14/07/2016, 11.13
VIETNAM - CINA
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Mar Cinese meridionale: Hanoi soddisfatta per la sentenza contraria a Pechino

di Nguyen Dinh

Il ministero vietnamita degli Esteri “accoglie con favore” la decisione della Corte permanente di arbitrato. Hanoi afferma la sovranità su parte dell’area contesa e una zona economica esclusiva. La maggioranza dei cittadini favorevoli alle rivendicazioni territoriali. Ma le controversie vanno risolte in modo pacifico e secondo il diritto internazionale. 

Ho Chi Minh City (AsiaNews) - Hanoi “accoglie con favore” la sentenza della Corte permanente di arbitrato (Cpa) sulla Legge del Mare, in base alla quale Pechino “non ha alcun diritto” di sovranità sui territori contesi nel mar Cinese meridionale (o mare Orientale del Vietnam). È quanto ha affermato il portavoce del ministero vietnamita degli Esteri Lê Hải Bình, commentando la sentenza del 12 luglio scorso del tribunale internazionale sulle isole e i mari della discordia nella regione Asia-Pacifico.

Una sentenza dal forte significato politico, ma non vincolante, che Pechino ha già annunciato di non voler rispettare perché emessa da un tribunale “fallito”; di contro, il verdetto è stato accolto con soddisfazione dalle Filippine che per prime hanno promosso l’arbitrato nel gennaio 2013. 

In una dichiarazione ufficiale il ministro Bình ha sottolineato che “il Vietnam sta elaborando un commento più dettagliato” sulla vicenda, che verrà diffuso “in un secondo momento”. Tuttavia, le autorità di Hanoi confermano la loro posizione nel contesto della causa, che riflettono “le dichiarazioni inviate il 12 dicembre 2014 dal ministero degli Esteri al tribunale internazionale”. 

Le autorità vietnamite ribadiscono dunque la dichiarazione di “sovranità” su parte degli atolli che compongono l’arcipelago delle Spratly e delle Paracels, nel mar Cinese meridionale, e la rivendicazione di una “zona economica esclusiva” nell’area. 

Le rivendicazioni territoriali di Hanoi godono del sostegno della maggioranza della popolazione, che preme al contempo per una risoluzione “pacifica”, mediante l’uso “della diplomazia” per risolvere la controversia. Inoltre, i vietnamiti chiedono di “evitare l’uso della minaccia e della forza”, privilegiando invece le norme e i regolamenti previsti “dal diritto internazionale”. 

In passato gruppi nazionalisti vietnamiti e semplici cittadini sono scesi in piazza per protestare contro la politica “imperialista” di Pechino nei mari della regione. Il governo di Hanoi ha represso a più riprese le manifestazioni, pur contrastando le mire cinesi sulla regione e sollevando proteste internazionali per le installazioni missilistiche sugli atolli contesi. 

Commentando ad AsiaNews il verdetto del tribunale internazionale il prof. Pham Đình, storico cattolico ed esperto delle isole Spratly e Paracels, ricorda gli attacchi del passato della marina cinese contro navi e postazioni vietnamite. In particolare è ancora vivo nella memoria l’assalto del 19 gennaio 1974, in cui sono morti 65 soldati “eroi” della Repubblica del Vietnam, con conseguente occupazione cinese delle Paracels. Le aggressioni sono poi proseguite negli anni successivi, ricorda il professore, come avvenuto il 14 marzo 1988 con l’attacco di navi da guerra cinesi alle truppe vietnamite. 

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