31/07/2020, 10.04
RUSSIA-VATICANO
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Mons. Nikolaj Dubinin, primo vescovo cattolico russo

di Vladimir Rozanskij

Francescano conventuale di 47 anni, faceva parte del primo gruppo del Seminario maggiore riaperto nel 1993. È un segno della crescita spirituale e sociale della piccola comunità dei cattolici nella Federazione Russa.

Mosca (AsiaNews) - La Sala stampa vaticana ha comunicato ieri che papa Francesco ha nominato un vescovo ausiliare per l’arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca. Si tratta di padre Nikolaj Dubinin, francescano conventuale di 47 anni. Egli è il primo vescovo cattolico di nazionalità russa dalla ricostituzione delle strutture ecclesiastiche dopo il comunismo. È un segno della crescita spirituale e sociale della piccola comunità dei cattolici nella Federazione Russa, ormai ben integrata nel tessuto culturale e storico del Paese, in cui domina la maggioranza ortodossa.

Padre Nikolaj fece parte del primissimo gruppo dei seminaristi del Seminario maggiore riaperto a Mosca nel 1993. I membri del Seminario hanno “riconquistato” con la preghiera e una serie di azioni dimostrative la cattedrale dell’Immacolata Concezione, e hanno riportato la sua sede all’antica residenza di San Pietroburgo, dove tuttora è operante. Dal 1995 Dubinin entrò a far parte della famiglia francescana nella comunità dei conventuali, guidati allora a Mosca dal padre Grzegorz Cioroch, educatore del Seminario e dal 2001 custode della Provincia francescana di Russia. P.  Grzegorz perse prematuramente la vita in un incidente d’auto mentre tornava in Russia dalla Polonia, a soli 42 anni. La nomina di padre Nikolaj è anche un tributo all’opera di padre Grzegorz, uno dei primi missionari in Russia degli anni ’90, fondatore anche delle Edizioni francescane russe e dell’Enciclopedia cattolica russa.

La presenza di un vescovo ausiliare per la diocesi di Mosca è un’esigenza manifestata già a fine anni ’90 dall’allora arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz, attuale arcivescovo di Minsk in Bielorussia. I cattolici, pur non numerosi, sono però presenti in tutto il Paese, e l’arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca comprende le “due capitali” di Mosca e San Pietroburgo, distanti da loro oltre 700 chilometri, e diverse altre città importanti come Pskov, Kursk, Vladimir e Nizhnij Novgorod, tutte molte distanti tra loro, per non parlare dell’enclave baltica di Kaliningrad. Mons. Dubinin affiancherà l’arcivescovo italiano mons. Paolo Pezzi, inaugurando una nuova stagione per il clero locale.

Recenti proposte di legge e disposizioni governative hanno infatti ulteriormente complicato l’azione dei missionari stranieri in Russia di tutte le religioni. Anche se al presente i cattolici mantengono eccellenti rapporti con la Chiesa ortodossa e con le autorità russe, rimangono comunque difficoltà ad ottenere permessi di soggiorno permanenti, o almeno a lungo termine. I sacerdoti locali non sono ancora sufficienti per esaurire tutte le necessità pastorali di un territorio così vasto; i primi sacerdoti del Seminario di San Pietroburgo furono ordinati soltanto nel 1999, e lo stesso Dubinin è diventato sacerdote nel 2000. Ora si spera in una nuova maturazione non soltanto delle vocazioni locali, ma della vita di tante comunità e famiglie cattoliche russe, che ormai hanno superato il quarto di secolo dalla loro rifondazione.

 

Vladimir Rozanskij

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