06/08/2013, 00.00
TAIWAN – CINA
Invia ad un amico

La morte del soldato Hung costringe Taipei a ripensare la leva

di Xin Yage
Il giovane di 23 anni, a due giorni dalla fine del proprio servizio militare, è morto dopo una serie di abusi compiuti dai suoi superiori. Centinaia di migliaia di persone scendono in piazza per chiedere al governo una riforma dell’esercito, ancora segnato dagli anni della dittatura militare. Cinesi continentali “impressionati” dalla potenza della società civile.

Taipei (AsiaNews) - Le manifestazioni popolari contro le violenze nel servizio militare obbligatorio stanno scuotendo la società taiwanese. Questa domenica più di 100mila persone si sono radunate nel Ketagalan Boulevard di Taipei per dire addio al soldato Hung Chung-chiu (洪仲丘), morto lo scorso 4 luglio per le punizioni eccessive ricevute quando era a soli due giorni dalla fine della propria leva.

Durante l'intero mese di luglio, dal giorno in cui il fatto è diventato pubblico, tutti i telegiornali e i quotidiani hanno riportato il caso sempre in prima pagina. Il dibattito si è alimentato talmente tanto che si ha la sensazione che a Taiwan non sia accaduto nient'altro in queste settimane al di fuori della morte di Hung Chung-chiu.

La ragione è che all'interno dell'esercito si è cercato di coprire il caso, oltre al fatto che altre morti negli ultimi anni sono tornate alla luce come effetto di vendette e di punizioni irragionevoli tra i ranghi dell'esercito.

Le proteste popolari hanno provocato l'ammirazione della Cina continentale. Su Weibo, il popolarissimo sito di microblogging cinese, un utente scrive: "Se una cosa del genere avvenisse da noi, chi gli darebbe peso? Nessuno. Anzi, chi protesta finisce in galera. Taiwan e Cina hanno gli stessi gruppi etnici ma una grande differenza: loro hanno la democrazia!".

Hung Chung-chiu, soldato di leva di 23 anni a due giorni dallo scadere del suo servizio militare, è stato messo in isolamento e punito con un eccessivo esercizio fisico senza poter bere, anche se da lui ripetutamente richiesto. Quando le sue condizioni risultano ormai critiche per ipertermia e Hung Chung-chiu entra in coma, viene ricoverato di urgenza in ospedale ma dopo una notte di ricovero ne viene costatato il decesso.

Il presidente Ma Ying-jeou, in seguito all'immenso clamore mediatico della notizia, ha dovuto recarsi ben due volte a incontrare la famiglia per porgere le scuse da parte del governo e per dimostrare che un nuovo corso sta prendendo piede nella protezione dei giovani che si accingono e svolgere il servizio militare.

Le istanze dei partecipanti alla protesta e all'addio di Hung Chung-chiu sono state raccolte dal gruppo di attivisti "Citizen 1985" (公民1985) che le ha riassunte in tre punti. Anzitutto dovrebbe occuparsi del caso la divisione di investigazione speciale, sotto l'egida dell'ufficio del Supremo pubblico ministero (臺灣高等法院) o dovrebbe essere condotta congiuntamente dal tribunale militare e civile. Secondo, il settore militare dovrebbe costituire una commissione speciale per investigare nuovamente gli ingiusti casi di morte registrati negli ultimi anni. Infine, il sistema giudiziario militare dovrebbe essere totalmente sostituito da quello civile, con un presidente che sia totalmente responsabile dei diritti umani dei soldati.

Come risposta a queste richieste, il primo ministro Jiang Yi-huah (江宜樺) ha detto che il governo da questa settimana si impegna a stabilire una Commissione speciale per tutte le indagini necessarie. La Commissione sarà composta da rappresentanti dei ministeri della Difesa e della Giustizia, da persone appartenenti a gruppi coinvolti nella difesa dei diritti civili e da avvocati di diverse provenienze.

In secondo luogo, il governo si impegna a rivedere da subito le regole inerenti i procedimenti giudiziari militari, per far passare dal sistema giudiziario militare a quello civile il dibattimento di certi tipi di reato. Terzo punto, il ministro della Difesa e della Giustizia continueranno a indagare sulla morte di Hung Chung-chiu per fare giustizia e rendere chiari tutti i dettagli alla sua famiglia. Quarta istanza, il ministero della Difesa rivedrà tutte le regole disciplinari militari per evitare che succedano altre tragedie come quella di cui tutti ora stanno parlando.

Due parlamentari hanno preso la parola promettendo di garantire il riesame di diverse morti avvenute nei ranghi dell'esercito e fatte apparire al pubblico come suicidi. Essendo essi personalmente collegati a tre famiglie che hanno perso i loro ragazzi durante il servizio di leva, hanno potuto confermare come da parte degli ufficiali militari incontrano "ogni tipo di opposizione a indagini adeguate".

In tutto, 18 militari sono ora sotto processo per la morte di Hung Chung-chiu. Il generale della brigata 542, Shen Wei-chih (沈威志), potrebbe rischiare 7 anni di prigione, mentre il sergente di brigata Chen Yi-hsun (陳毅勳), che era responsabile del controllo delle condizioni del soldato negli giorni dell'isolamento che hanno portato alla morte, potrebbe addirittura essere condannato all'ergastolo.

La tragica morte di Hung Chung-chiu è un'altra spinta per Taiwan a muoversi verso un pieno regime democratico provenendo da un regime uscito da poco dai lunghi anni di legge marziale, in cui ancora si sente l'eccessiva presenza dell'esercito come entità, fino allo scorso mese, spesso inaccessibile e al di sopra delle normali leggi civili.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Contro il nonnismo in caserma, Taipei rivede il sistema militare
18/03/2014
Israele, gli ultraortodossi contro la leva obbligatoria: via dal governo
03/07/2018 12:25
Dissidente birmano: leva obbligatoria e Parlamento, le nuove armi della giunta militare
14/01/2011
La giunta birmana ricorre alla leva obbligatoria contro le milizie ribelli
12/02/2024 12:29
Seoul, per la prima volta la Corte suprema libera un obiettore di coscienza
11/07/2018 11:11


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”