21/05/2014, 00.00
LIBANO - SIRIA
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Libano: entro il 2014, un terzo della popolazione saranno profughi siriani

Fonti delle Nazioni Unite riferiscono che già un milione di persone in fuga dalla guerra si è rifugiato nel Paese dei Cedri. Ogni mese vi sono almeno 50mila nuovi arrivi. Già visibili focolai di tensione fra le due comunità. In tre anni di conflitto fra Damasco e ribelli oltre 160mila vittime.

Beirut (AsiaNews/Agenzie) - Decine di migliaia di profughi in fuga dalla guerra fra Damasco e i gruppi ribelli continuano a riversarsi in Libano, aumentando la pressione sul Paese dei Cedri che, entro la fine dell'anno, potrebbe ospitare fino a 1,5 milioni di rifugiati siriani. È quanto denunciano fonti ufficiali delle Nazioni Unite, che lanciano l'allarme per una possibile escalation della tensione in una nazione piccola e già sovraccaricata da un imponente numero di sfollati. Il dato fornito dall'ONU rappresenta un terzo dell'intera popolazione libanese, stimato sui 4,5 milioni di individui; a differenza di Turchia e Giordania, Beirut non dispone di campi profughi per accogliere gli esuli siriani in fuga dalle violenze. Essi sono radunati in accampamenti informali, vengono ospitati da parenti o prendono in affitto appartamenti. 

La portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric conferma che oltre un milione di rifugiati siriani sono stati registrati da agenzie Onu in Libano e, ogni mese, vi sono almeno 50mila nuovi arrivi. Un flusso costante che non tiene conto del milione di siriani che erano già presenti nel Paese dei Cedri prima della guerra e che non hanno mai chiesto aiuto alle agenzie internazionali. 

Analisti ed esperti di politica locale riferiscono che l'alto numero di rifugiati comporta un innalzamento della pressione sui servizi pubblici e sui costi in generale della spesa. Inoltre, si possono verificare tensioni e scontri fra le due comunità: "Sono già visibili focolai di tensione - conferma Ross Mountain, capo della missione Onu in Libano - tra i siriani in arrivo e le comunità libanesi" nelle zone in cui vengono stanziati i profughi. Ma il timore maggiore, aggiunge, è che si possano unire "altri elementi" che potrebbero sfociare in un conflitto sociale. 

La maggioranza dei profughi siriani si riversano nelle aree più povere del Libano, come la Valle della Beqāʿ e Akkar. Vi sono 225 località che contengono l'86% dei rifugiati e il 68% della fascia più povera della popolazione libanese. L'allerta lanciato dalle Nazioni Unite segue il bilancio aggiornato delle vittime del conflitto siriano, fornito dagli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani (Gran Bretagna): in tre anni sono morte più di 160mila persone. 

Da tempo il conflitto siriano si è allargato all'intera regione Mediorientale, facendo registrare una situazione allarmante proprio in Libano, che attraversa nell'ultimo periodo un momento di crisi economica, acuito dai riflessi della guerra nel Paese vicino. Gli indicatori mostrano un deciso calo nei settori del commercio, del turismo e degli investimenti esteri, assieme a una crescita consistente della spesa pubblica per il governo di Beirut. Stime della Banca mondiale indicano che nel 2013 la crisi a Damasco è costata almeno 2,5 miliardi di dollari al Libano in perdita di attività economiche; si teme che, entro la fine dell'anno, almeno 170mila libanesi possano cadere nella povertà. "Sostenere il Libano - affermano fonti Onu - non è solo un imperativo morale, ma è un passo necessario per fermare un degrado continuo della pace e della sicurezza in questa società fragile, e in tutta la regione".

 

 

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