla possibilità che l’Iran possa sedersi al tavolo dei colloqui, per raggiungere un nuovo “accordo”. “Credo davvero - ha dichiarato l’inquilino della Casa Bianca - che l’Iran voglia fare un accordo… e credo che questa sia una possibilità che si può realizzare”. 

L’escalation della tensione fra Repubblica islamica e americani è uno dei grandi temi di queste settimane, oltre che elemento di grande timore fra le diplomazie internazionali. All’origine dello scontro, la decisione del presidente Usa Donald Trump nel maggio dello scorso anno di ritirarsi dall’accordo nucleare (Jcpoa) raggiunto a fatica dal predecessore Barack Obama, introducendo le più dure sanzioni della storia contro Teheran.

Ieri è arrivata la risposta, seppur indiretta alle parole di Trump, da parte dell’omologo iraniano Rouhani, che ha mostrato un atteggiamento positivo e possibilista. Egli ha sottolineato che “la strada non è chiusa” se davvero Washington vuole trattare e, in caso di atteggiamento positivo degli americani, Teheran è pronta a rientrare nell’accordo nucleare raggiunto con le potenze mondiali. 

Il presidente è intervenuto a una riunione di governo e non ha menzionato per nome gli Stati Uniti. Egli ha fatto riferimento a Washington dichiarando che “la strada per loro non è sbarrata, sempre che mettano da parte le loro crudeli sanzioni e ritornino al tavolo che hanno abbandonato”. Se gli americani, ha concluso, percorrono “un’altra via e tornano alla legge e alla giustizia, la nazione iraniana manterrà la strada libera per voi”. 

Qualche ora più tardi è arrivata la nota del leader supremo, il quale guida le forze armate e ha l’ultima parola in tutte le principali questioni religiose, politiche e sociali del Paese sia a livello di establishment religioso e governativo. “Lo abbiamo detto anche in passato - si legge in una nota pubblicata sul suo sito web - che non negozieremo con l’America, perché il negoziato non porta benefici ed è causa di danni”. Egli ha quindi aggiunto che la Repubblica islamica non ha problemi a trattare con gli europei e le altre nazioni, ma non saranno mai messi in discussione “i valori fondanti della rivoluzione” e “le capacità militari”.

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