23/09/2015, 00.00
USA-CINA
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Le rassicurazioni di Xi Jinping ai businessmen degli Stati Uniti

Arrivato negli Usa quasi in contemporanea con papa Francesco. Ma le preoccupazioni di Xi sono soprattutto economiche: accrescere investimenti stranieri, tranquillizzare sulla situazione interna; pacifismo nel Mar Cinese meridionale. Manifestazioni di tibetani, uighuri, per i diritti umani, della Falun Gong. Garantire a Xi un viaggio in “sicurezza e dignità”.

Seattle (AsiaNews/Agenzie) – Ieri sera, quasi in contemporanea con l’arrivo di papa Francesco a Washington, il presidente cinese Xi Jinping è atterrato a Seattle, prima tappa del suo viaggio negli Usa, il primo da presidente, che lo porterà a Washington il 24 e il 25 settembre e a New York dal 26 al 28 settembre, dove parlerà all’Assemblea generale dell’Onu.

Diversi giornali americani e blogger cinesi hanno immaginato o sperato che il pontefice  e Xi Jinping si possano incontrare. Ma i programmi di viaggio non lo permettono: il papa è Washington il 23 e il 24 settembre e a New York il 25 settembre. Poi dal 26 sarà a Phildelphia per l’Incontro internazionale delle famiglie.

Vi sono addirittura network che hanno pubblicato un fotomontaggio in cui il capo dei cattolici e il leader cinese si stringono la mano. Ma diversi opinionisti ritengono che un simile incontro per ora sarebbe difficile perché i due non avrebbero molto da dirsi.

La preoccupazione prima di Xi Jinping è quella economica: richiamare gli investimenti stranieri in Cina; tranquillizzare sulla situazione interna; convincere sui rapporti pacifici con l’estero.

Per questo la visita di Xi fin dalla prima serata di ieri è piena soprattutto di appuntamenti con il mondo del business.  E proprio ieri, al Washington State Welcoming Banquet, davanti a politici come Henry Kissinger e imprenditori come Bill Gates egli ha rassicurato che la Cina continuerà le riforme sull’economia, riducendo monopoli e lasciando operare le leggi del mercato. Nei mesi scorsi vi sono stati pesanti interventi di Pechino sull’andamento delle borse e sul valore dello yuan.

Xi ha anche assicurato di essere solidamente alla guida del Paese, e che la lotta alla corruzione con cui egli sta combattendo “tigri” e “mosche” – i grandi big del Partito e i piccoli quadri – non è per nulla segno di una lotta interna alla leadership.

Infine egli ha detto che la Cina non ha mire sul dominio del Mar Cinese meridionale, e che le opere di costruzione sulle isole contese (perfino una pista per gli aerei) servono per “migliorare le condizioni di lavoro del personale cinese marittimo”.

Egli ha anche assicurato che il governo cinese non è implicato nei casi di ciber-spionaggio (spionaggio industriale via internet) e che anzi Pechino costituirà un gruppo in intesa con gli Usa per combattere questa piaga.

Egli ha voluto tranquillizzare i businessmen sulla nuova legge in preparazione sulle organizzazioni caritative e non governative (Ong) straniere. Molti hanno il timore che la nuova legge aumenterà in modo asfissiante il controllo dello Stato sui progetti e il bilancio, restringendo ancora di più la libertà d’impegno di gruppi e di collaborazione con la società civile.

Xi ha dichiarato che è sufficiente” obbedire alle leggi cinesi” per non avere problemi.

Nei mesi scorsi, giornali cinesi statali hanno accusato ong straniere di mettere a repentaglio la sicurezza della nazione, fomentando una “rivoluzione colorata” [come quella ucraina del 2004, o come la Primavera araba] per rovesciare il Partito comunista.

Proprio elementi della società civile cinese portano inquietudine nel viaggio di Xi: costellato da manifestanti tibetani, uighuri, per i diritti umani, della Falun Gong. Essi però rimangono all’esterno degli aeroporti e dei saloni di ricevimento. Una delle condizioni richieste dalla parte cinese per preparare questo viaggio è stato che si garantisca “sicurezza e dignità” per Xi Jinping.

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