25/09/2012, 00.00
LIBANO - VATICANO
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La visita di Benedetto XVI in Libano, un "segno" mariano

di Fady Noun
Il vertice interreligioso tenuto ieri a Bkerké conferma l'esemplarità dei rapporti islamo-cristiani nel Paese dei cedri. Secondo Hicham Nachabé, presidente dell'associazione islamica Makassed "la presenza del Papa ci spinge a impegnarci di più nella conoscenza del cristianesimo".

Beirut (AsiaNews) - Dieci giorni dopo la partenza di Benedetto XVI dal Libano (14-16 settembre), l'impatto dela sua visita e della parole pronunciate nel corso delle giornate restano di assoluta attualità. Sembra aver riscoperto la sua vocazione il Libano delle comunità, tanto provato dalla guerra e dalle rivalità interne ed anche dalle tensioni regionali, dovute ai due fronti geopolitici regionali e internazionali.

I frutti di questa visita non sono da poco. Sono frutti di unione. « La presenza del Papa tra noi - ha confidato alla fondazioine Oasis Hicham Nachabé, presidente dell'associazione islamica Makassed - ci spinge a impegnarci di più nella conoscenza del cristianesimo. Ci ha dato il desiderio di conoscere meglio la religione cristiana ».

In un documento consegnato a Benedetto XVI, il muftì della Repubblica, Mohammed Sammak, copresidente dela Comitato nazionale per il dialogo islamo-cristiano aveva scritto : « i nostri rapporti privilegiati sono il nostro messaggio al mondo ».

Da parte sua, padre Simon Faddoul, preidente di Caritas Libano, in un'intervista alla Radio vaticana ha affermato che durante l'incontro con i giovani a Bkerké, sede del patriarcato maronita, « il cielo si è aperto ». « L'ho sentito personalmente ». « Ci sono visti cristiani, musulmani e persone di ogni tipo. Ho avuto la sensazione che ci fosse qualcosa di simile alla Pentecoste ». E ancora, « prima ancora che l'aereo atterrasse, si dedeva già che il clima era cambiato : eravamo più uniti e più vicini ».

 

Il ricordo di Béchouate

 

E' un sentimento condiviso da molti. La parentesi di pace e conordia  che è stata la visita di Benedetto XVI in Libano, ricorda l'unanimità che si era realizzata nel 2004 attornoal santuario mariano di Béchouate, nella Békaa,  dove decine di migliaia di libanesi, di tutte le confessioni, erano confluiti per vedere « il segno di Maria ».

Un giovane musulmano giordano era stato il primo a vedere questo costatarlo. Come lui e dopo di lui, donato con generosità sorprendente, centinaia di credenti cristinani, musulmani e drusi avevano visto animarsi, in momenti di grazia, gli occhi di una copia della statua di Notre-Dame di Pontmain.

Molti avevano visto in questo segno, rivolto indistintamente a dei critiani come a dei musulmani, l'espressione del desiderio di Nostra Signora di vedere la pace e la concordia regnare nei rapporti interreligiosi tanto in Libano quanto nel mondo arabo.

La vicinanza pacifica di libanesi di ogni religione e di persone di ogni condizione sociale e di ogni nazionalità aveva colpito in modo particolare padre Fadi Bassil, un lazzarista, allora responsabile del santuario. Per lui era questo il vero « segno » donato da Nostra Signora a Béchouate. L'eco del « segno di Maria » era arrivato fin nei Paesi di emigrazione, così come in tutti i paesi di provenienza dei lavoratori immigrati residenti in Libano: Filippine, Etiopia, Haiti, ecc.

 

Il vertice interreligioso di Bkerké

 

Ilvertice interreligioso che si è tenuto ieri nella sede del patriarcato maronita e « l'accordo cordiale » che ha segnato la riunione, convocata d'urgenza per prendere in considerazione un'azione giuridica internazionale congiunta contro il provocatore « L'innocenza dei musulmani » è senza dubbio uno dei frutti di questo nuovo desiderio di riavvicinamento innescato dalla visita del Papa.

Ancora non si sa quale modalità prenderà questa azione giuridica. Per il moemnto, una commissione di giuristi è stata incaricata di mettere a punto un progetto di legge che potrebbe essere di riferimento. Il testo potrebbe essere indirizzato direttamente all'ONU o passare attraverso la scorciatoia di ujna commissione speciale della Lega araba.

Il summit di Bkerké ha anche espresso grande apprezzamento per la visita di Bendetto XVI, sia per l'elevatezza di pensiero e di sentimenti del quale il Papa ha dato prova, sia per i frutti cncreti del viaggio.

Secondo suor Laudie Hobeïka, delle Sœurs de Besançon, che cura una trasmissione settimanale di Télé-Lumière, emittente cattolica controllata dalla Chiesa cattolica, la visita ha risvegliato nei libanesi la loro vocazione storica. « Laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia», commenta, citando san Paolo. « Il modello dei rapporti fra le comunità libanesi brilla tanto più forte quanto questi rapporti hanno la tendenza a offuscarsi nel mondo ».

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