01/07/2005, 00.00
GIAPPONE
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L'imperatore del Giappone a Saipan: una visita simbolica

di Pino Cazzaniga
Nonostante le polemiche della stampa internazionale, la visita dell'imperatore Akihito fatta per "commemorare, indipendentemente dalla nazionalità, le persone che là hanno perso la vita durante la II guerra mondiale"

Tokyo (AsiaNews) - Il 28 giugno l'imperatore Akihito (71 anni) e l'imperatrice Michiko (70 anni) si sono recati a Saipan, un'isola del Pacifico nel gruppo delle Marianne, "per commemorare, indipendentemente dalla nazionalità, le persone che là hanno perso la vita durante la II guerra mondiale".

I media giapponesi sono stati unanimi nel sottolineare la nobiltà del gesto, che è invece sfuggita agli analisti della stampa estera. Non sono mancati giornalisti che, distorcendone il significato, hanno messo questa visita in parallelo con quelle molto contestate che il premier giapponese Junichiro Koizumi fa periodicamente al santuario shintoista Yasukuni, quasi si trattasse di variazione di un medesimo tema.

Il 27 sera rispondendo al saluto di alcuni sopravvissuti della "battaglia di Saipan" (15 giugno – 9 luglio 1944) l'imperatore ha detto: "Domani commemorerò tutti coloro che hanno perso la vita in questa regione e visiterò i monumenti memoriali che li ricordano pregando per la pace nel mondo".

A ricevere la coppia imperiale all'aeroporto di Saipan c'erano Juan Babauta,  governatore delle isole Marianne,  e Thomas Schieffer, l'ambasciatore degli Stati Uniti in Giappone. Per espresso desiderio degli ospiti non vi è stato alcun ricevimento ufficiale poiché la visita - non programmata dal governo giapponese ma voluta con forte determinazione dall'imperatore stesso - è stata, nell'intenzione e nell'esecuzione, un pellegrinaggio di condoglianze e pentimento.

La storia di quella tragedia è nota. Fin dall'inizio della "guerra del Pacifico" (1941-1945) l'isola di Saipan, che i giapponesi governavano da 20 anni su mandato della Lega delle Nazioni, era una colonia fiorente per la coltivazione della canna da zucchero. Nell'estate del 1944 divenne un inferno. Durante quella battaglia sono morti 43.000 soldati e 12.000 civili giapponesi, 10.000 coreani e 900 isolani. I militari americani che hanno perso la vita durante l'attacco di invasione sono stati circa 5000. Dal 9 luglio di quell'anno la prospera colonia è diventata la base dalla quale partivano a scaglioni le fortezze volanti B.29 per bombardare una dopo l'altra le principali città dell'arcipelago nipponico. Hiroshima e Nagasaki sono state le ultime.

Nel dopo-guerra il governo giapponese assieme al governo locale ha costruito a Saipan il monumento per i caduti dedicato a tutti coloro che hanno perso la vita nell'isola indipendententemente dalla nazionalita'. Altri due memoriali dedicati rispettivamente ai soldati americani e agli abitanti locali uccisi in quella battaglia sono stati eretti nel parco centrale dell'isola. La coppia imperiale ha visitato tutti e tre i monumenti deponendo corone di fiori e sostando in preghiera.

L'imperatore Akihito durante una conferenza stampa nel 1981, quando era ancora solo principe ereditario, disse: "Desidero pensare profondamente quanto sia preziosa la pace e dedicare le mie forze al suo mantenimento". È con questo desiderio che egli ha motivato le sue ripetute visite a località famose per feroci battaglie quali Okinawa, Hiroshima e Nagasaki. Ma la visita a Saipan è la prima che egli ha compiuto all'estero per questo scopo. Poco prima della partenza da Tokyo ha detto ai giornalisti: "Questa volta su un suolo che è al di là dei nostri confini esprimeremo condoglianze e onoreremo la memoria di tutti coloro che hanno perso la vita nella guerra mondiale, ricorderemo le sofferenze dei loro familiari e desideriamo pregare per la pace nel mondo".

Il 6 luglio 1944, l'ammiraglio della marina imperiale Chuichi Nagumu, noto in Giappone come l'eroe di Pearl Harbor, prima di togliersi la vita ha ordinato ai 3000 soldati rimanenti un attacco suicida per salvare l'onore. Purtroppo l'indottrinamento nazionalista ha causato l'ultima tragedia: assieme ai militari, migliaia di civili, tra i quali donne con in braccio i loro bambini, gridando "Banzai all'imperatore" ("Lunga vita all'imperatore"), si sono precipitati dalla cima di due strapiombi ora noti come i "precipizi del banzai". L'imperatore Akihito accompagnato dall'imperatrice vi ha sostato prima di iniziare il "pellegrinaggio di condoglianze" ai tre memoriali,. Il suo volto atteggiato a tristezza esprimeva profondo rammarico per quegli infelici che si erano immolati per l'onore del Tenno Akihito, suo padre.

Il programma della visita non prevedeva altre soste. Ma lungo il tragitto di ritorno all'albergo l'automobile imperiale si è fermata di fronte a un altro "memoriale", quello eretto dall'Associazione coreana di Saipan in onore dei coreani uccisi durante quella battaglia. La coppia imperiale vi è scesa e vi ha sostato in preghiera per alcuni minuti. Il forte desiderio dell'imperatore ha avuto la meglio sullo strapotere dell'Agenzia imperiale, che aveva escluso quella visita probabilmente per motivi politici e per esigenza di sicurezza: recentemente i rapporti tra Giappone e Corea non sono buoni. Pochi giorni primi della visita, Kim Baeg Seung, presidente dell'associazione coreana, pur esprimendo l'intenzione di accogliere la coppia imperiale con sentimenti di sincera cordialità, aveva detto: "Il nostro atteggiamento di richiedere scuse da parte del Giappone non è mutato. I nostri nonni che sono stati forzati a lavorare nelle piantagioni di zucchero e le nostre nonne che sono state usate come 'donne conforto' (per i militari) non possono essere dimenticati". Bandiere e striscioni antinipponici erano state disposti davanti all'ufficio dell'associazione. Prima della visita sono stati rimossi su esortazione della Chiesa cattolica locale.

Il tributo di rispetto e di condoglianze offerto dalla coppia imperiale ha notevolmente diminuito l'atmosfera di animosità. In estremo oriente le celebrazioni commemorative per il 60mo anniverario della fine della seconda guerra mondiale sono appena iniziate. L'atmosfera non è propizia. È desiderabile che le nazioni dell'Asia orientale, specialmente la Cina e la Corea, sappiano cogliere l'autentica dimensione simbolica della visita della coppia imperiale a Saipan per imparare a distinguere le nostalgie dell'estremismo di destra dai reali sentimenti del popolo giapponese che da sessant'anni sta dimostrando di volere la pace nel mondo e di cooperare concretamente alla sua realizzazione
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