29/09/2005, 00.00
PAKISTAN
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Pakistan, la situazione dei disabili e l'impegno della Chiesa

di Inayat Bernard

Lahore (AsiaNews) – In Pakistan la condizione dei disabili è difficile: la società, e molto spesso anche la famiglia, non è in grado o non vuole rendersi conto dei bisogni e delle attenzioni che alcune patologie comportano.

La Milap Organization è una Organizzazione non governativa cattolica che opera nel campo dell'assistenza a disabili, orfani e vedove. La direttrice, Margaret Piara, sottolinea che l'attenzione e gli sforzi maggiori vanno compiuti però proprio nei confronti dei disabili perché "con le basi che abbiamo qui" è importante sforzarsi "per fare proprio di tutto".

"Coloro che nascono con problemi fisici o mentali – dice – molto spesso qui sono considerati gli ultimi. L'Ong cerca di aiutarli in casa, dove i genitori sono assenti per il lavoro e gli altri fratelli non possono o non vogliono aiutarli". Quando gli operatori sociali li vanno a trovare "a volte piangono, a volte sono in totale silenzio, ma in alcuni casi pregano Dio di ucciderli dopo averli mandati in questo mondo. E' una situazione molto dolorosa".

Negli scorsi anni la Milap ha provveduto a controlli clinici, terapie farmacologiche di base, sedie a rotelle e stampelle per la deambulazione, ma "il compito primario" della Ong è aiutare, coordinare la riabilitazione e cercare di far percorrere una strada indipendente a coloro che, per nascita o incidente, sono affetti da patologie debilitanti.

Una ragazza di nome Nasreen, con problemi alle gambe, andava alla scuola di cucito ogni giorno sulle ginocchia: il parroco di Kasur e la Milap le hanno fornito una sedia a rotelle ed una macchina per cucire ed il governo del Punjab, saputa la sua storia, le ha conferito una Medaglia d'oro [medaglia al valor civile ndr] per il suo impegno e determinazione. Al momento Nasreen insegna ad altre ragazze, di sua iniziativa, l'arte del cucito.

Mona Wilson, 20 anni, non è in grado di parlare: la sua malattia è stata aggravata da una febbre tifoide contratta in età adulta che l'ha paralizzata. La Milap è entrata in contatto con la famiglia ed è riuscita a convincerli che Mona non è un essere umano diverso. Il padre, John Wilson, dice di aver ricevuto molti inviti dai suoi vicini ed amici a recarsi presso "magici guaritori" [a pagamento ndr] ma l'uomo ha "detto di no. Teniamo salda la fede in Gesù e speriamo che possa guarirla".

Il fratello maggiore di Mona, Waseem, ha parlato ad una funzione religiosa ed ha invitato i fedeli a "pregare per la Milap, affinché sia in grado di aiutare ancora di più i disabili".

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