02/09/2014, 00.00
GIAPPONE - INDIA
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L'incontro fra Modi e Abe "apre una nuova fase per l'Asia e per il mondo"

I due leader, nazionalisti ed ostili alla Cina, hanno firmato accordi strategici in tutti i settori a disposizione, partendo dalla Difesa e arrivando ai treni ad alta velocità. Toni entusiasti per la nascita di una "nuova, grande relazione bilaterale" che ha le potenzialità per "divenire la più grande mai esistita".

Tokyo (AsiaNews) - Con l'incontro fra il primo ministro indiano Narendra Modi e l'imperatore del Giappone, previsto per questo pomeriggio, il Sol Levante "scopre un nuovo, fondamentale alleato. La benedizione di Akihito agli accordi siglati ieri con il premier Shinzo Abe apre una fase inedita e rivoluzionaria per l'Asia e per il mondo". È la frase che chiude l'editoriale apparso questa mattina sull'Asahi Shimbun, uno dei maggiori quotidiani nipponici, a commento della visita di Stato del nuovo leader indiano in Giappone. Modi è arrivato nel Paese lo scorso 30 agosto e ripartirà domani, 3 settembre. È la prima visita compiuta dal leader nazionalista al di fuori del subcontinente indiano.

L'incontro fra i due "uomini forti" - entrambi sono stati eletti dopo campagne elettorali aggressive e basate sul ritorno alla grandezza nazionale - è avvenuto ieri alla Akasaka State Guest House di Tokyo, la residenza di estremo lusso destinata agli ospiti più riveriti dal governo giapponese. Dopo una mattinata di lavori, Modi e Abe hanno tenuto una conferenza stampa dai toni entusiasti. "Ho sempre detto che la relazione fra India e Giappone ha il potenziale più grande di tutti - ha detto il premier giapponese - e mano nella mano con il primo ministro Modi voglio elevare questo rapporto fino a farlo diventare una partnership strategica e globale di primo livello in praticamente tutti i campi possibili".

Da parte sua, il leader indù ha sottolineato che la sua visita nel Sol Levante "mira a rappresentare la grande fiducia reciproca e il significativo rafforzamento delle relazioni fra Tokyo e Delhi. Il Giappone occupa una posizione estremamente elevata nella nostra politica estera, anche grazie al fatto che già in passato esso ha giocato un ruolo molto importante nello sviluppo e nella crescita dell'India".

In effetti, gli accordi firmati dai due mostrano che non si tratta soltanto di parole. Abe e Modi hanno siglato un accordo "due+due" per la difesa bilaterale, che prevede la consultazione reciproca e preventiva fra i ministri degli Esteri e quelli della Difesa delle due nazioni prima di ogni mossa strategica rilevante; si sono accordati per effettuare esercitazioni navali congiunte con gli Stati Uniti su base regolare; si sono impegnati per raddoppiare gli investimenti giapponesi in India entro i prossimi cinque anni; hanno deciso di condividere il mercato delle "terre rare" e quello relativo alla tecnologia "shinkansen", ovvero i treni ad alta velocità, iniziando da una nuova rotta Mumbai-Ahmedabad. Inoltre, Abe ha promesso un investimento da 3,5mila miliardi di yen (pari a 25,5 miliardi di euro) nel subcontinente indiano entro i prossimi cinque anni.

Secondo diversi analisti tutti questi accordi sono in chiave anti-cinese, iniziando ovviamente da quelli basati sulla difesa bilaterale: entrambe le nazioni hanno contenziosi territoriali con il Dragone, e inserire la partnership americana "su base regolare" è un modo per tenere le Forze armate Usa nell'Asia-Pacifico. La condivisione delle "terre rare" è fondamentale per Tokyo, che al momento dipende dal mercato cinese per quei minerali necessari alla produzione di alta tecnologia. Infine l'investimento nel subcontinente: Pechino ha promosso rapporti bilaterali molto generosi con Sri Lanka, Bangladesh e Pakistan - la cosiddetta "collana di perle" - e ora, con l'aiuto di Delhi, il Giappone cercherà di scalzarlo dall'area. 

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