06/03/2012, 00.00
ASIA - NEPAL
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Nepal, i ricavi da corruzione e lavoro nero coprono più del 50% del Pil

Lo rivela il rapporto annuale sulla corruzione del Trasparency International. Gli esperti accusano il governo maoista di interferire troppo nell'economia per tutelare i propri interessi. Imprenditori costretti ad assurde trafile burocratiche per registrare una nuova attività.

Kathmandu (AsiaNews) - Le entrata provenienti da corruzione e lavoro nero coprono più del 50% del Prodotto interno lordo nepalese. È quanto emerge dal rapporto 2011 sulla corruzione nel mondo, pubblicato da  Transparency International (Ti), che prende in esame 178 Stati. Secondo il Ti i casi di corruzione nei Paesi dell'Asia del Sud sono in aumento. Nel 2011, circa il 33% della popolazione del sub-continente è stata costretta a pagare tangenti a politici e funzionari statali. Circa il 62% delle persone intervistate nella regione sostiene che negli ultimi tre anni tale pratica si è consolidata, trasformandosi da problema da risolvere in una prassi da tollerare.

Il rapporto "Corruption Perceptions Index 2011" considera il grado di corruzione degli amministratori pubblici, determinato sulla base di indagini condotte tra esperti economici e grandi enti mondiali, fra cui la Banca asiatica per lo sviluppo, la Banca mondiale e l'Unione europea. I Paesi con il più alto tasso di corruzione al mondo sono: Somalia, Corea del Nord, Myanmar e Afghanistan.

Fra il 2010 e il 2011 il Nepal è sceso di 8 posizioni nella lista stilata dal Ti, passando dal 146° posto al 154°. Bhojraj Pokharel, ex funzionario statale spiega che la causa principale della corruzione è dovuta all'eccessiva ingerenza del governo di stampo maoista nel sistema economico. Egli sottolinea che lo Stato limita in modo ideologico la libertà di impresa, costringendo i privati ad assurde trafile burocratiche per registrare una nuova attività. Ciò vale soprattutto per le aziende straniere. Oltre a pagare tangenti per velocizzare l'iter di approvazione, esse subiscono il ricatto dei sindacati pagati dai politici maoisti per tutelare i loro interessi personali.

Secondo lo studio "Doing Business" della World Bank,  un piccolo imprenditore deve affrontare sette procedure diverse per poter registrare una nuova attività. Se non vengono riscontrate anomalie occorrono più di 30 giorni per completare l'iter. Esso costa  241 dollari Usa, ma la cifra può triplicare o anche decuplicare a seconda del tipo di impresa e degli interessi di politici e funzionari locali.

Tale pratica colpisce soprattutto l'industria del turismo, fra i settori più redditizi dell'economia nepalese. Le agenzie che gestiscono le mete più popolari, come ad esempio i trekking intorno al monte Everest o le visite ai siti archeologici non hanno la libertà di operare con i propri veicoli e con il proprio personale. Spesso chi non favorisce i politici locali subisce minacce e pressioni. Di recente sulla strada statale che va da Pokhara a Jomsom (Nepal centro -settentrionale) legata al trekking alpinistico dell'Anapurna il governo ha obbligato le agenzie straniere a noleggiare fuoristrada Mustang. Ciò per favorire gli autisti membri del potente cartello che opera sulla tratta percorsa ogni anno da migliaia di turisti. I veicoli di marca differente sono stati assaltati e distrutti da teppisti assoldati dai funzionari locali. 

 

 

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