01/04/2016, 14.41
SRI LANKA
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Pescatrici dello Sri Lanka: Servono politiche nazionali in favore delle donne

di Melani Manel Perera

La Federazione delle pescatrici del Nafso ha presentato tre documenti e 10mila firme. Le attiviste hanno chiesto al ministro per le donne e i bambini di sviluppare delle politiche nazionali. Al centro del dibattito, le differenze di remunerazione salariale, lo sfruttamento delle donne sul posto di lavoro e la necessità di emigrare all’estero.

Colombo (AsiaNews) – La Federazione nazionale delle pescatrici dello Sri Lanka ha presentato una serie di documenti per richiedere un rapido contributo del governo nella delineazione di politiche nazionali volte a migliorare la condizione delle donne che abitano nel nord ed est del Paese. I tre documenti – due proposte e un testo scritto – sono stati consegnati a Chandraani Bandara, ministro per le donne e i bambini. La Federazione, appartenente al Nafso (National Fisheries Solidarity Movement), ha lanciato una raccolta di 10mila firme per far luce sui problemi quotidiani delle donne srilankesi, a partire dalla disparità di trattamento economico, gli abusi e le difficoltà di sopravvivenza.

L’evento, dal tema “Contribuiamo a stabilire delle politiche per le donne”, è stato organizzato lo scorso 29 marzo al Mahaweli Centre di Colombo. Hanno partecipato circa 300 donne provenienti da 13 distretti.

Le attiviste hanno lamentato una profonda disparità di remunerazione salariale. Se confrontati con quelli degli uomini, gli stipendi delle donne, per uguali mansioni, sono sempre più bassi. Laveena Hasanthi, a capo dell’ufficio per le donne del Nafso, dice ad AsiaNews: “Questo è davvero ingiusto. La maggior parte delle donne capo-famiglia vive con quello che guadagna. Ma spesso non basta per soddisfare i bisogni propri e dei figli, in mancanza di una figura maschile”.

Le donne rappresentano il 52% del totale della popolazione (20 milioni di abitanti), ma vengono discriminate in vari settori: la pesca, il commercio, l’ambito immobiliare. Una attivista di Jaffna aggiunge: “Le donne che provengono da umili origini hanno maggiore bisogno di politiche nazionali che le proteggano e assicurino il benessere della loro famiglia e una vita dignitosa”.

Laveena denuncia inoltre che a volte “dopo una giornata di duro lavoro, le donne tornano a casa a mani vuote. Quando un Paese non ha delle politiche adeguate, le donne sono costrette ad affrontare enormi difficoltà sul posto di lavoro, oltre a discriminazione, sfruttamento economico, sociale e politico”.

Il ministro Bandara ha accolto i documenti e la raccolta firme e ha assicurato che il “governo prenderà in seria considerazione le proposte”. Poi ha ricordato che il Parlamento ha già approvato un disegno di legge che aumenta la partecipazione femminile in politica e ha dichiarato il suo impegno a risolvere anche la questione delle lavoratrici migranti. “Troppe donne – ha concluso – si recano all’estero in cerca di lavoro. Forniremo dei lavori a livello locale, in modo da ridurre il numero degli espatri”.

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