19/11/2010, 00.00
MYANMAR
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La giunta birmana è tirannica, e la commissione elettorale anche

di Tint Swe
Oltre a falsare i dati delle elezioni, il governo del Myanmar ora impedisce che i partiti si lamentino dei brogli elettorali. La Commissione elettorale minaccia provvedimenti verso chi critica metodi e svolgimento della consultazione.

New Delhi (AsiaNews) – Mentre le Nazioni Unite, tramite la Commissione per i diritti umani criticano le elezioni birmane, affermando che non sono state né giuste né libere, la Commissione elettorale nega il diritto di critica all’interno del Paese. Aung San Suu Kyi vuole seguire vie legali di opposizione, ma il sistema giudiziario è inaffidabile.

AsiaNews ha chiesto un commento al dottor Tint Swe, membro del Consiglio dei ministri del governo di coalizione nazionale dell’Unione della Birmania (NCGUB) composto da rifugiati dal Myanmar dopo le elezioni del 1990 vinte dalla Lega nazionale per la democrazia, e mai riconosciute dalla giunta. Fuggito in India nel 1990, dai 21 dicembre 1991 Tint Swe vive a New Delhi, e ha il ruolo di responsabile per l’informazione sull’Asia del Sud e Timor Est nel Consiglio.

In Birmania le minacce e gli avvertimenti della giunta verso gli oppositori talvolta precedono la repressione reale e l’attacco premeditato arriva senza nessun avvertimento, come nel venerdì nero del 30 maggio 2003. Aung San Suu Kyi è sfuggita per poco a un tentativo di assassinio, ma è stata messa in custodia domiciliare per più di sette anni e mezzo prima di essere rilasciata il 13 novembre scorso.

Le molto criticate elezioni del 7 novembre sono state seguite da ancora più critiche all’interno e al'esterno della Birmania. Chi è fuori dei confini, come l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha il diritto di condannarle, ma il popolo birmano non ha questo privilegio. Dalla sera del 7 novembre più o meno ogni partito non legato alla giunta e ai suoi candidati ha mandato forti segnali parlando alle radio birmane del fatto che il conteggio dei voti, e i risultati delle lezioni erano terribilmente sbagliati. Ora la Commissione unita elettorale sta ammonendo chi si dedica a questo esercizio, affermando che lamentele riguardanti frodi e maneggi elettorali non saranno più tollerate.

Dall’8 marzo il Consiglio di Stato per la pace e lo sviluppo (Spdc) ha dato alla Commissione elettorale poteri senza precedenti per condurre le elezioni del 2010. La Commissione ha organizzato deliberatamente l’intero processo elettorale emettendo leggi elettorali ingiuste; negando la registrazione a partiti politici che possono creare difficoltà nei risultati; limitando le campagne elettorali per i partiti non legati alla giunta; raccogliendo “voti in anticipo” illegali e gestendo questi voti in anticipo in maniera tale da rendere il partito dell’Unione e Solidarietà (Udsp) l’unico vincitore.Il compito della Commissione elettorale è enorme, Prima delle elezioni, il 14 settembre 2010 la Commissione ha annunciato ufficialmente la dissoluzione di 10 partiti politici, inclusa la Lega nazionale per la democrazia (Nld), il partito di Aung San Suu Kyi. L’avvocato dell’Nld ha detto: “La Commissione elettorale non ha nessun diritto o autorità nei confronti di organizzazioni che non si rivolgono ad ad essa, e la Lega non ha violato le leggi di registrazione come partito politico dal 1988”.

Non c’è stata nessuna sorpresa quando la Commissione ha fatto l’annuncio dei risultati elettorali il 17 novembre. Prima dell’annuncio si credeva che i calcoli matematici fossero completamente fatti, così che in tutte e tre i rami del Parlamento il partito legato alla giunta avesse non solo la maggioranza assoluta, ma anche, e questo è interessante, più della percentuale raggiunta dalla Lega nazionale per la democrazia durante le elezioni del 1990.

Nell’Assemblea del Popolo (Pyithu Hluttaw) l’Usdp ha vinto 259 seggi su 325 (dal momento che l’elezione non era fatta in cinque regioni elettorali per un parlamento di 440 seggi) a cui bisogna aggiungere i 110 ufficiali dell’esercitp, il che porta a un percentuale dell 84.83%.

Nell’Assemblea nazionale  (Amyotha Hluttaw) l’Usdp ha vinto 129 seggi su 168, a cui bisogna aggiungere 56 ufficiali dell’esercito, il che porta a una percentuale dell’82.59%.

