05/11/2012, 00.00
INDIA
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Rahul Gandhi: il leader (mancato) della nuova India

All’ultimo comizio del Congress (al governo), l’erede della dinastia Nehru-Gandhi ha parlato di riforme economiche e sviluppo. Eppure, il suo “ritardo” nell’assumere la guida del partito desta preoccupazione, soprattutto in vista delle elezioni generali del 2014. Per i suoi sostenitori, Rahul vuole affrancarsi dagli scandali della politica. Intanto, i suoi detrattori ne elencano le sconfitte.

Mumbai (AsiaNews/Agenzie) - L'India "ha bisogno di riforme economiche", perché "solo quando gli affari funzioneranno, potrà esserci sviluppo e lavoro per i più poveri". Così Rahul Gandhi, rampollo di una delle più importanti famiglie del Paese, ha aperto ieri il comizio del Congress (partito di governo) a New Delhi. Rivolgendosi a centinaia di migliaia di persone, Rahul ha difeso con forza l'apertura del mercato al dettaglio ai grandi supermercati stranieri, riforma criticata e usata dall'opposizione targata Bharatiya Janata Party (Bjp, ultranazionalista indù) per contestare il governo. In modo significativo, Rahul ha parlato prima di Sonia Gandhi, sua madre e presidente del Congress, e del primo ministro Manmohan Singh. Per alcuni, il discorso di ieri rappresentava l'investitura non ufficiale di Rahul a candidato per la carica di primo ministro alle elezioni generali del 2014. Eppure, a detta di molti analisti proprio l'erede della dinastia Gandhi costituisce "la più grande incertezza" del Congress.

Classe 1970, il primogenito di Sonia Gandhi non ama le apparizioni pubbliche e della sua vita privata si sa molto poco. Pronipote di Jawaharlal Nehru (primo Primo ministro dell'India dopo l'Indipendenza del 1947), nipote di Indira Gandhi (per due volte primo ministro) e figlio di Rajiv (assassinato nel 1991 da militanti delle Tigri Tamil), Rahul non ha mai assunto ruoli di particolare rilievo nell'agone politico. Giovane, colto e "occidentale", per anni è stato visto e proposto come il futuro del Congress e dell'India. Eppure, più di una volta egli ha mancato l'appuntamento con l'investitura ufficiale a nuovo leader del partito, preferendo invece occuparsi dell'ala giovanile del partito.

L'ultima, forse la più scottante, coincide con il rimpasto di governo voluto dal premier Singh, il 28 ottobre scorso. In un momento di forte crisi per il Congress, molti hanno creduto di veder finalmente entrare in scena Rahul. Tuttavia, il giovane Gandhi non figura tra i nuovi ministri. Per legittimare la sua candidatura, alcuni hanno ipotizzato un ruolo "nuovo di zecca" all'interno del partito, creato su misura per lui e secondo solo alla presidenza di sua madre Sonia. Ancora una volta però, egli avrebbe "declinato" l'offerta per motivi non chiari.

I sostenitori di Rahul difendono la sua "riservatezza", sostenendo che, in realtà, è un modo per tenersi lontano dagli scandali in cui è invischiato l'attuale governo. Inoltre, il 42enne starebbe ricostruendo il partito dalla base, presentandosi come il difensore della gente comune e dei più poveri. Eppure, in momenti di grossa crisi egli non ha mai fatto sentire la sua voce, preferendo lasciare la parola a sua madre o a Singh. E alle elezioni legislative 2012 in Uttar Pradesh, Rahul ha fallito nel riportare lo Stato più popoloso dell'India al Congress

 

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