21/10/2013, 00.00
VIETNAM
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Pastore mennonita vittima di abusi nelle carceri vietnamite

di J.B. An Dang
Nguyen Cong Chinh, 44 anni, è stato condannato a 11 anni di prigione nel marzo 2012 per aver “minato l’unità nazionale”. Secondo al denuncia della moglie, egli avrebbe subito attacchi in cella ma le guardie non sono mai intervenute. Egli presenta ferite al corpo e al volto. Gli incontri della coppia filmati e registrati.

Hanoi (AsiaNews) - "Temo per la sua vita, perché è stato più volte vittima di attacchi violenti da parte di altri detenuti". La denuncia arriva dalla signora Nguyen Thi Hong, moglie del cristiano protestante Nguyen Cong Chinh (nella foto), imprigionato nel carcere di An Phuoc e vittima di maltrattamenti e abusi perpetrarti da guardie e compagni di cella. L'uomo, un 44enne pastore mennonita, è stato arrestato dalla polizia nell'aprile 2011 e condannato nel marzo dell'anno scorso a 11 anni di galera. A suo carico le accuse - pretestuose e funzionali all'opera di repressione delle voci critiche da parte del regime comunista - di "aver minato l'unità nazionale" e di aver "preso parte in modo attivo a movimenti che si oppongono allo Stato".

Il 18 agosto scorso, durante una vista in carcere al marito, la signora Nguyen Thi Hong è rimasta impietrita dalla faccia del marito, che mostrava segni evidenti di percosse e abusi. Egli le ha spiegato che sono conseguenza di ripetuti assalti di compagni di prigionia, che lo hanno più volte attaccato senza motivo. Il pastore ha inoltre aggiunto che, nonostante la denuncia alle autorità carcerarie, non vi sono state azioni concrete e i vertici della prigione non hanno fatto nulla per impedire nuovi attacchi, che si verificano tuttora impuniti.

Nel corso dell'ultima visita, il 15 ottobre, la coppia ha potuto incontrarsi per un'ora sotto lo sguardo dei secondini, che hanno filmato con una telecamera e registrato le loro parole. Attorno agli occhi l'uomo presentava ecchimosi evidenti; il pastore ha ripetuto che la sua vita è "in pericolo", perché vittima di altri due attacchi.

Il pastore Nguyen Cong Chinh, 43 anni, è nato nel 1969 nella provincia di Quang Nam e ha esercitato il suo ministero nella città di Pleiku, sugli Altipiani centrali. Egli è stato incriminato per aver spedito documenti a movimenti "anti-rivoluzionari" in Vietnam e all'estero. In passato è stato vittima di attacchi mirati, fra cui la distruzione della casa di preghiera e la confisca delle proprietà; dal 1998 viveva nella provincia di Gia Lai senza documenti di identità, a causa del rifiuto opposto dalle autorità.

Il processo è durato un solo giorno e si è tenuto ieri nella provincia di Gia Lai, dove l'uomo è stato arrestato nell'aprile 2011. Per gli attivisti di Human Rights Watch (Hrw) la condanna è stata "l'ennesima dimostrazione" delle violazioni al principio della libertà religiosa operato dal governo di Hanoi. Una repressione che si abbatte, in particolare, nei confronti dei gruppi minoritari e delle sette che non sono affiliate alle associazioni religiose riconosciute dallo Stato. I Mennoniti costituiscono la più numerosa delle chiese anabattiste. Ad oggi si contano più di un milione e mezzo di fedeli nel mondo, soprattutto negli Stati Uniti, in Canada, in Africa e in India; in Vietnam non sono riconosciuti in via ufficiale.

 

 

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