Nelle assemblee di Stato e regionali (Taing-Daythagyi Hluttaw) l’Usdp ha vinto 495 seggi su 661, a cui bisogna aggiungere 220 ufficiali dell’esercito (un terzo del totale) il che porta a una percentuale di 81.16%.

Nelle precedenti elezioni la Lega ottenne solo l’80.8% (392 seggi su 485). L’Usdp diventa il nuovo partito campione, con un record. La giunta da la medaglia d’oro all’Usdp.

Il partito di unità nazionale (Nup) ha ottentuo 63 seggi, di cui 12 (2.75%) nell’assemblea del popolo, cinque nell’Assemblea nazionale e 46 nelle assemble di Stato e Regionali. Il Partito delle nazionalità democratiche Shan (Sndp) ha preso 57 seggi, di cui 18 (3.3%) nell’Assemblea del popolo, tre nell’Assemblea nazionale e 36 nelle Assemblee di Stato e Regionali. Il Partito dello sviluppo delle nazionalità Rakhine (Rndp) ha preso 35 seggi (2.1%) nell’Assemblea del popolo, sette nell’assemblea nazionale e 19 nelle Assemblee di Stato e Regionali. La Forza nazionale democratica (Ndf) ha preso 16 seggi nei tre livelli di assemblea. Il Partito regionale democratico All Mon ( Amrdp) ha vinto 16 seggi nei tre livelli di assemblea.

Prima delle elezioni, la Lega ha subito un boicottaggio della campagna elettorale con un successo moderato. Quindi è diventato compito della Commissione elettorale ridurre la Lega. Il 15 novembre il giornale statale “New light” scriveva che le percentuali dei votanti nelle zone elettorali di Taungoo erano del 102.09%. Su un totale di votanti di 74.646, il giornale scriveva che c’erano 71.227 votanti e 4977 votanti in anticipo. Il totale diventava 76.204. Non era un semplice errore tipografico, perché non c’è stata nessuna correzione il giorno seguente. Un altro errore è interessante: due candidati dell’Usdp sono stati dichiarati vincitori in circoscrizioni in cui non ci sono state elezioni.

Inoltre, dopo essersi assicurati una maggioranza assoluta nelle assemblee, la Commissione ha emanato nuovi avvertimenti ai critici che hanno denunciato i brogli durante le elezioni. Il 17 novembre la Commissione ha informato i partiti politici che se volevano reclamare presso la Commissione potevano farlo in accordo con la Regola elettorale 87 e gli articoli 67 e 68 delle leggi elettorali.

 La giunta rende difficile presentare reclami ufficiali presso la Commissione. Il tempo limite è di 60 giorni per i reclami, e la spesa – non restituibile – è di un milione di Kyats (,150), e secondo la legge elettorale, clausola 64, se il reclamo non è accettato, la persona che lo ha avanzato può rischiare tre anni di prigione, e una multa di 3 milioni di Kyats, oltre alle spese processuali. Oltre a questo sono illegali le interviste che hanno come tema le frodi elettorali.

Comunque la minaccia ha messo il bavaglio alle critiche. Uno dei partiti sconfitti, il partito democratico del Myanmar, ha detto, per bocca del suo presidente, U Thu Wai: “Presentare reclami alla Commissione non cambierà il risultato dal momento che hanno già preso il potere illegalmente. Quelle regole sono state fatte per bloccare le azioni legali dei partiti”. La Forza nazionale democratica, giunta al quinto posto, deve stare zitta, ha detto che i media si sono già occupati a sufficienza dei brogli e solo i singoli candidati che possono permetterselo presenteranno reclamo.

Aung San Suu Kyi ha fiducia nella non violenza e cerca la via per tutte le battaglie legali possibili perché ha cercato di attuare il rispetto del diritto (rule of law) nella Birmania democratica. Alcuni si chiedono perché la Lega si fida del sistema legale birmano, inaffidabile dal momento che la Lega non è mai riuscita a vincere nei tribunali.

Le Nazioni Unite dicono: “Stabilire il rispetto del diritto (rule of law) è fondamentale per ottenere una pace durevole dopo un conflitto, per l’effettiva protezione dei diritti umani, e per un progresso economico e uno sviluppo continui”. I cosiddetti parlamentari che hanno rubato voti in Birmania non difenderanno i diritti umani né realizzeranno il progresso in una Birmania in cui mancano pace e sviluppo.

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