15/10/2014, 00.00
HONG KONG - CINA
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Occupy Central: le chiese, un rifugio per chi vuole la democrazia

La parrocchia di Nostra Signora del monte Carmelo a Wanchai - la chiesa più vicina alla grande massa di persone riunite ad Admiralty - è aperta notte e giorno dal 28 settembre per offrire riparo e conforto a chi manifesta contro l'oppressione di Pechino. Nelle chiese del Territorio si prega ogni giorno per la salvaguardia dei democratici e per le loro intenzioni. Il sostegno della comunità filippina: "Abbiamo vissuto i moti dell'86, conosciamo e sosteniamo la vostra battaglia".

Hong Kong (AsiaNews/SE) - Le chiese di Hong Kong dimostrano di essere ancora un rifugio per chi protesta per la democrazia. La parrocchia di Nostra Signora del monte Carmelo a Wanchai - la chiesa più vicina alla grande massa di persone riunite ad Admiralty per il Movimento degli ombrelli [definito così per l'uso di ombrelli contro la pioggia e contro gli spray urticanti della polizia - ndr] - ha tenuto e tiene le proprie porte aperte notte e giorno sin dal 28 settembre. In questo modo, il luogo di culto è divenuto un luogo di ristoro e rifugio per i dimostranti.

Il parroco, p. John Cuff, ha annunciato che le porte della chiesa rimarranno aperte di notte: "Saremo un punto di conforto per coloro che hanno bisogno di aiuto o di riposo". Il sacerdote ha raccontato di aver ricevuto una telefonata dal vicario generale della diocesi, p. Dominic Chan Chi-ming, nella quale gli ha chiesto di trasformare Wanchai in un "santuario per i bisognosi".

La prima notte, quella del 28 settembre, è iniziata con calma: alle 9 di sera non c'era ancora nessuno. Ma con il passare del tempo, e soprattutto grazie al passaparola fra i canali di comunicazione dei giovani cattolici, la gente ha iniziato a entrare. Durante l'ultima funzione serale, sei diplomati del College canossiano S. Francesco - con i loro kit di sopravvivenza - si erano fermati a pregare prima di unirsi alle manifestazioni.

Da parte loro, i giovani cattolici della parrocchia si sono resi disponibili per essere gli "ospitanti" del centro notturno. Oltre 70 persone si sono ritrovate durante le ore notturne, e i fedeli entrati di prima mattina hanno visto alcuni dimostranti esausti dormire mentre i giovani volontari li sorvegliavano.

Il salone della chiesa è stato trasformato in un centro di emergenza con mascherine anti-smog (e gas), vestiti puliti, coperte, acqua e cibo. Molti erano crollati a dormire appoggiati al muro. La televisione era accesa e i volontari davano il benvenuto ai visitatori, ascoltandoli e dando loro incoraggiamento. Altri erano in preghiera, tranquilli, prima di tornare sulle strade. I parrocchiani hanno approntato un sistema di turni per il giorno e la notte.

Le messe del 28 settembre sono state dedicate al sostegno della gente in strada: i fedeli hanno pregato per la loro sicurezza e per le loro intenzioni. Il giorno dopo si è celebrata una messa nella cattedrale, e le parrocchie del territorio sono rimaste aperte per invitare i fedeli a entrare ed esprimere la propria solidarietà tramite la preghiera.

Una residente di Wanchai racconta che quando il tuono ha illuminato i cieli sopra la città e la pioggia ha iniziato a cadere, ha raccolto grandi buste di plastica per far riparare le persone; un giovane, che si stava riparando sotto una veranda, li ha presi ed è corso sotto la pioggia battente per distribuirli ai manifestanti. "La quiete nelle strade di Wanchai - racconta - è divenuta sacra per me. Anche la luce è silenziosa e sacra. Queste persone in maglietta nera sono divenuti una luce che si muove per la città, destinata ad illuminare le nostre coscienze".

Il primo ottobre la parrocchia ha organizzato una competizione artistica dal titolo "L'ombrello è la luce". I volontari e i visitatori hanno srotolato un lunghissimo foglio bianco, su cui hanno raccontato le proprie storie nella piazza. I fogli sono stati poi messi in mostra nell'ingresso.

Tuttavia, i volontari di Wanchai raccontano che anche per loro è iniziata una forma di pressione. Gli uffici parrocchiali hanno ricevuto strane telefonate per sapere se la chiesa fosse aperta sempre, e una volontaria racconta di aver visto membri della Divisione investigativa criminale, in attesa fuori dalla chiesa, osservare le varie attività. Eppure la gente ha continuato a venire nella chiesa: gli studenti e gli altri manifestanti continuano ad affollare la messa del mattino dopo aver passato la notte per le strade.

Anche la chiesa metodista internazionale di Wanchai ha aperto un centro di accoglienza, mentre dall'altra parte di Central è la chiesa di San Giuseppe a offrire un riparo e un luogo di riposo. Alcuni membri della comunità filippina ricordano di aver partecipato al movimento People Power di Manila del 1986 [che ha condotto alla caduta di Marcos ndr] e oggi comprendono l'importanza della battaglia che si sta combattendo a Hong Kong.

Danilo Reyes spiega che oggi nelle Filippine la gente ha il diritto di voto, mentre quella di Hong Kong ha una cosa che i filippini non hanno: "La democrazia sostanziale. Anche se noi godiamo del suffragio universale, le istituzioni pubbliche sono ancora non democratiche. I rappresentanti del popolo tendono a opprimere più che a proteggere il popolo. Abbiamo vissuto e fatto esperienza del funzionamento delle istituzioni democratiche di Hong Kong, e sappiamo che le istituzioni non democratiche come quelle filippine sono destinate a deteriorarsi".

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